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martedì 11 marzo 2014

Aspettando il nuovo Eparca (n. 44 )

Papa Francesco pochi giorni fa' alla Congregazione dei Vescovi ha tracciato il profilo che i nuovi vescovi dovranno possedere. 
Ne abbiamo accennato nei precedenti appuntamenti di questa rubrica, ma soffermarci ulteriormente su alcuni punti e' utile. 
A Piana degli Albanesi serve sicuramente un Eparca equilibrato ed integro che sappia raccogliere, ricucire, cio' che da qualche decennio e' andato (così a noi è sembrato) sfaldandosi. 
Chi scrive queste righe e' un laico, ma non gli sfugge l'esigenza che il prossimo Eparca  dovra' dedicarsi accanto all'attivita' pastorale pure a ricreare strutture organizzative e progetti di impegno laicali assenti da parecchio tempo.  
E' auspicabile che l'Eparca disponga  di vasta preparazione e cultura cristiana che lo renda idoneo a dialogare con i variegati contesti specifici della realta' locale, che -come e' noto- comprende comunita' di rito bizantino e di rito romano, ambienti sociali bisognosi di crescita e differenziati fra loro in relazione al prevalere da luogo a luogo delle attivita' produttive: agricole a Contessa, Palazzo ed in parte Mezzojuso e servizi a Piana e nella parrocchia della Martorana. 
E' opportuno che possieda capacita' di governo per una realta' che da anni e' apparsa (vista dall'esterno) priva di strutture e risorse umane governanti. Nell'esercitare l'Autorita' di governo dovrebbe usare autorevolezza e pure coinvolgimento e trasparenza in modo da attrarre la stima ed il rispetto dell'intera comunita' eparchiale.  
Che possa essere un testimone  del Vangelo e' ovviamente nelle attese di tutti. 
Che oltre ad essere guida visibile della comunità locale possa inoltre essere strumento della Chiesa universale nel dialogo ecumenico sarebbe il grande segno inteso a riprendere il lavoro che negli anni quaranta/cinquanta (anteriormente al Vaticano II) fu sviluppato da Papas Lino LoIacono, poi da Papas Como, Papas Marco Mandalà etc. e poi inesorabilmente spentosi.

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