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lunedì 10 novembre 2014

CHIESA DELLE ANIME SANTE DEL PURGATORIO ... ... di Calogero Raviotta

Per completare quanto già riportato sulla commemorazione dei defunti (blog del 26|3, del 5|4, del 2|11) di seguito vengono riportati dati e notizie riguardanti la chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, con riferimento sia al suo particolare legame col culto dei defunti  (informazioni, arte, tradizioni, ecc.) sia al particolare ruolo svolto nella storia religiosa di Contessa, recentemente ed in tempi più remoti, come sede provvisoria della parrocchia greca e della parrocchia latina, in occasione di particolari eventi, che hanno determinato la inagibilità delle due chiese parrocchiali.
La chiesa delle Anime Sante del Purgatorio sorge nel centro storico di Contessa, sulla piazza principale del paese, originariamente appunto denominata piazza del Purgatorio ed all’inizio del corrente secolo dedicata, dopo la morte del re, a Umberto I.
Non si hanno riscontri certi sulla data di costruzione della chiesa, anche se da vari documenti (resoconto delle visite pastorali del vescovo di Agrigento) si può desumere che sia stata edificata nella prima metà del secolo XVIII da devoti contessioti e da questi dotata di esigue rendite.
Sembra che il primo benefatore, che abbia contribuito alla costruzione della chiesa, sia stato Leonardo Musacchia e quindi Giuseppina Chetta. Per testamento nel 1834  la chiesa fu dotata di altre rendite da papas Filippo Lojacono.
Con certezza si sa che era stata aperta al culto ufficialmente dopo il l750: non viene riportato infatti alcun cenno nel resoconto della visita vescovile del 1752, mentre la chiesa é citata nel resoconto della visita del 1756  ed  in un documento della curia vescovile di Agrigento del 1771.
L’assenza di documenti certi sulla sua origine ha determinato, in merito al diritto di patronato, varie pretese e contestazioni tra  laici,  clero e Curia vescovile.
Andrea, Nicolò, Giovanni e Francesco Chetta, padre e figli, avevano ottenuto dalla regia Corte di Palermo il riconoscimento del diritto di patronato sulla chiesa delle Anime Sante, mediante lettere di manutenzione e possessione del 17 dicembre 1777, dietro loro esplicita richiesta, basata solamente sulla tradizione, senza alcun supporto documentale.
Tali lettere però furono annullate nel 1778, perché non fu adeguatamente documentato tale diritto dalla famiglia Chetta, come espressamente richiesto dalla Corte.
Essendo parroco greco D. Michele Franco e Parroco latino D. Ignazio Spada e vicario foraneo  D. Filippo Lojacono, nel 1804 viene chiarita dalla Gran Corte Vescovile di Agrigento la posizione della chiesa del Purgatorio: non é sottoposta al patronato né dei parroci né dei fedeli fondatori, ma solamente alla giurisdizione del vescovo e quindi del vicario foraneo che lo rappresenta.
La chiesa é costituita da una sola navata e originariamente presentava struttura, dimensioni e stile analoghi ad altre due chiese locali, che  si presumono contemporanee: Chiesa di S. Rocco e chiesa dell’Odigitria.
Nel 1946 lavori di restauro vengono eseguiti nella chiesa del Purgatorio (interni e facciata) ed il primo gennaio 1947 è riaperta al culto, restaurata col contributo dei contessioti emigrati in USA a New Orlèans  (Agostino, Andrea, Matteo e Ninì Schirò).
Il 18 agosto 1963 mons. Perniciaro  bendice  l’iconostasi della chiesa del Purgatorio, opera d'arte dell’artigiano Rosario Colletti di Giuliana.

Nel mese di novembre vi si celebra la Divina Liturgia e  altre ufficiature per i defunti. Molti contessioti ricordano che fino a 50 anni fa, nella chiesa delle Anime Sante, per tutto il mese di novembre, al mattino presto si pregava per i defunti: si recitava il rosario, veniva celebrata la S. Messa, in parte cantata, ed a conclusione si cantava il noto inno arbëresh “Parkalésiëm për shpìrtrat e mirë”, il cui testo é riportato di seguito.

