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lunedì 27 gennaio 2014

Giorno della memoria. Sbaglia chi addebita tutta la cattiveria umana solo ai tedeschi

 
Molti tardo fascistoidi dell'Italia odierna, nostalgici dell'estrema destra, si scordano che in Italia nel 1938 furono varate le leggi razziali che andavano a colpire i cittadini "i-t-a-l-i-a-n-i" di origine ebrea. Erano tanto italiani quanto pochi altri italiani possono vantare così lontane origini: la comunità di Roma era lì -in continuità- con la comunità ebraica del II secolo avanti Cristo.
Il Fascismo italiano fu razzista quanto lo fu il Nazismo tedesco.
Dopo l'invasione dell'Etiopia (1935) iniziarono ad essere varate norme intese ad evitare che il sangue italiano si mischiasse col sangue delle popolazioni occupate dell'Africa. Furono norme contro la parità dei diritti sul "meticciato".
Non ci volle molto per passare alle leggi raziali antisemite del 1938 che certa storiografia tenta adesso di fare apparire all'acqua di rosa per assecondare -viene detto- le pressioni dell'alleato tedesco.
I fascisti italiani, nella mania di imitare i tedeschi osarono aprire pure in territorio italiano campi di sterminio.
Il principale campo che svolse questa funzione fu quello di Fossoli, vicino a Carpi, in provincia di Modena, che il 15 febbraio 1944 passò sotto il diretto controllo delle S.S., che ne fecero quindi il principale campo di transito per i convogli diretti ad Auschwitz.
Primo Levi, arrestato nel dicembre 1943, è il più famoso tra i numerosi deportati che da Fossoli furono condotti ad Auschwitz.
Molti ebrei furono arrestati su
delazione di italiani
Tutti i 41.000 italo-ebrei residenti in Italia dovettero nascondersi, emigrare clandestinamente, essere perseguitati e trasferiti nei campi di concentramento tedeschi.
Non mancarono le farse e le ridicolaggini del Fascisno nostrano. Intellettuali del regime emisero un "manifesto sulla razza" con cui la persecuzione degli ebrei veniva giustificata con il dovere di mantenere l'integrità e la purezza degli italiani, tutti ariani, dal Gottardo a Lampedusa.
In Sicilia la gran parte della popolazione porta in sé le origini arabe visibili ad occhio nudo?
No, il Fascismo attestò che i siciliani mai si mischiarono agli arabi; parola del Fascismo !!
Stupidità a parte, gli ebrei italiani che non riuscirono ad emigrare, nascondersi o essere protetti nelle campagne da uomini generosi, non curanti del rischio, furono tutti arretati e deportati in Germania. Del totale di 8.300 deportati tornarono in Italia -all'apertura dei cancelli dei campi di sterminio- solamente 400.
 
In Italia gli ebrei -anche prima del Fascismo- non sono mai stati lasciati tranquilli a cominciare dall'era moderna.
Nel 1492 -fatidico anno della cacciata degli ultimi arabi dal suolo europeo: Granada- gli Ebrei sono stati espulsi dalla Spagna; e il 18 giugno dello stesso anno viene disposto l’ordine di espulsione anche dalla Sicilia e dalla Sardegna (territori gravitanti nella galassia  Spagnola); ordine che viene eseguito, dopo una breve dilazione, entro il 1492. Neppure un Ebreo rimase in Sicilia della consistente comunità di 45.000 unità; la maggioranza degli Ebrei siciliani si rifugiò   nelle città dell’Italia Meridionale.
E' da evidenziare, ma non esiste relazione, che la cacciata degli ebrei coincide con l'insediamento in Sicilia di numerose comunità provenienti dall'Albania (Arberesh). Gli ebrei erano però insediati lungo la costa e nelle città mercantili dove esercitavano professionalità artigiane e finanziarie, gli arberesh si insediarono invece nell'interno dell'isola.
Nel 1516 fu istituito a Venezia il ghetto; e fu, questo, il primo ghetto del mondo.
La stessa parola "ghetto" è di origine veneta; così si chiamava il quartiere, poi destinato ad abitazione per gli Ebrei, perché era situato accanto a una fonderia; il nome poi si diffuse in tutta Europa, prendendo il significato di quartiere dove gli Ebrei dovevano vivere rinchiusi.
I portoni del ghetto venivano chiusi al tramonto e custoditi durante la notte da guardiani cristiani, pagati dagli Ebrei; e all’alba si riaprivano.
Di giorno i Cristiani potevano entrare nel ghetto per fare acquisti o portare pegni in cambio di prestiti. 
Il secondo ghetto -quanto a dimensioni ed abitanti- fu quello di Roma, istituito nel 1555 per ordine di papa Paolo IV.
I Cristiani, papi e prelati in testa, per secoli, fino a pochi decenni fa, si scordarono nei confronti degli Ebrei del mandato evangelico di "fratellanza".
Da pochi anni, troppo pochi, qualcuno ha proposto di trattarli da "fratelli maggiori" con riguardo alla medesima eredità biblica.

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