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venerdì 6 dicembre 2013

Flash sulla nostra Storia

Riflessioni sugli appunti
 Quando Contessa Entellina fu fondata sul finire del Quattrocento a breve distanza dal Monastero di Santa Maria del Bosco e soprattutto da Bisacquino non risulta, stando alla documentazione fino adesso rinvenuta, che Corleone, città demaniale piu' vicina, oppure l'Arcivescovo di Monreale, signore feudale di Bisacquino, abbiano mosso obiezioni come con frequenza accadeva a quei tempi. 
In quel periodo storico le costruzione di nuovi insediamenti nel territorio isolano generavano sempre tensioni ed attriti e cio' accadeva per le piu' svariate ragioni, che potevano essere quelli discendenti dal controllo dei corsi d'acqua o di potenziali deflussi di manodopera alle potenziali lesioni di prestigio baronale etc. 
A ben vedere l'insediamento arbereshe a Contessa, voluto dai Cardona, non poteva interessare negativamente l'Arcivescovo di Monreale in quanto questi aveva fatto insediare, nell'interesse proprio e della valorizzazione dei suoi immensi possedimenti, consistenti nuclei di abereshe nella Piana dell'Arcivescovado che successivamente sarebbe stata Piana dei Greci.
Corleone di fine quattrocento non era piu' il centro influente dei tempi precedenti e non aveva come contrastare la volonta' degli influentissimi  Cardona. 
Il fatto che i nuovi abitanti di Contessa fossero stranieri, estranei alla realtà siciliana, in un certo senso rassicurava tutti i potenziali co-interessati. Infatti quegli stranieri si erano asserragliati nelle loro poverissime case e per quasi tre secoli non consentirono mai a nessun isolano di entrare nel loro centro abitato. 
Per la verita' pochi di loro uscirono per insediarsi altrove, tranne che a Palazzo Adriano, Piana degli Albanesi e Palermo. Questi dati è facile desumerli dai periodici "riveli" che le autorita' disponevano per contare il numero dei sudditi.
La fondazione di Contessa, voluta dai Cardona per valorizzare i loro feudi abbandonati, sara' da stimolo e provocazione agli altri baroni dell'interno dell'isola: da li' a pochi decenni inizieranno ad essere fondate Salaparuta, Poggioreale, Santa Margherita Belice, Menfi, Ribera etc. Per tutto il Cinquecento ed il Seicento tutti i baroni faranno a gara a chi possiede piu' centri abitati.
Fondare paesi diventa un affare. Pure Lercara sorgera' in prossimita' di Palazzo Adriano e comunque successivamente a questo altro centro arbereshe.  
La ragione primaria che spingeva i baroni a fondare nuovi centri abitati era la massimizzazione della produttivita' del territorio, in primo luogo per la coltura cerealicola. Ma non aveva aspetto secondario il legame particolare che si veniva a creare fra padrone e vassalli. A Contessa dove nessun estraneo poteva entrare si aprivano invece le porte del centro abitato in quelle rare occasioni in cui il Barone con tutta la sua corte, come un Cesare, veniva a visitare il paese. Allora si allestivano sontuose celebrazioni, ingressi solenni e riti religiosi bizantini che, e' da immaginare, incantavano i Cardona, come i Gioeni e poi i Colonna. 
Se un precedente casale in epoca saraceno-svevo era esistito a Contessa non per questo furono evitati i preliminari della fondazione a cura dei funzionari viceregi: valutazioni di tipo militare legati alla difesa dell'insediamento e assenso del Tribunale del Real Patrimonio sulla pianta di sviluppo del centro abitato.
Il tracciamento viario di allora avvenne lungo tutta la " strada mastra", che verosimilmente, oggi, possiamo individuare nella Via Morea, dall'ingresso del paese all'odierno quartiere Santa Rosalia. Sembra assurdo, alla fine del Quattrocento Contessa aveva un embrione di pianta di sviluppo mentre nel 2013 nemmeno si parla piu' di Piano Regolatore. 
L'intromissione viceregia in realta' era una semplice apparenza in quanto i nuovi arrivati arbereshe fino alla fine del settecento, quando il mondo civile si apre anche alla Sicilia (cfr. Domenico Caracciolo)  verosimilmente, non sapevano che oltre al baronaggio del Cardona-Gioeni-Colonna esistesse in Sicilia un Vicere. 
Sappiamo comunque che ad intromettersi nella tranquilla vita di isolamento degli arbreshe contessioti c'era dal seicento in poi il Vescovo di Agrigento che in clima di Inquisizione vigente aveva preso il ruolo religioso del vescovo ortodosso d'Italia, il delegato del Patriarcato di Ocrida. 
Ma questa e' un'altra storia.

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