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domenica 13 luglio 2014

Il Vangelo alla luce dei fatti di ogni giorno

MATTEO 
5,  14-19
NON VENNI PER ABOLIRE, MA PER COMPIERE
14 Voi siete la luce del mondo. Non può restare nascosta una città posta su un monte;   15  né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere e risplende per tutti quelli di casa. 16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere belle e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. 
17  Non pensiate che sia venuto per abolire la legge o i profeti: non venni per abolire, ma per compiere. 18 Amen vi dico: finché non sia passato il cielo e la terra, neppure un solo iota o una sola virgola passerà dalla legge, senza che tutto sia compiuto. 19 Chi dunque trasgredirà uno solo di questi comandi, anche minimi, e insegnerà così agli uomini, minimo sarà chiamato nel regno dei cieli. Chi invece farà e insegnerà, costui grande sarà chiamato nel regno dei cieli. 20  Perciò vi dico: se la vostra giustizia non sarà eccessiva, più degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. 

(Brano del Vangelo che in questa domenica viene proclamato nelle chiese di rito bizantino)

Il brano è rivolto ai discepoli, alla Chiesa nascente, e segue al discorso delle beatitudini.
Voi siete la Luce. La luce è il principio della creazione. Per Matteo -con Gesù- l'umanità è chiamata ad una nuova creazione; come se si trattasse di una nuova grande luce che sorge su quanti abitano nelle tenebre e nell'ombra della morte.
Stando ai libri evangelici, e quindi secondo il Cristianesimo, il mondo è strutturato sulla brama
-di avere
-di potere
-e di apparire,
con il suo ingannevole fascino che lo fa sembrare buono, bello, e desiderabile.

La candela non si preoccupa di illuminare: semplicemente brucia, e, bruciando, illumina. L'identità (cristiana) non può restare nascosta, anche se non fa nulla per farsi vedere: il sale non può non salare, e la luce non illuminare. Il problema non è salare o illuminare, ma essere sale e luce a beneficio della nuova-creazione.

Chi, secondo le regole del 
possedere
dominare sugli altri
e dell'apparire
cerca la rilevanza sul prossimo invece della propria identità, è come la rana che si gonfia per divenire bue.
Nessuno dà ciò che non ha: ciò che ciascuno è parla più forte di ciò che dice.

Quante volte nella vita abbiamo spento la luce (la correttezza, l'onestà...) sotto il moggio dei nostri opportunismi ? 
La "luce" invece va messa sul lucerniere.

Non venni per abolire la legge, ma per compiere. Questa frase indica, segna, il punto di rottura fra l'Ebraismo ed il Cristianesimo. 
L'Ebraismo ritiene che rispettando la "Legge" si è a posto, si è in pace con la propria coscienza.
Il Cristianesimo è altro ! 
Non si tratta di precettistica o piccineria mentale: il valore di una persona, la sua finezza e magnanimità, è “fare e insegnare” ciò che l’amore detta. 
Il Cristianesimo è infatti solidarietà, è servire il prossimo, è accogliere ... l'immigrato. E' accogliere sempre e tutti, mai respingere e/o vendicarsi.
Tutto ciò non significa che la "legge" è inutile, non serve. Essa serve, e come se serve !! Essa ci indica come e dove sbagliamo.

Il Cristianesimo, se non si ri-nasce alla "luce", appare difficile da accettare (come quando ci dice di ...porgere l'altra guancia a chi ci dà uno schiaffo, oppure, quando ci invita ad amare i propri nemici).  
Gesù è il primo che in questo mondo di ... lupi (o meglio di ciechi e/o di morti alla luce) che ha vissuto l'amore
Egli non abolisce la "legge" ma la ...compie in modo superiore,  in modo divino: perdonando
Chi perdona dà vita. Blocca l'espandersi del  male.
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P.s.-
Per impedimento personale non è stato possibile curare la riflessione sui brani delle due domeniche passate. Si tratta dei brani di Matteo 16, 13-19  (29 giugno) e 8, 5-13 (6 luglio).
Troveremo una opportunità per soddisfare l'attesa di chi ha chiesto di curarne -anche tardivamente- la pubblicazione.

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