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sabato 13 dicembre 2014

Sapori di Sicilia (9)

13 dicembre: Santa Lucia
Ci fu un tempo in cui Siracusa, assieme ad Atene ed Agrigento, fu fra le più grandi metropoli del Mediterraneo.
Siracusa vanta inoltre di essere stata la prima chiesa in Europa fondata dall'apostolo Pietro, nel Duomo è infatti leggibile la dicitura: "Ecclesia Syracusana prima divi Petri filia".

Siracusa è pure stata, sia pure per breve tempo (dal 663 al 668), la capitale dell'Impero Romano d'Oriente quando Costante II, imperatore di Costantinopoli, pose la sede imperiale nell'isola. Non mancarono i Vescovi siracusani che andarono ad reggere la sede del Patriarcato Ecumenico della seconda Roma.
Seguendo la tradizione greco-bizantina sappiamo di Lucia, giovane siracusana promessa sposa ad un giovane del luogo. Avendo la madre ammalata essa decise di recarsi a Catania in pellegrinaggio per chiedere l'intercessione di Sant'Agata. Ottenne la guarigione della madre ma le fu predetto il suo prossimo martirio. Turbata, decise di non sposarsi e cominciò a distribuire il suo patrimonio ai bisognosi. 
Il fidanzato, furente per quanto stava capitando, la denunzio come cristiana all'autorità romana. Lucia rifiutò di abiurare la sua fede e fu condannata al lupanare, ma quando si provò a portarcela fu inamovibile come una roccia. Fu inutile il ricorso ad un paio di buoi  e pertanto fu trucidata per spada. Era il 13 dicembre.
A causa dello sfasamento fra l'anno solare ed il calendario giuliano, in quell'anno (e fino alla metà del Trecento) in realtà in quella notte cadeva il 25 dicembre, il giorno più breve dell'anno. Quella era una notte promessa di luce.
Lucia è il femminile di Lucius, da lux, che è luce. In greco fu Lukia e significò "segno di luce spirituale", ispirando in tal modo il suo patronato sulla vista.

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Per Santa Lucia i siciliani mettono in atto il "grande sacrificio" della rinuncia penitenziale.
La rinuncia in passato più che volontaria era una circostanza obbligata a causa della diffusa miseria.
Generalmente, ai nostri giorni, per Santa Lucia si rinuncia al pane e alla pasta e si usa mangiare la "cuccìa" di grano o farro bollito, piatto risalente al periodo greco.
Si usa condirlo con un filo d'olio d'oliva, ma molti lo condiscono con crema di ricotta o di latte.

Dai primi del Novecento è venuta diffondendosi l'arancina di riso. 
Il riso è profumato di zafferano con pisellini e pezzetti di carne, quindi manipolato in modo da farne una palla che, impanata e fritta, può resistere ai trasporti.
In questa giornata, dedicata a Santa Lucia, i siciliani non rinunciano alle squisitezze, come le panelle, le crocchette, i cardi, i broccoletti, i carciofi e quant'altro in pastelle che si possa friggere.

La ricetta, proposta per la giornata di Santa Lucia: Le Crȇpes

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