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sabato 5 aprile 2014

Storia, Cultura ed il vivere bizantino n. 2

I cristiani, alcuni cristiani,  introducono l'inizio della loro Storia con una contrapposizione fatta tra un bimbo ebreo che nasce in una stalla, nella dignitosa povertà, ed un Cesare Augusto che a Roma, da Roma, instaura l'impero sull'intero mondo allora conosciuto. 
Assieme -più o meno negli stessi anni-  nascono entrambi queste realtà:
1-L'Impero inaugurato da Augusto, che vuole conoscere quanti siano i suoi sudditi  per poi imporre a ciascuno i tributi che gli devono essere devoluti e -perciò-  indice un censimento,
2-Il Cristianesimo che muove i primi passi da una famiglia che dalla Galilea deve spostarsi nella terra di Giuda per assolvere alle disposizioni di Augusto.

L'Impero esprime l'apice del mondo dei possidenti, degli uomini che si realizzano con l'apparenza e ovviamente di chi detiene il potere politico. Chi si riconosce nei valori dell'avere, apparire, potere, in qualsiasi parte del mondo si trovi, ha trovato nell'Impero lo strumento di esercizio del dominio. 
Il Cristianesimo -ancora nascente- inizia di contro con un bimbo, fragile, povero, minacciato nella sua stessa esistenza  e accolto da pastori, ossia quella fetta di popolo esclusa dal mondo che conta, non buona nemmeno per rendere testimonianze o addirittura per frequentare il Tempio. Gente impura. 
Due mondi -l'Impero ed il Cristianesimo- che non hanno nulla da condividere, verrebbe da dire.

In una serie di scritti ci proponiamo di capire come e dove -ad un certo punto della Storia del mondo conosciuto (i territori che si affacciano sul Mediterraneo)- i modi di procedere e di applicare i valori  dell'Impero (avere, apparire, potere) e del Cristianesimo (dare la salvezza agli esclusi, agli impuri) cominciano a differire nella parte Occidentale del mare nostrum ed in quella Orientale, fermo restando per entrambi le due realtà l'ancoraggio ai motivi di origine. 
In pratica vogliamo cogliere il punto, i punti, dove la sfera cattolica e quella ortodossa del Cristianesimo  cominciano a distinguersi e a trasmettere rispettivamente visioni di convivenza diverse nelle rispettive società civili in cui operano.
Non ci interesseranno tanto i contrasti teologici ma gli effetti di un tipo di approccio al "mondo" rispetto all'altro.
Da subito possiamo dire che i valori dell'Impero (avere, apparire, potere) sono identici a quelli che si ritrovano ancora oggi, dopo duemila anni, in qualsiasi realtà statuale del mondo. Il dominio dei forti sui meno forti (al di là dei metodi autoritari o democratici) non ha perso smalto. Augusto è ancora lì ad indire "censimenti" per continuare a mostrare la faccia dello  "avere", "apparire", "potere". 
Ci proporremo quindi di capire se il Cristianesimo dei successori di quel bimbo ebreo nato in una stalla della Giudea sia ancora ancorato agli "esclusi" o si sia compenetrato con l'Impero, quello che i testi del Nuovo Testamento chiamano "nuova Babilonia".

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