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mercoledì 31 dicembre 2014

Quirinale. Il discorso di fine anno agli italiani del Presidente Giorgio Napolitano

Giorgio Napolitano conferma la prossima fine del mandato nel discorso agli italiani di fine anno.  
"Ho toccato con mano che l'età da me raggiunta porta limitazione e difficoltà nei ruolo complessi e impegnativi e nei ruoli internazionali affidati al Capo dello Stato.  E' dominante l'assillo per la disoccupazione giovanile", ha detto Napolitano, convinto che la disoccupazione giovanile sia la questione centrale da affrontare: "La questione chiave è il dilagare della disoccupazione giovanile e la perdita dei posti di lavoro", rileva Napolitano.  E aggiunge:"Dalla crisi mondiale purtroppo non siamo riusciti a sollevarci". 

Ecco alcuni stralci del discorso di Napolitano diffusi dall’ansa: 
"Ognuno di noi sconfigga l'insidia che si chiama indifferenza. La solidarietà è un comandamento morale ineludibile".
Bisogna "affrontare su larghe basi unitarie le gravi patologie di cui il paese soffre a partire dalla criminalità organizzata e della corruzione capace di infilarsi in ogni piega della realtà trovando sodali e complici in alto"
l Presidente della Repubblica giudica "vigorosa" la denuncia di Papa Francesco e nel suo discorso di fine anno avverte: è "dietro l'angolo il rischio di indifferenza globale".
"Occorre garantire la continuità istituzionale"
"Ho fatto del mio meglio in questi anni lunghi e travagliati della mia presidenza per sanare le ferite subite all'unità nazionale e ridare ad essa l'evidenza perduta. Se mi sia riuscito tocchera' a quanti vorranno con obiettività e spirito critico analizzare il mio mandato dirlo".
"Non lasciamo occupare spazio sui media solo agli italiani indegni". Lo dice il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel suo discorso di fine anno. "Rendiamo omaggio agli italiani esemplari" continua il Presidente.
"Ho fatto del mio meglio per rafforzare l'unità nazionale"
"L'Italia ha sollecitato un cambiamento nelle politiche Ue. E Renzi tra breve a Bruxelles tirerà le somme del trimestre".
 "Recuperare ragionata fiducia in noi"
"Non bisogna cedere alla sfiducia in tutta la politica"
"Sono pericolosi gli appelli al ritorno a monete nazionali"
"E' positivo che ora si torni alla normalità costituzionale, ovvero alla regolarità dei tempi di vita delle istituzioni, compresa la pres idenza della repubblica". 
L'elezione del nuovo Presidente sarà per le forze politiche una "prova di responsabilità" anche per "chiudere una parentesi di eccezionalità costituzionale".
"Mettiamocela tutta con passione, combattività e spirito di sacrificio. Ciascuno faccia la sua parte al meglio".
"Da ogni italiano venga impulso per il rilancio"  "Ho così concluso l'appello che ho voluto indirizzare più che ai miei naturali interlocutori istituzionali, a ciascuno di voi, come persone, come cittadini attivi, perché da ciascuno di voi può venire un impulso importante per il rilancio" del futuro "dell'Italia".

Arriva un nuovo anno. Chi ha detto che il tempo si misura come noi facciamo ?

Sta per finire un anno, l'anno 2014 d.C., ma chi ha stabilito che debba sussistere il tipo di misurazione del tempo che noi oggi abbiamo ?
A scuola ci hanno insegnato che nell'antichità romana il tempo scorreva dalla presunta data di fondazione di Roma (il mitico racconto su Romolo e Remo) ab urbe condita.
Sempre i romani -nel 284 dopo Cristo- cominciarono a contare lo scorrere degli anni dall'ascesa al trono dell'imperatore Diocleziano. 

L’era cristiana è stata invece adottata nel 532.
Dionigi il Piccolo, un monaco di origine sciita, grande studioso di teologia e biblista e nel contempo astronomo e matematico propose di abbandonare la misurazione del tempo dall'ascesa al trono imperiale di Diocleziano e di prendere invece a riferimento l'anno della nascita di Gesù, da lui fissata, tuttavia con un errore di qualche anno, al 25 dicembre dell’anno 753 dalla fondazione di Roma. 

