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giovedì 13 febbraio 2014

Enrico Letta. Si è capito che aveva perso il favore dei poteri forti da quando il Quirinale ha ricevuto la botta Friedmann/Corriere della Sera

I tempi sono divenuti veramente irrispettosi. 
Mai secondo i media un partito nella storia della Repubblica ha revocato un presidente del consiglio ad esso aderente. La Democrazia Cristiana che pure amava pugnalare i propri uomini per consentire il tourn over usava affidare il cecchinaggio ai partiti satelliti (pri, pli). 
Oggi pomeriggio l'intero partito Pd, dagli ex comunisti agli ex democristiani, si e' ritrovato concorde nell'opportunita' di sostituire Enrico Letta col nuovo segretario Matteo Renzi. 
La dimensione ampia si giustifica col fatto che Renzi assicurera' la piena durata della legislatura e questo significhera' che la gente "nominata", come e' il 70% dei parlamentari pd, potra' continuare a campare per cinque anni con 23.000 euro al mese. 
Da qui il "morte al governo Letta e lunga vita alla legislatura !". 

Renzi e' convinto che per aver compiuto l'omicidio fratricida, gia' mal riuscito a Massimo D'Alema che fece cadere il governo Prodi e ne paga finora le conseguenze, non e' detto che dovra'  pagarne le colpe poiche' la gente fra due mesi si scordera' tutto se egli riuscira' a conseguire risultati positivi. 
E questi risultati egli e' sicuro di poterli conseguire. I segnali che egli possiede spalle solide ci sono tutti: 
-da oltreoceano gli ambienti finanziari americani sono stati inequivocabili  (e fischiano ancora agli italiani le orecchie per l'ammonimento rivolto a Napolitano col libro di Friedman di non porsi a protezione di Letta), 
-le borse oggi sono andate bene, 
-il Corrierone e La Repubblica hanno benedetto il percorso che egli dovra' percorrere. 
-Da Confindustria alla sempre arrabbiata Fiom di Landini il mondo del lavoro ufficiale oggi e' tutto renziano.  
A Enrico Letta e' andata solamente la solidarieta' di quattro suoi amici che per non votare in Direzione hanno abbandonato i lavori. 
Cosi le cronache del 2014 ricorderanno la ferocia politica dei nostri giorni.

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