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mercoledì 15 aprile 2015

Siciliani.Viviamo male da sempre, perchè dovremmo lamentarci ?

In Sicilia esistono, integri e solidi, i ponti magnifici risalenti ai romani e, ancora più numerosi, risalenti ai normanni; stanno sparendo, perchè crollano uno appresso all'altro, quelli costruiti durante il periodo della Repubblica Italiana.
Crollano e tutti, noi siciliani, fingiamo di non capire. 

Fingiamo anche perchè da parte delle istituzioni non arriva nessun messaggio del tipo una legge che mandi in galera qualcuno che risponda delle brutte figure che l'Italia, con questa infinità di crolli, sta facendo in Europa, in America, nell'Estremo Oriente. Ormai il crollo dei ponti stradali in Italia, e soprattutto in Sicilia, è divenuta la barzelletta di tutte le Tv del pianeta.

Noi siciliani -invece- fingiamo di non accorgerci di nulla. Nessuna protesta davanti al Provveditorato alle Opere Pubbliche, al Genio Civile, all'Assessorato Lavori ed Infrastrutture. Niente di niente. Noi siciliani siamo persone serie ed imperturbabili.
Accettiamo che in Sicilia, per sopperire al crollo sull'autostrada Catania-Palermo, vengano attivati gli antichi (vecchi ?) treni dell'epoca di Giosuè Carducci. Impiegano cinque ore per collegare Catania col capoluogo dell'isola (km. 200). Certo, se però sul treno viene affissa la targhetta "alta velocità" il tempo impiegato può essere di poco superiore alle tre ore (per km. 200). 
Roba da terzo millennio !!

Noi siciliani amiamo il silenzio. Cosa è quel vociare dei torinesi in tuta blu, quel gridare dei toscani ed emiliani che lamentano una crisi economica che graverebbe dal 2007 ad oggi nel Paese, e che da noi invece non esiste. 
Noi viviamo male da sempre, quindi perchè dovremmo lamentarci ?

Qualche giornale, ovviamente di quel Nord che non ci ha mai capiti, scrive che ciò che capita da noi, in Sicilia, ha del clamoroso, surreale. Ma che ne sanno i settentrionali delle circostanze che noi amiamo ?
A noi siciliani, per esempio,  piace viaggiare per cinque/sei ore per raggiungere Catania da Palermo: percorrendo strade provinciali tracciate in epoca borbonica e trazzere di epoca greca noi ci fermiamo frequentemente e ammiriamo la nostra terra, la natura, e magari ci attardiamo a raccogliere mazzi di asparagi, finocchietto di montagna e altre prelibatezze.
Noi non amiamo la fretta. 
A noi le autostrade, quasi quasi, danno fastidio.
Quel ponte sull'autostrada che è crollato, quell'altro viadotto inaugurato la vigilia di Natale e crollato l'indomani di capodanno, quelle strade intransitabili dell'interno dell'isola sono tutte provvidenze che stimolano a meglio scoprire ed ammirare  la nostra terra. Sono stimoli ad apprezzare la natura.
A noi siciliani le strade che si spaccano, i ponti che si inchinano, il cemento depotenziato,  e l'asfalto deteriorato ci lasciano completamente indifferenti.
Perchè dovremmo lamentarci ? 
Sono occasioni che ci inducono a riconfermare con largo suffragio di consensi la classe dirigente di questo scorcio di Italia Repubblicana. 
Classe dirigente, degna erede della precedente.


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