Questo modo di contare gli anni e lo scorrere del tempo non si è imposto nell’uso per effetto di un’ingiunzione autoritaria o di una o più leggi bensì in seguito a un processo di graduale diffusione.

Contessa Entellina. Dopo capodanno è vietato produrre rifiuti. Chi trasgredisce è tenuto a tenerli a casa

E' emergenza annunciata, non solo per il nostro comune, ma per altre decine di cittadine e paesi della provincia palermitana:  Ficarazzi, Balestrate, Borgetto, Capaci, Cinisi, Giardinello, Isola delle Femmine, Montelepre, Tor- retta, Trappeto, Cefalù, Termini Imerese, Trabia, Palazzo Adriano, Prizzi, Caccamo, Misilmeri, Belmonte Mezzagno, Bisacquino, Campofiorito, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Corleone, Giuliana, Altofonte, Camporeale, Piana degli Albanesi, Roccamena, San Cipirello, San Giuseppe Jato, Santa Cristina Gela, Altavilla Milicia, Bolognetta, Campofelice di Fitalia, Casteldaccia, Castronovo di Sicilia, Cefalà Diana, Ciminna, Godrano, Lercara Friddi, Marineo, Mezzojuso, Misilmeri, Roccapalumba, Santa Flavia, Ventimiglia di Sicilia, Vicari e Villafrati. 
Impianto di trattamento dei rifiuti
organici nei pressi di Contessa Entellina.
Inaugurato con bottiglie di spumante, discorsi,
abbracci fra politicanti e MAI USATO.

Dopo anni da quei festeggiamenti necessita
di un nuovo APPALTO per la manutenzione.

Così funzionano (anzi non funzionano) i
servizi pubblici in Sicilia.
I sindaci hanno invocato l'intervento del prefetto: La Regione potrebbe autorizzare -a sentir loro- lo stoccaggio temporaneo nelle discariche chiuse di Partinico e Terrasini.

Perchè l'emergenza ?
Lo stop al conferimento in discarica per i quarantasette Comuni del Palermitano è stato inventato dal governo "pseudo-rivoluzionario" della Regione Sicilia e dovrà consentire lo sblocco di raccolta e smaltimento in altre decine di comuni delle province di Messina e Trapani. 
In pratica la "rivoluzione" prevede che i rifiuti devono prodursi "alternativamente", un pò quà ed un pò là. 
Come dire ? "a turno".
Da oggi al 6 gennaio il divieto di raccolta vige nei centri della Provincia di Palermo.

A noi utenti scontenti della rivoluzione compete, entro il 15 gennaio, di pagare la seconda rata TARI (la tassa per il dis-servizio della raccolta rifiuti). Non paghiamo più le tasse per avere servizi ma per assistere all'inconcludenza personificatasi -da venti anni- nei nostri politici.

Politici di Sicilia. Salvati i Pip, devono attendere fino al 7 gennaio i "Precari Enti Locali". Quale il criterio ?






Neve a Palermo

Noi siciliani traiamo l'utile ed e il bene da ogni circostanza della vita
Usare la natura (la neve) per tenere fresche verdure e frutta

Visita di Renzi in Albania. Scherzi di cattivo gusto

La nostra è, dovrebbe essere, una democrazia matura e certe battute non dovrebbero scalfirci. 
Però ....  però  ... nel contesto attuale in cui un governo particolare (si definisce di sinistra, ma è spostato a destra che più a destra non si può) sta modificando i rapporti di forza dal fronte del lavoro a quello della finanza, la battuta del premier albanese è stata di cattivo gusto.
breve resoconto
 "In Albania non ci sono i sindacati come in Italia e non vengono pagate più del 15% di imposte. Non vorrei dare una preoccupazione al mio amico Renzi, sottolineando che mentre in Italia ci sono i sindacati qui da noi no". 
Così ha parlato, con una battuta, il primo ministro albanese Edi Rama nel corso della conferenza stampa congiunta con Matteo Renzi a Tirana. 
"Stava scherzando", si affretta a precisare il premier italiano. Poco prima Rama, che ha regalato una cravatta viola a Renzi, aveva scherzato sulla Fiorentina che "non ha vinto alcuna Champions League". 
E il "viola" Renzi, di rimando: "Con questa battuta finisce la nostra amicizia..."