Parkalesiëm                                                       Preghiera per i defunti

Parkalésiëm për shpirtrat e mirë,                         Preghiamo per le anime buone,
çë te zjarri me paqe durojën                                che nel fuoco con pazienza soffrono
e çë presiëm ndër lot me dëshirë                        e attendono tra le lacrime con ansia
te parràisi të shkojën në gëzim.                           Di passare con gioia nel paradiso.

Zoti Krisht, na të thomi për dita:                        O Signore, Ti supplichiamo ogni giorno:
jipi ndiésën Ti prëhien dhuròi,                            concedigli il perdono, donagli il riposo,
te ku mblen e pasuesme drita                             dove splende la luce inestinguibile
për gjithmonë ata klòfshin të lùmë.                    Siano essi per sempre beati

Atà shpirtra t’ën’  Zonë dishiròjën,                    Quelle anime bramano il Signore,
Perëndin atà thresiën gjith-herët,                        essi ognora invocano Dio,
Perëndin atà vetëm kërkòjën,                             essi cercano solamente Dio,
te parràisi do t’gjejën pushin.                             In paradiso vogliono trovare pace.

 Zoti Krisht, na të thomi........                                     O Signore, ti supplichiamo........

Po sa rijën se ng’shohiën t’ën Zonë!                   Ma non potendo vedere Dio,
Sa shërtime nga zëmbrat i dalën!                        Quanti sospiri escono dai loro  cuori!      
Nat’e ditë pa u lodhur po thonë:                        Giorno e notte senza stancarsi pregano:
shuana, o Zot, ktë të madh’ dishirim.                 Spegni, o Signore, questo grande desiderio.

 Zoti Krisht, na të thomi...........                                 O Signore, ti supplichiamo........

Per tutto il mese di novembre inoltre rimaneva esposta in passato nella chiesa delle Anime Sante, accanto all’altare, durante la quotidiana celebrazione delle funzioni religiose (Rosario e Divina Liturgia) una tela, dipinta nel 1746, che, con frasi e simboli rappresenta la morte, come evento che riguarda tutti gli uomini, potenti, umili, ricchi, poveri, ecc.
In questa tela, attualmente esposta nel Centro Culturale Parrocchiale (Piazza Umberto I), nella parte centrale, la morte é rappresentata dal cadavere di un uomo disteso. Nella parte inferiore invece sono dipinti i cappelli dei papi (tiara), dei re (corona), dei cardinali, dei vescovi, dei sacerdoti, ecc. Nella parte alta della tela sono riportate le seguenti frasi che invitano alla meditazione:
- “U son or le ricchezze, u son gl’anni e le gemme e gli scettri e le corone, le mitre con purpurei colori?”
- “Fermati e pria ch’altrove volgi i passi rimani attento e se non piangi allora o l’anima hai tu di bronzo o il cuore di sasso”.
- “Si muore  ed ogni cosa si lassa et all’eternità si passa”.
- “Ferma il passo e guarda in me mortale la tua figura cangiata affatto, non forse in vita mia son stato tale qual or tu mi vedi brutto e sfatto,  io fra viventi un dì a te fui eguale, tu un dì come me sarai disfatto, né saprai se non io l’originale o tu l’originale ed io ritratto”.
- “Fuimus sicut vos, eritis sicut nos  - Fummo come voi, sarete come noi”
-  “O tu che guardi in giù, io fui come sei tu, sarai tu come sono io”.
- “Pensa a questo e vai con Dio”.
Può risultare utile ricordare che nella chiesa della Madonna della Favara vi sono due dipinti su tela dedicati alla morte, appesi alle pareti appena si entra, uno a destra e l’altro a sinistra.
Un dipinto rappresenta la buona morte: un uomo sul letto circondato dagli angeli, dall’affetto dei suoi cari, dai santi, ecc.
Vi si leggono le seguenti parole: “A diu mi cedirò eternamenti, pri essiri cristianu e penitenti”.
L’altro dipinto invece é dedicato alla cattiva morte: un uomo disperato circondato da demoni. Vi sono scritte anche le seguenti parole: “Li spassi ntra lu meghiu mi mancaru, unni l’anni mei comu vularu”.

