StatCounter

sabato 14 dicembre 2013

Finanziamento ai partiti. "Tutto cambia ... perchè tutto resti come adesso"

TUTTO cambia affinché nulla cambi”. La celebre frase tratta dal romanzo di Tomasi di Lampedusa, il Gattopardo, rende l’idea su molte pseudo-riforme che di “rivoluzionario” hanno solo il termine usato dai giornali schierati.
“Avevo promesso ad aprile – ha annunciato ieri il presidente del Consiglio Enrico Letta via Twitter – l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti entro l’anno. L’ho confermato mercoledì. Oggi in Consiglio dei Ministri manteniamo la promessa”.
Lo scorso 30 novembre la Corte dei Conti, attraverso il procuratore del Lazio Raffaele De Dominicis, aveva impugnato davanti la Corte Costituzionale  le leggi che avevano di fatto reintrodotto il finanziamento pubblico dei partiti, a partire dal 1997, nonostante un referendum popolare del 1993 avesse sonoramente decretato la loro abrogazione (90,3% dei consensi).
La Corte dei Conti ha ritenuto “non aderente alla Carta” il ripristino di tale sovvenzione pubblica ma nessuno dei partiti si è sognato di restituire le somme già percepite e consumate.
I “finanziamenti pubblici” del 1993, diventati poi “rimborsi elettorali” nel 1997, erano illegali e ci sono voluti “solo” 16 anni per dimostrarlo. Senza retroattività chiaramente. “Tutto cambia affinché nulla cambi”.
Tornando al decreto legge si scopre che tale finanziamento non solo verrà mantenuto negli anni a venire ma rischia anche di essere di importo più rilevante rispetto a quanto si sia verificato finora. Andando a leggere l’articolo 12 comma 4 si legge che “al contributo del 2 per mille sono destinati: 7,75 milioni nel 2014; 9,6 milioni nel 2015; 27,7 milioni nel 2016; 45,1 milioni dal 2017 in poi”. In pratica, fino al 2018, i rimborsi ci saranno e comprenderanno soldi pubblici che potevano essere impiegati nelle scuole, ospedali e servizi pubblici in generale.

Nessun commento:

Posta un commento