Rifiuti solidi. Crocetta: querelerò Orlando per diffamazione

Palermo, 30 dic. 
"Sono stanco di questo protagonismo negativo del sindaco di Palermo, Orlando che non fa nulla per la sua città e pensa solo ad alimentare polemiche. Questa volta ha esagerato. Lo querelerò per diffamazione". Arriva a stretto giro di posta la replica del Governatore siciliano Rosario Crocetta al sindaco di Palermo Leoluca Orlando che ha attaccato, nel corso di una conferenza stampa, la Regione per il provvedimento che vieta di conferire ad alcuni comuni per sette giorni i rifiuti. "Le affermazioni Orlando oltre a mostrare ingratitudine per il fatto la regione ha risolto i problemi dei rifiuti del Comune di Palermo, sono anche diffamatorie perché non rispondono a verità. 
La discarica di Bellolampo è attiva solo perché la Regione ha lavorato in questi ultimi mesi. Se fosse dipeso dal sindaco di Palermo a quest'ora Palermo sarebbe sommersa dai rifiuti". "Abbiamo consentito ad altri comuni, oltre a Palermo, di potere conferire nella discarica - dice ancora Crocetta - Si potrebbe arrivare anche a 1.350 tonnellate di rifiuti". E ancora: "La bio stabilizzazione sarà pronta alla fine di marzo, in primavera e allora tutti i comuni della provincia di Palermo potranno conferire direttamente". Risponde anche alle accuse di Orlando di volere favorire la discarica di Giuseppe Catanzaro (Confindustria Sicilia) a Siculiana: "Non c'è alcun provvedimento che preveda il conferimento dei rifiuti a Siculiana, peraltro la discarica è chiusa". "Quindi le notizie di Orlando sono totalmente destituite di fondamento", aggiunge ancora. "Questa volta esistono tutti gli estremi legali per la diffamazione di Orlando", conclude. 
(Adnkronos)

Sapori di Sicilia (10)

La Sicilia è un'isola eppure parecchi storici l'hanno definita un continente. Basta pensare che dalla fine del quattrocento sino al settecento gli arbëresh di Contessa sono stati ad occupare un lembo dei territori Cardona-Gioeni-Colonna senza -sostanzialmente- avere contatti con i paesi limitrofi. Solamente i funzionari della Signoria (baronia) venivano da fuori, per il resto solo poche persone esterne alla comunità conoscevano il modo di vivere di quei "greci", come venivano chiamati.

Per oggi però il nostro discorso punta ad altro, non intendiamo rinverdire la storia specifica dei contessioti.
Vogliamo evidenziare come la Sicilia sia sì un'isola però sotto più aspetti si differenzia da luogo a luogo; spostandosi di pochi chilometri è facile notare come cambi il paesaggio, i profumi ed i sapori. L'isola andrebbe valorizzata e preservata nei suoi dati culturali fondamentali ed invece, a causa della peggiore classe dirigente del pianeta (o forse dell'Universo) è in preda alla mafia, ai ladri ed ai mascalzoni.
In questa rubrica, arrivata al decimo aggiornamento, abbiamo tentato di includere la cucina siciliana fra i beni culturali che andrebbero salvaguardati. 
Vastedda del Belice
Ci sono stati vari tentativi di esportare in ogni parte del mondo, ovunque ci siano siciliani, i modelli gastronomici fondamentali dell'isola: la pasta, l'olio d'oliva, il vino, i gelati ed i dolci; però ogni imitazione è sempre stata lontana dagli standard isolani. Solo qui, in Sicilia, esiste il contesto adatto ed esistono gli ingredienti adatti per la gastronomia siciliana. 
In un libro di un famoso scrittore italiano sta scritto che i prodotti che danno vita ai piatti isolani sono Storia, oltre che suggestioni.

Sul giornale di Sicilia, di oggi 31 gennaio sono dedicati ampi spazi ai formaggi dell'isola con particolare attenzione alla "vastedda del Belice" di cui ci siamo occupati in altri spazi di questa rubrica.
Il locale caseificio di Pollichino, nel borgo Roccella, è uno dei pochi impianti che produce questo ricercatissimo formaggio e ci pare doveroso invitare i lettori siciliani che volessero visitare Contessa Entellina di non trascurare una visita in quel borgo realizzato sessant'anni fà dall'Eras.