Dopo il terremoto del  1968, tutte le chiese di Contessa furono dichiarate inagibili. La chiesa delle Anime Sante fu la prima, dopo tempestivi lavori di restauro, ad essere riaperta al culto il 4 agosto 1968, per essere utilizzata come sede delle due parrocchie locali.
Dopo alcuni anni furono riaperte provvisoriamente al culto le due chiese parrocchiali e la chiesa delle Anime Sante riprese il suo ruolo di cappella affiliata alla parrocchia greca.
In tempi recenti tuttavia é stata ancora utilizzata come sede parrocchiale: prima durante i lavori di restauro della Chiesa greca  (dal 1989 al 1992) e successivamente durante i lavori di restauro della chiesa latina (dal 1993  al 1997).
Anche nel secolo scorso la chiesa delle Anime Sante fu utilizzata come parrocchia latina, essendo divenuta inagibile la chiesa della Madonna della Favara, per il crollo della volta e di parte delle strutture, avvenuto il 21 febbraio 1843.
Tale circostanza risulta descritta dettagliatamente nella lettera indirizzata al vicario curato foraneo (Don Epifanio Lojacono) e al clero greco di Contessa dal parroco curato e vicario foraneo (Don Giuseppe Ferrara) e clero latino, il cui testo é di seguito riportato: “Reverendissimi Signori, questa notte con sommo nostro cordoglio si é rovinata circa una metà di muro della venerabile chiesa, dedicata a Maria Santissima di tutte le Grazie, volgarmente della Favara, addetta a Chiesa latina, tirando seco la volta appoggiata. In mezzo al grave danno vi é stata quella di vari sacri arredi ed immagini e particolarmente quello prodotto in parte sull’eccellente Bara dedicata alla lodata nostra Signora; si é, in mezzo a tanta afflizione, avuta la consolazione che il Divinissimo, sito nella sua Tribuna dell’Altare Maggiore, ed il venerabile Simulacro di Maria Santissima si preservassero illesi per essere rimasto il Cappellone.
In tale lacrimevole disgrazia preghiamo Lei, acciò con la solita bontà, e per quella buona armonia, che ha esistito tra l’uno e l’altro Rito, sia compiacente permetterci che nella di lei Chiesa del Purgatorio sia trasportato il Divinissimo con una alle sacre Immagini, dandoci nel tempo istesso libertà di amministrare i Sacramenti, cantare Messe ed esercitare tutte le sacre Funzioni del nostro Rito, senza perciò sentirsi Lei impedito ed il suo clero presente e futuro di poter continuare a cantare Messe, Vespri, che per consuetudine vi hanno sin’ora celebrato e tutti i diritti, che vi hanno sin’oggi e che le appartengono come Curato e Rettore di queste Chiese Greche; obbligandoci di lasciare libera al menomo di Lei avviso, e successori, essa quante volte servirà loro per trasferirgli il Divinissimo in qualche urgente circostanza che Dio non voglia, alla Madre Chiesa, avendo la compiacenza allora di concederci altra Chiesa a Lei dipendente”.
(firmato: Giuseppe Maria Ferrara, Leonardo Lala e Antonino Rizzuto).
I lavori di ricostruzione della chiesa latina durarono alcuni anni, come si evince dal testo di una lettera del 28 maggio 1845 di mons. Giovan Battista Tarallo, Vicario Capitolare della diocesi di Monreale, con la quale confermava l’uso della Chiesa delle Anime Sante da parte del parroco e clero di rito latino “durante i lavori per necessario ristoro della parrocchia latina”.
Questi documenti costituiscono una evidente testimonianza di concreta collaborazione tra il clero delle due parrocchie di Contessa, specialmente quando si verificano eventi di particolare gravità, che interessano l’intera Comunità locale, latina e greca.


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