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giovedì 13 marzo 2014

RESTAURO DELLA VARA DELLA MADONNA DELLA FAVARA ... ... di Calogero Raviotta

A Contessa Entellina,  in occasione della festa principale del paese, la statua della Madonna della Favara, cui  i Contessioti sono molto devoti, viene  portata in processione su un grande fercolo di legno, noto col nome VARA oppure AVARA, costruito nel 1838 e soggetto alla tutela della Soprintendenza  alle  Gallerie  e alle  Opere d'Arte della Sicilia, perchè considerato opera di particolare interesse storico e artistico.
Per incuria e vetustà, la VARA da tempo, nel secolo scorso, presentava uno stato di gravissimo degrado, che faceva temere il suo imminente disfacimento.
Per il valore morale e religioso, che la VARA ha sempre rivestito per i Contessioti, essendo parroco papas Cola Bufalo, dopo il 1980, fu deciso di effettuare un intervento di restauro, che  assicurasse la sua stabilità, conservazione e utilizzazione ancora per parecchi decenni.
Terminato l'intervento di restauro, l'Associazione Culturale "Nicolò Chetta", in collaborazione con l'Amministrazione comunale e le Parrocchie, curò l'organizzazione di una "Giornata Culturale" per celebrare solennemente l'importante avvenimento con le seguenti manifestazioni pubbliche il primo maggio 1984:
-    Solenne pontificale in rito greco-bizantino celebrato nella Chiesa della Madonna della Favara da S.E. Mons. Ercole Lupinacci, Vescovo dell'Eparchia di Piana degli Albanesi;
-    Presentazione ufficiale  del restauro della VARA nell'aula consiliare comunale  con interventi di amministratori pubblici, operatori culturali, tecnici, ecc.
-    Processione straordinaria con la VARA restaurata lungo il tratto della via Morea che va dalla chiesa della Madonna della Favara fino alla piazza Umberto I (andata e ritorno).
La partecipazione numerosa dei Contessioti ai vari momenti della giornata culturale può essere considerata come viva testimonianza del particolare interesse, che viene riservato al vasto e peculiare patrimonio culturale locale, di cui la VARA è una delle espressioni più significative.
Per completare quanto già brevemente anticipato  (blog del 22 febbraio 2014) sulla vara, può risultare utile conoscere alcuni aspetti particolari dell'intervento di restauro ed a tal scopo di seguito sono riportati i testi delle relazioni svolte in occasione della giornata culturale.

Sintesi dell'intervento del Dott. Calogero Raviotta, presidente dell'Associazione"N. Chetta"
Oggi, primo maggio, festività civile dedicata ai lavoratori e festività religiosa dedicata a S. Giuseppe artigiano, è una ricorrenza particolarmente significativa per presentare la VARA restaurata: un'opera che testimonia la capacità creativa dell'uomo ed onora il lavoro dell'uomo, un'opera destinata all'avvenimento religioso più caro ai Contessioti: la processione della Madonna della Favara.
L'Associazione culturale "Nicolò Chetta", considerando il restauro della VARA l'avvenimento storico-culturale locale più importante del 1984, in collaborazione con le parrocchie, ha voluto organizzare l'odierna giornata culturale per rendere noto quanto segue:
-    l'importanza ed il valore storico-artistico della VARA, opera soggetta alla tutela della            Soprintendenza alle Gallerie ed alle opere d'Arte della Sicilia;
-    il valore morale e religioso che la VARA riveste nell'animo  dei Contessioti;
-    la sensibilità e l'attenzione dimostrata dai due enti che hanno erogato i fondi necessari per il restauro della VARA (Comunità Montana di Corleone e Camera di Commercio di Palermo);
-    l'operosità, lo zelo e la tenacia di papas Cola Bufalo che ha curato tutti gli adempimenti  necessari per realizzare il      restauro (autorizzazioni, relazioni tecniche, fondi, ecc..),  non scoraggiandosi di fronte alle difficoltà sorte;
-    la competente relazione tecnica dell'arch. Maria Cusenza di Sambuca di Sicilia e l'intervento di restauro effettuato, con perizia e ammirevole capacità professionale, dai fratelli Russotto, artigiani di Bisacquino.
L'Associazione "Nicolò Chetta" ha voluto testimoniare l'importanza dell'avvenimento inoltre con la stampa della monografia "OTTO SETTEMBRE A CONTESSA ENTELLINA: FESTA DELLA MADONNA DELLA FAVARA", elaborata, oltre che per la particolare circostanza del restauro della VARA, anche e soprattutto per dare ai numerosi Contessioti emigrati una testimonianza fotografica e descrittiva dell'avvenimento, che rimane più vivo nel ricordo di chi ha lasciato il paese natio: la festa della Madonna della Favara ed il paese nel sul complesso.