Siamo alla vigilia di Capodanno. Domani è festa, anzi lo è già questa sera e non c'è festa senza il vino. Il vino è allegria e talvolta desiderio di dimenticare gli affanni ed i rovesci della vita. Da noi, in Sicilia, non è mai esistito un vino caratterizzante l'isola. Abbiamo scritto più sopra che in materia gastronomica l'isola è un continente. Pure nel comparto del vino l'isola si esprime al plurale poichè con l'orografia dei territori variano gli ambienti ed i metodi di coltivazione dei vitigni.
Gli esperti del settore ci elencano varie specie di vitigni e di denominazioni, dal Trebbiano all'Inzolia al Grecanico, al Nerello, al Perricone al Nero d'Avola etc. etc. e poi ci spiegano che alla tradizione delle antiche varietà autoctone (quelle tanto apprezzate da Cicerone ed altri personaggi) si sono affiancate nel secolo scorso le alloctone al fine di adeguare il vino alle correnti tendenze del mercato. 
Nel nostro territorio, in quello di Contessa Entellina,  la parola "mercato" non l'avevamo mai sentita pronunciare dalle differenti figure professionali. In questo lembo di Sicilia (all'angolo delle province di Agrigento, Trapani, Palermo) solamente dai produttori di vino abbiamo sentito con naturalezza e senza enfasi pronunciare il fondamento della moderna disciplina economica: "il mercato".
Sbaglia  chi pensa che la produzione dei vini locali sia tutta storia moderna. Abbiamo ricordato che i vini della zona di Entella sono stati decandati persino da Cicerone.
Alexandre Dumas ne "I benedettini di San Nicola il Vecchio" racconta di un barone tedesco che ebbe salva la vita dai briganti siciliani che lo tenevano prigioniero, solo elogiandone i vini locali.

Esistono, certo, i vini più classici. Il più conosciuto vino siciliano da dessert è il Marsala, ancora oggi vera bevanda che rinfranca lo spirito.
Sul territorio di Contessa Entellina ormai le aziende che producono ed imbottigliano il vino sono un discreto numero, dal Donnafugata conosciuto in ogni parte del mondo (ci è stato detto persino a San Francisco di California) all'Entellano, l'azienda agricola di Luca Colletti che ormai è pure essa affermata sui mercati vicini e lontani. Altre aziende sono operanti come la Guarino-Benanti ed altre ancora.
La ricetta











Per fare la pasta delle sfince, versata l'acqua in una pentola di media grandezza, aggiungere il burro e il sale e portare a ebollizione. Aggiungere la farina tutta in una volta, togliere dal fuoco e mescolare in continuazione finchè l'impasto si stacca dalle pareti della pentola. Versare su una superficie fredda per farlo raffreddare. Quando è tiepido aggiungere le uova, una per volta, amalgamando bene.
Scaldare l'olio in una pentola. Deve essercene abbastanza da permettere alla pastella di distribuirsi bene e di triplicare il volume iniziale. Fare cadere un cucchiaino di impasto nell'olio bollente, usando il dito per staccarlo dal cucchiaino.
Non cuocere troppe sfince alla volta. Saranno pronte in circa tre minuti. Assicurarsi di girarle e di farle dorare su ogni lato, poi scolarle su carta da cucina e lasciarle raffreddare.
Usando una tasca da pasticciere con il beccuccio piccolo, farcire le sfince con la crema. Decorare con un pezzettino di scorza d'arancia candita.

Entella a Contessa ed altrove: non solo antica città e rocca, ma anche…… di Calogero Ravotta

