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mercoledì 11 febbraio 2015

Il XX secolo nella storia mondiale, europea, italiana e contessiota

Dalla scoperta delle Americhe tutte le questioni del mondo, gli assetti statuali e l'utilizzo delle ricchezze sono state, fino al periodo che abbiamo preso in considerazione finora (anni cinquanta e guerra in Indocina) decise dall'uomo bianco.

ANCORA SULLA DECOLONIZZAZIONE
L'aprile del 1955 segnò il momento decisivo nel processo della colonizzazione. Per la prima volta nella Storia alcuni popoli afro-asiatici si riunirono in quella che fu chiamata la Conferenza di Bandung (Indonesia) e dichiararono pubblicamente al mondo 
-il rifiuto di accettare decisioni prese, in loro vece, dalle grandi potenze bianche
-condannarono il razzismo ed il colonialismo
-denunciarono la minaccia costituita per il destino del pianeta delle armi nucleari
-rifiutarono di schierarsi tanto con Mosca che con Washington. 
Il premier indiano Javaharlal Nehru lanciò, in quell'occasione lo slogan "L'Asia vuole aiutare l'Africa".
Si era in pratica costituita l'aggregazione dei paesi non allineati.

I paesi colonialisti, in testa la Gran Bretagna, non tardarono a capire -anche perchè stremati dalla II guerra mondiale- che era tempo di concedere l'emancipazione delle popolazioni africane.
Nel 1954 scatta l'emancipazione del Sudan, fino ad allora sotto l'autorità congiunta di Egitto e Gran Bretagna; segue quindi la decolonizzazione della Costa D'Oro e poi del Ghana.
Nel 1960 la Nigeria ottenne l'Indipendenza; dopo qualche anno il Biafra si staccherà, in seguito ad una guerra civile, dal paese di cui era parte. Venne quindi il turno della Somalia britannica, Sierra Leone, Tanganika, Uganda, Zanzibar e finalmente Kenya, seguita da Rhodesia del Nord e Zambia.

Anche la Francia prese atto dell'inelluttabilità di dover riconoscere l'autonomia delle sue colonie africane, prevalentemente situate a sud del Sahara. In realtà tentò di giocare una carta di integrazione fra colonie e madre patria ma i leader africani si riunirono dal 25 al 30 settembre 1957 a Bamako e proclamarono: "L'indipendenza dei popoli è un diritto inalienabile che permette loro di disporre degli attributi della loro sovranità secondo gli interessi delle masse popolari". Era la sconfitta della strategia di integrazione.

Nel marzo del 1958 il generale De Gaulle fu richiamato al potere e in un famoso discorso del 24 agosto dichiarò: "Chiunque vorrà l'indipendenza l'otterrà subito. La metropoli non vi si opporrà".
Al momento in cui si svolsero i referendum solamente la Guinea decise per l'indipendenza, gli altri paesi scelsero una forma di autonomia garantita dalla Francia in termini di vasti benefici e sostegni economici. La realtà -però- si rivelò molto ambigua: i paesi africani interpretarono l'autonomia come fase intermedia al raggiungimento dell'indipendenza. E' l'indipendenza fu quanto chiesero ed ottennero di seguito  Congo-Brazaville, Costa d'Avorio, Dahomey, Alto Volta, Madagascar, Malì, Mauritania, Niger, Repubblica Centraficana e Ciad.

Diverso svolgimento ebbe l'indipendenza dei paesi a Nord del Sahara. Come vedremo in seguito qui scoppiò il dramma della guerra d'Algeria.

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