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lunedì 30 dicembre 2013

Castello Calatamauro. Da fortezza in prima linea a rudere di una Storia che i contessioti mostrano di non volere conoscere

Castello di Calatamauro
Oggi a noi e' dato constatare  solamente le rovine di quello che fu  1) un presidio bizantino in funzione di contrasto -in quel periodo del tardo-romano- all'avanzata musulmana in Sicilia,  
2) una fortezza controllata da comandanti berberi durante il governo arabo -periodo rigoglioso e di rinascita socio economica - dell'isola,  
3) ancora un presidio militare in funzione anti-musulmana durante i regni normanni di Ruggero II e Guglielmo II, 
4) e poi una base miliare di primo-ordine ed in prima linea, dove verosimilmente dimoro' Federico II durante i lunghissimi assedi di Entella. 
5) Calatamauro assolse  funzioni di rilevanza nelle vicende dell'isola ancora nella guerra del Vespro, negli anni di fine Duecento quando rappresento' uno dei punti di forza degli Angioini.  
6) Servi' moltissimo ai Peralta per consolidare il dominio su gran parte della Sicilia Occidentale (Val di Mazara) e per consentire loro di assurgere a componenti del Vicariato del Regno di Sicilia, quel Comitato voluto da Artale Alagona per evitarne la disgregazione, e che vide -durante la minore eta' della regina Maria- ai vertici del potere, unitamente allo stesso Artale, 
a) Manfredi Chiaramonte, Conte di Modica e Grande Ammiraglio del Regno;  
b) Francesco Ventimiglia, Conte di Geraci; 
c) Guglielmo Peralta, Conte di Caltabellotta. 

Il Castello di Calatamauro comincera'  a perdere rilevanza e funzionalita' con l'arrivo degli arberesh che fondano (o ri-fondano) l'abitato di Contessa a breve distanza da esso. 
I Cardona nel 1520 riconoscono tutte le prerogative di "Universita'" alla comunita' contessiota e trasferiscono nel nuovo centro la sede dell'apparato amministrativo-giudiziario (il Castellano che diventa governatore,  etc.) dell'intera loro baronia che gravita sul Belice sinistro. 
Il territorio di Calatamauro passa quindi sotto la giurisdizione del governatore feudale e dei giurati (questi rigorosamente arberesh) di Contessa. 
Con questa iniziativa di Alfonso Cardona gli arberesh non avranno nulla a che fare e a dividere col resto delle altre baronie dei Cardona (Contea di Chiusa, Marchesato di Giuliana, Signoria di Burgio etc. etc. ). Entro le mura del loro centro abitato i contessioti avranno la infatti la "Secrezia", la Corte giuratoria e la Corte capitanaria. Contessa fino a pochi decenni fà -infatti-, dalle popolazioni dei centri vicini sarà chiamata Statu di Cuntissa. Fino a quasi tutto il Settecento nessun estraneo (se non arberesh) poteva decidere di trasferire la residenza a Contessa, a meno che non si trattasse di uomini dell'apparato baronale.
Qualche decennio dopo  quel 1520 lo storico Fazelo non potra' che rilevare lo stato di abbandono e di degrado in cui era venuto a trovarsi il Castello di Calatamauro. Un destino analogo era toccato daltronde anche al  casale di Batellaro dopo l'affermarsi dell'Universita' di Bisacquino, retta dalla Signoria dell'Arcivescovo di Monreale. 
A segnare il declino del Castello non e' stato solamente il sopraggiungere degli arberesh nei feudi di "Contesse" e di "Serradamo" ma anche la nuova strategia militare a difesa delle coste isolane adottata dai Vicere di Sicilia dal Cinquecento in poi. Lungo tutte le coste siciliane vennero costruite centinaia e centinaia di torri di avvistamento a breve distanza l'una dall'altra. 
I turchi ed i pirati  barbareschi vennero contrastati -da allora- con gli allarmi e le emergenze  che da queste torri furono diffuse alle popolazioni costiere. Non servirono piu' le modalita' di sorveglianze a distanza delle coste che Calatamauro aveva assicurato sul versante meridionale dell'isola, nello spazio  fra Sciacca e Marsala. Con questa nuova strategia, avviata pure essa nel 1520 e concretizzata in via definitiva da Marc'Antonio Colonna nel 1577, sara' l'intera isola a diventare una unica fortezza.

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