Nell’ambito del progetto culturale “Contessa Entellina, la sua storia”, dalla Amministrazione comunale sono raccolti e pubblicati in due volumi (il primo nel 1995 ed il secondo nel 1998), mediante ristampa anastatica,  monografie di vari autori riguardanti  storia e territorio di questo piccolo comune fino all’inizio del secolo XX.
Il secondo volume, dedicato  all’antica città  di Entella, di cui si trovano notizie nelle opere di Cicerone, Diodoro Siculo, Strabone, Plinio, Servio, Silio Italico, ecc. riporta i testi delle seguenti opere:
-   Nino Chetta “Entella” (Bordighera, 1937)
-   Nicolò Lojacono “Entella ed il Crimiso” (Araldo di S. Margherita Belice, 1963\64)
-   Felice Chisesi “Entella, il Crimiso e la battaglia di Timoleone” (Roma, 1929)
-   Francesco Aloisio “Rocca di Entella” (Mazara, 1940)
-   Stefano Morello “Quaresima 1910” (Poesia dedicata a Contessa Entellina, colonia italo-greco-albanese).
Sulla rocca omonima, ancor oggi nota nel territorio di Contessa Entellina, in posizione strategica al centro della Sicilia occidentale (equidistante da Erice, Selinunte e Segesta), secondo alcuni  storici Entella è fondata  nel  1177 a. C. da Entello, suo primo re, che ospita Enea durante la sua sosta in Sicilia, e partecipa ai giochi organizzati per i funerali di Anchise (Eneide, libro V, 553 -691).
Secondo Strabone, e come documentato da monete e da altri reperti archeologici trovati nel luogo dove sorgeva, circondata da un vasto territorio fertilissimo (produceva ottimi vini e grano), Entella è una fiorente e potente città - troiana, greca, cartaginese, campana, romana, cristiana e musulmana – sotto le varie dominazioni straniere in Sicilia.
Viene distrutta sotto Federico II durante la guerra contro i Saraceni  nel   1246.
I vari studiosi, sopra citati, che si sono interessati di Entella  auspicavano, per una migliore conoscenza di Entella, una campagna di scavi da cui sarebbero emersi dati utili per chiarire alcune incertezze e lacune della sua storia.
A seguito delle varie campagne di scavi, condotte dalla Scuola Normale Superiore di Pisa dal 1983 ad oggi, si possono visitare i  resti dell’antica città di Entella portati alla luce e vedere i numerosi reperti archeologici raccolti nel museo (Antiquarium “G. Nenci”), aperto nel 1995 a Contessa Entellina.
Nella memoria popolare dei comuni limitrofi, Entella è molto viva ancor oggi sia per la storia sia per le varie leggende tramandate per secoli (mostri, incantesimi, tesori nella grotta di Entella, ecc.).
La parola Entella oggi è presente a Contessa per indicare il sito dell’antica città, un feudo, la Rocca omonima ed anche alcune attività (Bar Entella, Emporio Entella, Cooperativa Entella, ecc.).
Entella in Liguria è anche il nome di un fiume (presso Chiavari) e di una associazione ippica.
A Lugo di Ravenna,Giuseppe Raviotta gestisce la rosticceria “Entella”  a ricordo della città che una volta sorgeva nel territorio del paese natio.


(Calogero Raviotta, dicembre 2014) 

Con le immagini ... ... è più facile






Hanno detto ... ...

MATTEO RENZI, premier
 "Dobbiamo allargare le porte della grande casa europea. O l'Europa si allarga o perde una grande occasione". 
"Formalmente il semestre dell'Unione europea si chiude il 13 gennaio - ha ricordato - tuttavia e' per noi un motivo di grande gioia essere a Tirana per chiudere qui, simbolicamente, il semestre italiano". "Si tratta di un gesto simbolico prima di concederci alla festa di San Silvestro". 
"Vogliamo cambiare i nostri paesi - ha sostenuto il premier - l'Albania e' gia' in Europa anche se non e' dentro i 28".
Ed e' un "paese - ha proseguito - che pur non essendo membro dell'Unione Europea e' gia' in Europa": "quando qualcuno mette in discussione l'ingresso in Europa dei paesi balcanici come l'Albania, sbaglia di grosso" ha sottolineato. "Mi piace pensare che questo 2014 che se ne sta andando possa essere l'inizio di una Europa come casa della speranza e smetta di essere solo il luogo della burocrazia" ha aggiunto. Mettendo inoltre in evidenza che "la politica estera italiana ha due capisaldi. Il Mediterraneo e i Balcani, ieri luogo di guerra e oggi luogo di pace e speranza".

"l'Unione europea e' a un bivio e abbiamo bisogno di capire se l'Europa riesce a recuperare la sua anima e la sua identita'".