Intervento del Dott. Nicolò Cuccia, Sindaco di Contessa Entellina     
Un particolare benvenuto e ringraziamento rivolgiamo agli illustri ospiti Mons. Lupinacci, Avv. Bisagna, Dott. Di Giovanna, Arch. Maria Cusenza, al Clero ed alle Autorità dei Comuni confinanti, un saluto ai nostri Parroci, al Dott. Raviotta, Presidente dell'Associazione Culturale "N. Chetta", ed ai rappresentanti delle altre istituzioni culturali locali, che con la loro presenza testimoniano l'importanza e la validità dell'iniziativa (restauro della VARA), che rappresenta uno dei momenti più significativi per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale locale.
Un plauso riconoscente al nostro Papas Cola che con la sua perseveranza e la sua tenace volontà si è adoperato  per ottenere i contributi necessari per provvedere al   costoso restauro.
Un doveroso ringraziamento alla Comunità Montana di Corleone ed alla Camera di Commercio di Palermo che hanno erogato un generoso contributo dovuto soprattutto alla sensibilità dimostrata dai loro rispettivi Presidenti, Avv. Bisagna e Dott. Di Martino.
Sappiamo che per i Contessioti il restauro della VARA non rappresenta solamente un intervento conservativo di un'opera artistica, ma soprattutto una delle espressioni e componenti del patrimonio culturale religioso più caro e più sentito.
Infatti nell'animo dei Contessioti la festa dell'8 settembre significa il rinnovarsi di antiche tradizioni, il ritorno a Contessa degli emigrati, il ritorno a casa di quanti vivono e lavorano altrove, il ritrovarsi con familiari e parenti, il rivivere i momenti più cari ed indimenticabili trascorsi nel paese natio.
Nell'animo del Contessioto è sempre vivo il desiderio di poter assistere ogni anno al momento più significativo della festa: la processione.
Non si può immaginare la processione della Madonna della Favara senza la maestosità della sua VARA.
Il restauro quindi, assicurando ancora per molti decenni il rinnovarsi, con la consueta solennità, della festa dell'8 settembre, contribuisce alla conservazione delle nostre tradizioni più care.
Concludiamo rinnovando il nostro più vivo e sentito ringraziamento a quanti si sono adoperati per realizzare il restauro, la cui importanza è testimoniata dalla giornata culturale odierna, che ci auguriamo sia di stimolo per nuove iniziative tendenti alla valorizzazione del patrimonio culturale locale.
                  
