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martedì 7 aprile 2015

Kossovo. Progressi nel dialogo fra le parti

Negli ultimi giorni di marzo la Mogherini, rappresentante degli affari steri dell'U.E. in visita nel Kossovo per riaffermare la volontà di Bruxelles di facilitare l’avvicinamento fra Serbia e Kosovo ma anche per sottolineare la necessità di portare avanti riforme interne e di ravvivare il dialogo tra le due parti.
A Pristina, la Mogherini ha incontrato il primo ministro del Kosovo, Isa Mustafa, il presidente della Repubblica, Atifete Jahjaga, il ministro degli Esteri, Hashim Thaci e i leader dell’opposizione. Durante questi incontri, l’alto rappresentante UE ha annunciato che entro l’estate verrà firmato l’Accordo di Stabilizzazione e Associazione con il Kosovo, un passo necessario prima di poter discutere dell’apertura dei negoziati di adesione.
Positivi sono stati i colloqui svoltisi pure a Belgrado, dove la Mogherini ha incntrato il premier serbo, Aleksandar Vucic, il presidente della Repubblica, Tomislav Nikolic, il ministro degli Esteri, Ivica Dacic e il presidente del parlamento, Maja Gojkovic. 


Un pò di storia
L’origine delle tensioni in Kosovoun tempo appartenente alla Serbia, è da ritrovare nella difficile convivenza tra serbi e albanesi, sfociata nella guerra del 1999 e nell’intervento della Nato. A seguito di quegli eventi la Serbia ha perso il controllo del Kosovo, che ha così potuto, nel 2008, dichiarare la propria indipendenza, sostenuto dagli Stati Uniti. Ad oggi, per quanto dotato di una struttura istituzionale e politica statuale, il Kosovo è riconosciuto da poco più della metà degli Stati membri dell’ONU, e la sua indipendenza, oltre che dalla Serbia, è osteggiata anche dalla Russia e dalla Cina. Nella stessa Unione, per di più, cinque Stati membri non riconoscono il Kosovo come Stato.

Sia la Serbia che il Kossovo hanno manifestato la volontà di aderire all'U.E.
In questa prospettiva di adesione ad una entità sovranazionale potrebbero venire meno i contrasti etnico-geografici.

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