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giovedì 16 ottobre 2014

Perchè esistono ancora comuni privi di piano di emergenza o che non forniscono istruzioni alla cittadinanza ?

Dissesto idro-geologico
Terremoti
Alluvioni
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Ad ogni alluvione, ad ogni allagamento dei centri abitati scoppia inevitabilmente la polemica,  «il sistema ha funzionato, ma non abbiamo il potere di far smettere di piovere. Né possiamo chiudere mille chilometri di strade: servirebbe l'esercito», si sfoga Antonino Melara, capo della Protezione Civile in Toscana, riferendosi ai recentissimi allagamenti.
Non c’è dubbio che nel terzo millennio  la domanda di sicurezza cresce e non può essere  affidata all’improvvisazione come avverrebbe nelle nostre parti, dove i Piani di Protezione delle emergenze, di tutte le emergenze mancano e la popolazione non ha mai ricevuto istruzioni su come comportarsi nell'evenienza.
 Oggi  l'offerta di protezione civile non si riesce, dalle notizie che leggiamo ogni giorno,  a soddisfarla e pertanto non si fa altro che generare nella gente inquietudini.

La Protezione Civile in Italia è un'organizzazione più che complessa.
Al governo spettano  le linee guida generali, emanate nel 2004. Alle Regioni spetta la gestione.
A distanza di dieci anni però  quattro Regioni (Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Sicilia e Sardegna) non si sono ancora adeguate ed il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli l'ha denunciato alla magistratura.

Dissesto idro-geologico
Ogni Regione si organizza autonomamente. Così abbiamo venti sistemi operativi diversi. Questo produce parecchi effetti paradossali.
Per grandi linee questo è il procedimento:
a)      Il consorzio meteo fornisce le previsione alla Regione, che elabora gli avvisi di allerta e li comunica alla sala operativa della protezione civile, che avvisa le Province, che avvisano i Comuni, che avvisano volontari e corpi di pronto intervento.
b)      Tutto avviene via fax, ma con una reperibilità telefonica per evitare casi come quelli in Sardegna nel 2008 (un funzionario a fine turno lasciò l'ufficio senza attendere la conferma di ricezione del fax di allerta, l'indomani ci furono quattro morti) e nel 2013 (fax inviato nel pomeriggio di domenica, a municipi chiusi, cui seguirono diciassette morti).

c)       Se tutto ha funzionato, la palla passa al sindaco. A lui spetta prendere le decisioni operative e comunicarle ai cittadini. Le decisioni si prendono sulla base dei piani obbligatori per legge.  Secondo Legambiente, l'84% dei Comuni dispone di un piano, ma solo il 54% l'ha aggiornato. E solo un Comune su tre informa i cittadini sui rischi o svolge esercitazioni. Avere piani vecchi e non conosciuti equivale a non averli. 

Quei sindaci che non varano e/o non pubblicano i "piani" non violano solamente la legge; per essi si impone una questione sociale e di cultura, perchè pensano che si tratti di questione di opere o di allerta.

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