FRANCESCO DAVERI, giornalista del Corriere della Sera
Quando il premier greco Samaras ha comunicato che avrebbe convocato elezioni anticipate per il 25 gennaio, dopo che il suo candidato alla presidenza della Repubblica non aveva raccolto abbastanza voti in Parlamento, è sembrato che l’Europa stesse per rivivere un vecchio e brutto film già visto nel 2010. A poche ore dall’annuncio di Samaras la Borsa di Atene è arrivata a perdere 11 punti percentuali.
I rendimenti sui titoli pubblici greci a 10 anni si sono impennati fino a raggiungere il massimo da quindici mesi. E i rendimenti sui titoli a breve sono saliti anche di più (12%) segnalando il timore dei mercati per la capacità del governo greco di onorare i suoi impegni di rimborso a breve scadenza. In caso di vittoria elettorale, Alexis Tsipras - il leader di Syriza, il partito oggi in testa nei sondaggi - ha infatti già dichiarato che vuole farla finita con la Trojka e con le politiche di austerità, in pratica annunciando la sua intenzione di arrivare a una ristrutturazione del debito greco se non all’uscita dall’eurozona. Il crollo della Borsa di Atene ha prima portato con sé gli altri listini europei, poi le perdite sono state contenute. E Wall Street ha aperto con un segno positivo. Almeno per i mercati, insomma, il panico del 2010 a fronte del default greco e del suo possibile contagio al resto dell’eurozona sembra un episodio lontano.

Contessa Entellina. Buongiorno con la neve






martedì 30 dicembre 2014

Matteo Renzi. In visita a Tirana

Comunicato di Palazzo Chigi
Martedì 30 dicembre il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è in visita in Albania, a Tirana.
Di seguito gli impegni previsti:

·         ore 13.30: Incontro con il Primo Ministro della Repubblica di Albania, Edi Rama, presso l’Ufficio del Primo Ministro. A seguire incontro con la stampa;
ore 15.10: Incontro con il Presidente del Parlamento d’Albania, Ilir Meta, presso la sede del Parlamento;
ore 15.40: Incontro con il Presidente della Repubblica d’Albania, Bujar Nishani, presso la Presidenza della Repubblica;
ore 16.15: Incontro con la comunità italiana presso la residenza dell’ambasciatore d’Italia.


Contessa Entellina. La neve è arrivata pure a cinquecento metri s.l.m.

Contessa Entellina, ore 19,oo del 30 dicembre 2014

Una foto, una riflessione: Il futuro dell'Homo sapiens sapiens --1--

L'Uomo e la natura
La tecnologia ha messo il mondo nelle mani dell'uomo, eppure secondo Konrad Lorenz, nel nostro retaggio filogenetico sono ancora stampate: 
Konrad Zacharias Lorenz
(Vienna, 7 novembre 1903 – Altenberg, 
27 febbraio 1989) è stato uno zoologo
 ed etologo austriaco. Viene 
considerato il fondatore della
 
moderna etologia scientifica,
 
da lui stesso definita come
 
«ricerca comparata sul comportamento»
-la diffidenza e la paura dell’alterità
-l’impulso ad aggredire per difendersi
-l’irrazionale urgenza di sopraffare per sopravvivere
Secondo altri uomini di scienza, l'Uomo divenuto padrone del mondo resta tuttora incapace di fronte alla "goccia che fa traboccare il vaso", ossia resta privo della sensibilità verso il punto critico che può indurre la natura a ... vendicarsi.
Fra i punti critici che possono "provocare" la reazione della natura c'è sicuramente l'eccesso di produzione di anidrite carbonica, suscettibile di rallentare lo sviluppo dei vegetali e la distruzione delle foreste per l'aumento della temperatura.
Su questo punto la risposta dell'uomo finora è stata deludente. Ed in effetti le scelte da mettere in campo sono difficili.
a) rallentare lo sviluppo ed implementare le politiche di preservazione in alcune aree del pianeta; favorire quindi il mantenimento di economie tradizionali basate sul risparmio ed il riciclo,
b) accelerare lo sviluppo economico e culturale nelle aree povere, intensificare la ricerca tecnico-scientifica avanzata per mettere a punto prassi tecnologiche che consumino minore energia e quindi inquinino meno.

Le due soluzioni non è detto che debbano escludersi a vicenda.

