StatCounter

venerdì 23 gennaio 2015

Aspettando il nuovo Eparca (56)

Sappiamo, ci viene ripetuto, sembra scontato che entro Febbraio l'Eparchia di Piana degli Albanesi avrà il suo Vescovo.
Sappiamo pure che quando un evento ecclesiastico è dato da tutti per scontato poi nella realtà i prelati che gestiscono la vicenda, come per capriccio, la ritardano, la rinviano, la modificano dalle fondamenta. 
Ricordo che qualche tempo fà, col Blog, mi avventurai, sulla base di piccoli indizi, che mi erano stati riferiti circa visite e passeggiate di prelati lungo il corso (la via Kastriotta) di Piana degli Albanesi, a dire che che "qualcosa si muoveva".
Un carissimo amico che lesse quella ingenua affermazione mi chiamò al cellulare, di notte, mentre dormivo per dirmi che sulla base di quella asserzione avremmo avuto un ritardo nella nomina del vescovo di almeno sei mesi. 
Chiusa la telefonata io continuai a dormire e -come se avesse avuto ragione quell'amico- di fatto di mesi ne sono passati più di sei.

Spero che chi ha da assolvere agli adempimenti di nomina del nuovo Eparca si preoccupi più delle sorti di una realtà religiosa speciale quale è l'Eparchia dei greco-bizantini di Sicilia che dei testi "laici" di un Blog di provincia quale è il nostro. Ciò che scriviamo sono idee e pensieri nostri, non hanno e non vogliamo che pesino più del loro poco peso reale.

Chi ha il carteggio sulla nomina, se ha completato tutti i giri, tutte le consultazioni -orali o scritte- tutti gli interrogatori -orali segreti o scritti segreti- si decida a sottoporre quanto necessario a Papa Francesco.
La realtà secolare del rito greco di Sicilia ormai è "all'osso", nel senso che non gode di buona salute. Ad essere interessati delle sue sorti sono più i laici, non tutti proprio fedeli, stante che in tanti sono preoccupati dall'aspetto culturale, etnico, socio-immaginativo, che i sacerdoti, i papàs.
Si, i sacerdoti sanno più di funzionari che dopo aver dedicato mezz'ora per la celebrazione liturgica di San Giovanni Crisostomo (che in Grecia richiede almeno un ora e mezzo) bisogna rintracciarli al telefonino per dirgli che la signora Ambrogina avrebbe bisogno dell'ultima unzione.
Certo esiste ancora qualche sacerdote che conosce il territorio assegnatogli meglio delle proprie tasche ed è interessato, lui, a cercare le pecorelle del grege. Non attende che le pecorelle vadano a cercarlo. Questi sacerdoti sono ormai rari a Palermo, a Roma come a Piana.

Il clero che a noi è offerto di conoscere è di quello che cerca una Parrocchia vicino casa. Ricordo che quando l'Arcivescovo di Foggia, inviato dal Vaticano con compiti speciali per risolvere -fra l'altro- una "grana" scoppiata a Contessa, addivenne alla decisione di spostare alcuni sacerdoti da Piana degli Albanesi a Contessa, l'uno dietro l'altro gli interpellati rifiutarono.
A me, laico, è sembrato come quando nell'azienda in cui avevo lavorato era necessario spostare da una postazione all'altra qualcuno e prima ancora che fosse pronta la lettera arrivava la telefonata che tizio non era idoneo ai turni notturni, caio non poteva coprire turni pomeridiani etc. etc.

L'Eparchia necessita di una guida con la vista lunga; a nostro parere non serve chi ama vivere vicino casa propria. 
Amare un gregge che si va  smarrendo di anno in anno significa che è dovere di chi deve "scegliere" il Pastore di individuare figure che guardano oltre il palazzo curiale, oltre Piana degli Albanesi. Significa che il Vescovo, la figura del Vescovo, deve attingere nuova linfa in un dialogo aperto, pubblico, in direzione dell'ecumenismo. Deve stare un pò meno a Piana e servire nel contempo la Chiesa di Roma nel dialogo con Bartolomeo, Kirill etc.

Come spero che il mio amico non legga questo testo. Mi incolperà di ogni ora di ritardo che si accumulerà dopo il 28 febbraio.
Spero davvero che chi cura il carteggio lo sottoponga al più presto a Francesco.

Nessun commento:

Posta un commento