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mercoledì 24 settembre 2014

Statuto dei Lavoratori. Giacomo Brodolini e Gino Giugni, due socialisti, ne sono i padri

In questi giorni in cui tanto si parla dello Statuto dei Lavoratori è doveroso ricordare chi ne è stato il "padre".
La minoranza interna al PD che mostra di voler difendere l'impalcatura dello "Statuto" sarebbe bene che ricordasse che quando lo Statuto fu approvato contro di esso si schierò la destra democristiana ed il resto della Destra. 
Ma non solo !
I comunisti (i cui residuati oggi mostrano di voler alzare le barricate) non lo votarono nemmeno loro.
Esso fu posto come condizione di adesione al governo di centro-sinisatra dai socialisti.

GIACOMO BRODOLINI 
Sento il dovere di dirvi che, in un caso come questo, il Ministro del Lavoro non pretende di collocarsi al di sopra delle parti, ma che sta con tutto il cuore da una sola parte: dalla vostra parte.”
(1968, Brodolini ai tipografi della Apollon in lotta per difendere il posto di lavoro)
Uomo politico e sindacalista, Giacomo Brodolini (Recanati 1920 – Zurigo 1969) ricoprì la carica di Ministro del Lavoro e della Previdenza sociale dalla fine del 1968 all’estate del 1969. In tale veste, promosse una vasta attività legislativa in materia previdenziale e sindacale; a lui si devono, pur nel breve periodo del suo dicastero, una serie di riforme  in difesa dei diritti dei lavoratori.
In soli sei mesi riuscì  a promuovere una serie di interventi molto importanti che hanno comportato:
  • il superamento delle "gabbie salariali"
  • la prima organica riforma previdenziale
  • i provvedimenti di riforma del collocamento (per abolire l'odioso sistema del "caporalato" nei mercati di piazza della manodopera)
  • il risanamento del sistema mutualistico
  • un disegno di legge per la libertà sindacale e la tutela dei diritti dei lavoratori nei luoghi di lavoro.
Alla vigilia della sua partenza per Zurigo, da dove non sarebbe più tornato, Giacomo Brodolini riuscì con grande lucidità a fare approvare dal Consiglio dei Ministri il disegno di legge sulla riforma del lavoro, il c.d. Statuto dei lavoratori. Il disegno di legge approdò in Parlamento l’anno successivo alla sua morte, dove fu approvato il 20 marzo 1970 (Legge n. 300 del 20 marzo 1970). Esso ha costituito -da allora- il fulcro delle garanzie dei diritti dei lavoratori e oggi è punto di riferimento delle discussioni circa i diritti e le libertà fondamentali nell’ambiente di lavoro.
"Un deputato da solo non è niente, un ministro da solo non è niente, un consigliere comunale da solo non è niente. Ma ognuno di noi può concorrere all’evoluzione generale della società, alla crescita della democrazia e al progresso dei lavoratori, in cui sappia saldarsi al movimento generale delle masse e tragga da esso le sollecitazioni, le spinte e gli stimoli per delle incisive realizzazioni e per delle avanzate conquiste.”
(Discorso tenuto da Giacomo Brodolini al Congresso delle Acli nel 1969 a Torino)

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