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giovedì 16 gennaio 2014

Roma capitale. Assassinata da sindaci che curavano l'immagine personale, gente tanto vanitosa quanto inconcludente

Il debito del Comune di Roma ammonta a circa un miliardo.
La normativa finanziaria impone l'obbligo di tenere i conti in ordine. Mai è esistita una disciplina che in via ufficiale abbia contenuto deroghe o falle che autorizzassero buchi.
Vi è -pertanto- una precisa responsabilità politica ed etica di tutti i sindaci che hanno governata la città, per ultimi Alemanno (l'ex-fascista), Veltroni (l'ex-comunista), Rutelli (l'inconcludente di sempre) e precedenti.
La città eterna è stata, al fine di consentire la vanità di ominicchi-idioti, un fenomeno indicibile di sprechi, primo fra i quali l’enorme quantità di dipendenti (circa 25 mila), che non si sa a che cosa servano. Ripetiamo 25.000, ossia molti di più della tanto vituperata Regione Sicilia.
Gli ultimi vent’anni sono stati costellati da eclatanti casi di corruzione basati su clientelismi e favoritismi di ogni genere. Nessun sindaco di Roma è mai finito in galera. Figuriamocci !!

 Non si capisce come comportamenti disonesti come quelli che hanno condotto al b-u-c-o da un miliardo possano permanere in una grande e nobile città per decenni senza che nessuno si accorga di niente. La Corte dei Conti era girata dall'altro lato, la magistratura ordinaria occupata in altre sponde, i partiti impegnati a tenere il ... sacco.
Alemanno, Veltroni, Rutelli, tutti uomini dell'inconcludenza che hanno proiettato e proiettano ancora le loro ombre addirittura sulla scena nazionale. L'Italia è messa non male, malissimo.

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