Intervento di Papas Nicola Bufalo, Protopresbitero della chiesa matrice greca di Contessa
Rivolgo a tutti i presenti un caloroso benvenuto a questa lieta ricorrenza. Questo avvenimento è stato desiderato da molti anni e mi rallegro con voi perchè finalmente si è realizzato.
Non mi è facile oggi dimenticare lo squillare del campanello  di allarme che alle mie orecchie risuonava  ogni anno per la festività dell'8 settembre, nel momento dell'uscita della processione della Madonna con il suo baldacchino (VARA) che, anno per anno, cadeva a pezzi.
Non nascondevo la mia grande preoccupazione per il danno che poteva accadere nel momento del rientro della processione, al momento della caratteristica "Corsa", come suole chiamarsi qui a Contessa, dell'andare su e giù con la Vara. Ogni anno il giorno della festa mi assillavano questi interrogativi: Come restaurare la VARA? Eliminando la festa esterna? Facendo una colletta pubblica e impegnando tutto il popolo?
Passato l'entusiasmo del momento della festa, tutto  rimaneva come o peggio di prima e l'argomento tornava di attualità nell'anno successivo.
L'incentivo è partito dal vicino Comune di Sambuca di Sicilia, da dove era partito anche l'incoraggiamento ai miei predecessori, nel lontano 1838, per la costruzione della VARA, dietro intervento del canonico Ciaccio appunto di Sambuca. Non entusiasmarsi delle opere di recupero e di restauro effettuate a Sambuca, significa non sapere amare il bello e l'antico. Così con tale spinta ho iniziato a prendere contatti con la Comunità Montana di Corleone e con altri Enti.
Promesse e buone speranze sono emerse a poco a poco da questi incontri. Tralascio il resto che è stato già detto e descritto nella monografia presentata dal Dott. Raviotta, uomo di impegno e di alti valori. Oggi sono contento per quello che è stato fatto e che viene presentato in questa giornata. Sento inoltre il dovere di elevare a Dio un ringraziamento e una lode alla Vergine SS.ma, Madre e Maestra, che mi ha          sostenuto nel proseguire l'impegno intrapreso in tanti momenti di scoraggiamento, nonchè il mio grato pensiero di ringraziamento al Dott. Salvatore Bisagna presidente della Comunità Montana di Corleone ed a tutti i suoi collaboratori, che con affabilità cordiale mi hanno sempre ricevuto.
Lo stesso pensiero grato va al Dott. Di Martino, nostro compaesano e presidente della Camera di Commercio di Palermo, per il contributo erogato per il restauro.