Oggi siamo letteralmente perfusi di tecnologia e questa è diventata intrusiva, capace di entrare nel nostro corpo non solo potenziandolo ma anche modificandolo.
Il XXI secolo si preannuncia come una trasformazione alla radice dell'ontologia umana.

L'ontologia è branca della filosofia; è lo studio dell'essere umano in quanto tale.
Avremo modo, pigliando spunto da altre fotografie, di capire chi è l'uomo e cosa si prospetta per lui alla luce dei progressi della scienza.
Il fortissimo uragano Katrina che il 29/08/2005 ha colpito la città di
New Orleans, devastandola e provocando gravissime inondazioni e
molte migliaia di vittime, ha svelato i limiti di una società basata
sull'illusione che la tecnologia da sola basti a contenere le forze
della natura, senza la necessità di una politica di protezione ambientale.
(nella foto l'inondazione di un quartiere di New Orleans)

Corruzione. In Italia rubare lo Stato conviene: nessuno finisce in galera

Estratto da un articolo del giornale "La Sicilia"

La sostanza del discorso è che nelle nostre carceri su poco meno di 70 mila detenuti, quelli arrestati per corruzione sono appena 11 e quelli per abuso d' ufficio 26. Se rubi e vai in galera devi essere proprio un povero disgraziato.
Non c'era quel tale onorevole Lusi che aveva fatto sparire decine di milioni della defunta Margherita? Bene, ha fatto qualche settimana di carcere e poi si è infilato in un convento dove deve fare gli esercizi spirituali, ma per il resto sta benissimo.
Ancora meglio è andata all' onorevole messinese FrancantonioGenovese, il padrone delle tessere del Pd e quel che più conta padrone dei traghetti privati in quota parte. Lui e la sua gentile consorte hanno rubato a piene mani i soldi dei corsi di formazione per il lavoro giovanile in Sicilia.

Assemblea Regionale Siciliana. I politici che non vogliono ... ... gustare l'amarezza della crisi, e non si vergognano !

1 - Il Parlamento siciliano costava ai contribuenti 160,8 milioni nel 2014, nel 2015 ne costerà 158. 


2 - Un'altra iniziativa  dei parlamentari siciliani:
Con la riforma del 2014,  hanno posto un tetto agli stipendi dei dipendenti a 240 mila euro e hanno spinto molti dirigenti a uscire dai ranghi.
Questa iniziativa ha alleggerito l'impatto del personale sul bilancio (ben 7,1 milioni in meno) ma ...... ecco che i risparmi sono inferiori alle uscite per pagare le pensioni (8,2 milioni in più).




Precari degli Enti Locali. Proroga di un anno


Contessa Entellina. Rovesci di neve a quote collinari potrebbero interessare pure il territorio

In queste ore il paese è avvolto da un sole splendente e tuttavia la temperatura è bassa.
Ci aspettiamo -a dar credito alle Previsioni Meteo- 72 ore di freddo intenso per l’arrivo di venti artici che abbasseranno notevolmente le temperature.
La neve è comunque arrivata nei monti che sovrastano Corleone e Piana degli Albanesi.
A Palermo, invece, cresce la preoccupazione per i senza tetto. 
La struttura "Coordinamento dei senza tetto" ha organizzato un piano di soccorso per contenere l’emergenza freddo ed è stato disposto un presidio straordinario di assistenza notturna su strada.Tra i numerosi gruppi che si alterneranno, per tutta la settimana, nella gestione dei turni, figurano Gli Angeli della Notte, i gruppi di azione sociale, la Croce Rossa e la Missione Speranza e carità di Biagio Conte.

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Hanno detto ... ...

MATTEO RENZI, premier
Parola chiave del 2015 sarà "ritmo", l'Italia c'è la farà

STEFANO FASSINA, parlamentare pd
«Sì, ho ascoltato la conferenza stampa di Renzi. I suoi chiarimenti sull’applicabilità del Jobs Act agli statali. Beh, c’è un livello di improvvisazione e di demagogia preoccupante, molto preoccupante».
«Gli interventi degli ultimi mesi sul lavoro e sulla politica economica non produrranno i risultati attesi. Anzi ci trascinano indietro di trent’anni».

«Servono correzioni profonde e servono in fretta». 

