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giovedì 23 ottobre 2014

Hanno detto ... ...

SALVO ANDO', già ministro e presidente nazionale di Lab Dem  (libero pensatoio di matrice socialista in seno al Pd),
La Sicilia sta male. Dalla politica non arriva alcun segnale di possibili inversioni di tendenza tali da consentire un reale cambiamento.
Tutti gli indicatori economici vedono la Sicilia occupare posizioni di coda nelle graduatorie nazionali. Mi riferisco all’occupazione, alla deindustrializzazione dell’isola,ai finanziamenti che non si  è capaci di spendere, ai fatti di mala amministrazione denunciati anche dalla Corte di Conti.

La crisi c’è ovunque. E’ vero. La gente soffre al nord come al sud. Ma qui si ha l’impressione che nessuno sia in grado di trovare il bandolo della matassa. Si vive in una condizione di crisi politica permanente. I partiti paiono sfasciati, divisi su tutto. Capita che uno stesso partito sia contemporaneamente all’opposizione e al Governo. In questa situazione a poco valgono i viaggi a Roma per trovare una quadra, che riesca a compattare questa maggioranza. La soluzione va trovata a Palermo. Siamo di fronte ad una crisi ormai cronica sia della funzione di governo, che della funzione di rappresentanza; una crisi che sta portando al disfacimento delle istituzioni.

MASSIMO FRACARO, giornalista
Accade spesso, anzi troppo spesso che, per esigenze di bilancio, si decida di spostare all’indietro le lancette dell’orologio. E introdurre così aumenti delle tasse con effetto retroattivo. Un vizio comune a tutti i governi degli ultimi anni e che ha contagiato lo stesso Parlamento. Un giochetto (di prestigio) che consente, in pratica, di concedere sgravi a qualche contribuente, penalizzandone, però, altri. O di tappare, per questa via, improvvise falle nei conti pubblici.

L’ultimo esempio è quello dell’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive. Nella legge di Stabilità è appena stato deciso di alleggerirla per chi farà nuove assunzioni, soprattutto con contratti a tempo indeterminato, con una riduzione dell’aliquota dal 3,9 al 3,5%. Peccato che ci sia l’altro lato della medaglia: per tutti gli altri imprenditori, che non assumeranno, non perché sono cattivi ma perché non possono, l’imposta torna al livello precedente, al 3,9%. Da quando? Non dall’entrata in vigore della legge di Stabilità fissata per gennaio 2015 — dopo, probabilmente un estenuante dibattito parlamentare e la stesura di un maxi emendamento —, ma da gennaio scorso. 
Sì, da gennaio 2014, con dodici mesi d’anticipo.

Gerhard Ludwig Muller cardinale (si sarebbe rifiutato di salutare Papa Francesco al termine della messa di beatificazione di Paolo VI in segno di protesta contro l’attuale pontefice)

“Il Papa ha salutato soltanto alcuni di noi, quelli che stavano nelle prime file. Io stavo più indietro e comunque avevo parlato con lui già il giorno prima”.

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