Intervento dell'Arch. Marisa Cusenza
La data odierna riveste un particolare significato non solo per i Contessioti, ai quali è stata restituita un'opera d'arte, la VARA della Madonna della favara, che riveste per loro un grande valore affettivo, ma per tutti coloro  che si sentono partecipi del vasto patrimonio storico-artistico della nostra Sicilia.
Ritrovarci oggi a festeggiare quest'avvenimento testimonia la continuità tra il passato, che ha voluto la VARA della Madonna, e il presente nella persona di Papas Nicola Bufalo prima, dell'Associazione Nicolò Chetta e di tutta la  comunità di Contessa Entellina poi, che hanno fatto si che  essa ritornasse all'antico splendore.
La "VARA" della Madonna della Favara, la nicchia-baldacchino in legno scolpito e dipinto su cui viene portato in processione il simulacro di Maria SS. della Favara, l'otto settembre di ogni anno in occasione della festa principale del paese, è uno dei capolavori di artigianato più antichi di Contessa Entellina. Essa riveste notevole "interesse artistico e storico", come reso noto dalla Sopraintendenza alle Gallerie e alle Opere d'Arte della Sicilia con lettera del 24 maggio 1965 all'allora Parroco Papas Giovanni di Maggio.
Oggi la potremmo definire un "bene culturale", rifacendoci   alla legge regionale n. 80 del 1977, la prima legge organica     intervenuta a tutelare e valorizzare il patrimonio storico-culturale della nostra Isola.
La VARA fu costruita a Palermo nel 1838 su incarico del Comitato nominato in quell'anno per i festeggiamenti in onore della Madonna della Favara, mediante le offerte in denaro e in natura degli abitanti di Contessa.
Nell'archivio della Parrocchia greca di Contessa, si conserva il contratto per la costruzione della suddetta VARA, contratto stipulato l'undici maggio 1838 presso il notaio Giuseppe Donato Deluca di Palermo.
Procuratore speciale dei deputati per la costruzione della VARA, fu il canonico Don Calogero Ciaccio di Sambuca; l'incarico di costruire la VARA fu affidato al "falegname"   mastro Filippo Serio di Palermo che si impegnava ad "eseguire la detta Bara (così come si legge nel contratto), tanto per legname, manifattura, indoratura, scultura, intagliatura ed ogni altro bene e magistralmente per come l'arte ricerca e la perizia ed a norma del disegno firmato dalli detti di Serio, canonico Ciaccio e fratello Riccardo", un frate cappuccino di Palermo, al quale fu demandato il compito della "direzione e sorveglianza" dell'opera. Il contratto descrive i materiali da usare nella costruzione della VARA, indica le misure di massima e le principali caratteristiche di essa, nonchè la somma in denaro da corrispondere all'esecutore dell'opera.
L'ottocentesca VARA della Madonna della Favara presenta  uno zoccolo a pianta ottagonale, su cui sono impostati quattro gruppi di colonne e "pilastri" con basi e capitelli in stile corinzio.
Ogni gruppo comprende due colonne intercalate da un pilastro; ciascuno di questi poggia su un unico plinto e presenta alla sommità un unico architrave, con fregio e cornice, ad andamento circolare. La parte centrale di ciascun plinto, corrispondente al pilastro, sporge in avanti per sostenere un angelo anch'esso in legno scolpito.
Nella parte centrale dello zoccolo si trova un piedistallo, dove si pone il simulacro della Madonna durante la processione. Su ciascun architrave poggiano altri due angeli ai due lati di un vaso intagliato. Sui quattro architravi poggia una corona di m. 1,40 di diametro e m. 1,00 circa di altezza; l'altezza complessiva della VARA  è di m. 4,40.
Sulla corona sta una cimosa costituita da due puttini che sostengono una raggiera col nome di Maria, cimosa ora rifatta ex novo, essendosi perduta quando cadde in disuso porla sulla VARA durante la processione, per via dell'impianto elettrico, i cui fili lungo le strade non permettevano il passaggio della VARA con la cimosa.
Le opere di consolidamento e di restauro effettuate sulla VARA l'hanno ricondotta al primitivo decoro, restituendo ai Contessioti un'opera d'arte, che riveste un particolare valore affettivo, salvando al tempo stesso un bene storico-artistico in cui, accanto alla ricercatezza e alla cura della forma, si ritrova una fattura anch'essa molto accurata. Essa presenta rispetto alla coeva VARA della      Madonna dell'Udienza della vicina Sambuca di Sicilia, fatta costruire nel 1817, un più attento studio delle proporzioni fra le varie parti costituenti la nicchia-baldacchino, cui la  corona dalle linee sinuose posta sulla sommità conferisce una maggiore grazia e conclude nella maniera più consona l'insieme, che oggi ritorna ad essere dominato dalla cimosa.
Gli intagli, più diradati nella zona inferiore della VARA, sembrano moltiplicarsi come in un crescendo, se si alza  man mano lo sguardo verso il coronamento, da cui  scendono, nella parte interna, dei festoni in legno intagliato e decorato. Lo zoccolo presenta, sulle quattro facce maggiori, dei bassorilievi raffiguranti scene della vita della Madonna, che spiccano con il colore dell'oro sullo sfondo dipinto ad imitazione del marmo verde con venature bianche.
Oltre all'oro e al finto marmo verde, domina la VARA il colore del finto marmo rosso venato che decora anche le colonne e i pilastri insieme all'oro delle scanalature.
Si sono rese necessarie, in primo luogo, opere di consolidamento, risentendo il legno della VARA  dei    danni prodotti dall'usura del tempo, da tarli e umidità, nonchè dagli scossoni che riceve quando, al termine della processione, viene portata su e giù per la strada prima di rientrare in Chiesa.
Sono stati rifatti alcuni tratti di intagli e di cornici mancanti e sono state restaurate le sculture; in precarie condizioni si trovavano soprattutto i dodici angeli che adornano la VARA.
Sono state rifatte le decorazioni pittoriche che si presentavano manomesse nello zoccolo e nei plinti, forse a causa di un restauro mal eseguito nei primi decenni del nostro secolo.
E' stata rifatta la doratura nelle parti in cui mancava, principalmente nel coronamento e nei capitelli delle colonne e dei pilastri.
L'oculato intervento di restauro eseguito ha restituito agli abitanti di Contessa Entellina, ma non solo ad essi, questo capolavoro dell'artigianato siciliano del secolo scorso, che è anche testimonianza della civiltà dell'epoca, e come tale facente parte del vasto patrimonio siciliano storico-culturale.         
 (Madonna della Favara - continua)

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