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mercoledì 30 luglio 2014

Giornali. Quando una voce tace è segno che la democrazia è ferita

Dal 1° agosto l'Unità, lo storico giornale fondato novant'anni fà da Antonio Gramsci non sarà più in edicola.
La decisione di sospendere le pubblicazioni è stata assunta dagli azionisti. 
Non è escluso comunque che in futuro possa tornare nelle edicole, ma per intanto questa è la decisione.

Si è trattato del giornale, espressione per decenni di una certa sinistra, non certo della parte migliore della Sinistra se da quelle pagine si è data voce al Comunismo-Stalinista, al Comunismo-Togliattiano e giustificazione alle invasioni e alle cannonate sui lavoratori dell'Ungheria e in un certo senso della Cecoslovacchia.
Ma è pure vero che da quelle colonne sono arrivate voci alle tante battaglie in difesa della democrazia e del progresso nel nostro paese.

A noi che molte battaglie di quel giornale filo sovietico fino all'ultimo Berlinguer, il segretario Pci che molto timidamente e con tempi lunghissimi è arrivato al distacco da un mondo, quello sovietico, che nulla aveva a che fare col Socialismo democratico, non è mai piaciuto per lungo tempo. Tuttavia nell'ultimo ventennio esso si è avvicinato alle posizioni della Socialdemocrazia e confidavamo che sarebbe stata una voce utile al renzismo oggi trionfante; quel renzismo ancora privo di un chiaro indirizzo in una Europa in crisi.

Confidiamo che l'Unità possa tornare nuovamente in edicola e che mai più ricada nelle nostalgie Comuniste, togliattiane o settarie che hanno caratterizzato i primi decenni post-Costituzione.

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