CORRADINO MINEO, senatore pd
“In questa squadra si combatte per un centimetro…e io sono disposto a battermi e a morire per un centimetro”. Renzi come Al Pacino in “Ogni maledetta politica”. “La parola chiave del 2015 è la stessa del 2014: ritmo. Dare il senso dell’urgenza e del cambiamento”, Renzi come José Mourinho (?). Poi Renzi che sventola Zavoli come un trofeo: “è rimasto incollato al suo scranno del Senato dalle 10 del mattino alle 7 del mattino dopo, per approvare la stabilità e incardinare la legge elettorale”. Renzi che vanta la sua “rivoluzione copernicana”. (Non ho capito quale. Forse quella di aver definito eroi tutti gli imprenditori, quelli che tentano strade nuove come gli altri che trasformano il profitto in rendita?) Renzi che promette il giorno del giudizio anche per gli statali: “premi ai migliori, via i lavatovi, discuteremo anche la licenziabilità”. Renzi che, mentre parla, controlla il titolo di skynews24 e lo corregge in diretta, che quando lo vogliono portare sul contrasto tra annunci e realizzazioni, taglia corto: questo è solo “fact cecking delle opinioni”.  
Insomma il premier aveva preparato con cura la conferenza stampa di fine anno. Ritmo, basta Fonzie meglio Al Pacino, Gufi non perchè criticano lui ma perché non credono nell’impresa, l’Italicum presentato (questa è grossa!) come un Mattarellum con le preferenze, e poi la promessa di metter mano nel 2015 a Rai, Scuola e  Cultura. C’era tutto per fare un botto mediatico. Invece la tragedia e il giallo del Norman Atlantic gli hanno rubato la prima pagina dei giornali. “Il Giallo clandestini, dieci morti e trenta dispersi”, Repubblica. “Il mistero dei dispersi”, Corriere. “Salvate 427 persone ma ad Atene dicono: mancano 38 passeggeri”, la Stampa.




Povertà. Per Renzi è facile dire "ritmo", il paese è allo stremo

Il numero degli italiani il cui tenore di vita e' sceso sotto la soglia di poverta', vivono cioe' in famiglie con un reddito inferiore al 60% di quello medio, trasferimenti sociali inclusi.
In termini assoluti, tra i principali Stati dell'Ue, l'Italia e' seguita da Regno Unito (+1,52 mln), Spagna (+1,51 mln) e Francia (+0,08 mln). In termini relativi, da Spagna (+13,5%), Regno Unito (+10,8%) e Francia (+0,7%).
Negli anni della crisi, il rischio poverta' in Germania si e' invece ridotto.
A impressionare maggiormente e' l'ampiezza del disagio sociale raggiunta nel Mezzogiorno: in Sicilia riguarda ormai oltre il 55% della popolazione e supera il 40% dappertutto, tranne Sardegna (31,7%) e Abruzzo (26,2%). 

Pensionamento. Dal 2016 ci vorranno 66 anni e sette mesi di età

 Dal 2016 ci vorranno 4 mesi in più di lavoro prima di poter andare in pensione.
Il meccanismo di “adeguamento”  è previsto in una legge del 2010 (governo Berlusconi) con cadenza triennale. La riforma Fornero poi lo accelerò, disponendo dal 2019 scatti ogni due anni.
Nella logica della legge, per la sostenibilità finanziaria del sistema, più si allunga la durata della vita, più tardi si va in pensione.
Il prossimo scatto è previsto dal primo gennaio 2016 ed è stato deciso con un decreto interministeriale dei ministeri del Lavoro e dell’Economia sulla base dei calcoli dell’Istat,  l’aumento sarà di 4 mesi.

Dopo il primo scatto nel 2013, che fu di tre mesiquesta volta l’aumento sarà maggiore: 4 mesi. Che si sommano sia al minimo d’età richiesto per la pensione di vecchiaia sia al minimo di anni di contributi necessario per la pensione anticipata. Questo significa che dal primo gennaio 2016 ai lavoratori dipendenti maschi, sia del privato sia del pubblico e ai lavoratori autonomi, per andare in pensione di vecchiaia non basteranno più 66 anni e tre mesi d’età, come fino alla fine del 2015, ma ci vorranno 66 anni e sette mesi (oltre a un minimo di 20 venti anni di contributi).