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martedì 10 febbraio 2015

I comuni dell'isola si lamentano. In pochi però riconoscono che nell'isola 390 municipi sono troppi

In Sicilia i Comuni riflettono su  «la gravissima crisi economico-finanziaria»: i Consigli comunali  si sono riuniti ieri con la partecipazione di sindaci e giunte.
Le delibere approvate vogliono rappresentare un'adesione alle prossime azioni dimostrative organizzate dall'associazione dei comuni siciliani (ANCI). La mobilitazione, oltre a evidenziare i «reali pericoli derivanti dai tagli indiscriminati», prende spunto anche dal parere espresso dalla Corte dei conti in occasione del giudizio di parificazione del bilancio della Regione, in cui si sottolineava il «preoccupante peggioramento della finanza locale, imputabile principalmente alla progressiva e consistente riduzione dei trasferimenti di provenienza statale e regionale».
Troppi 390 comuni.
La frammentazione produce classi dirigenti inadeguate ed
impreparate.
A questo proposito la magistratura contabile ha rincarato la dose lo scorso novembre, affermando con che alle autonomie locali è stato chiesto «uno sforzo di risanamento non proporzionato all'entità delle risorse gestibili dalle stesse a vantaggio degli altri comparti amministrativi».
In relazione all'Imu sui terreni agricoli, l'Anci sottolinea come la decisione del governo nazionale abbia non solo determinato una drastica riduzione del Fondo di solidarietà nazionale ma abbia anche fortemente penalizzato i comuni parzialmente montani e, soprattutto, quelli a forte vocazione agricola.
Il numero di comuni che stanno dichiarando il dissesto finanziario «sta crescendo in maniera esponenziale, trasformando in ordinario un fenomeno che la normativa immaginava come eccezionale. Questi  comuni, in questo modo, affermano di non essere in grado di onorare i debiti o di assolvere le funzioni indispensabili di loro competenza. Per la comunità questo equivale, inevitabilmente, a un innalzamento delle tasse e a una riduzione all'osso dei servizi».
Tra le richieste sottoposte ai consigli comunali, 
-la costituzione di un Tavolo permanente di concertazione tra Stato, Regione siciliana e Comuni per affrontare la grave crisi finanziaria. 

Al governo nazionale si chiede 
-la modifica della norma che ha rivisto il regime di esenzioni dall'Imu terreni agricoli, con particolare riferimento all'imposta relativa al 2014; 
-un contenimento dei tagli a valere sul Fondo di solidarietà nazionale; 
-di rendere più flessibili le regole relative al Patto di stabilità anche al fine di favorire, laddove possibile, le spese per investimenti; 
-di prevedere misure che, anche in relazione all'attuazione dell'armonizzazione contabile dei bilanci, possano far fronte al crescente fenomeno di Comuni che dichiarano il dissesto finanziario;
-di rivedere la norma che ha previsto il definanziamento dei Fondi Pac.

Al governo regionale si chiede, invece, di erogare tempestivamente agli enti locali le risorse relative al 2014 e di mantenere inalterato il livello dei trasferimenti per il 2015.

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