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martedì 17 settembre 2013

Politica del terzo millennio. Solo per gente famelica, inconcludente e senzamestiere

Agli albori della Repubblica e con l'entrata in vigore della Costituzione (primo gennaio del 1948) i parlamentari di Camera e Senato avevano compensi irrisori.
Coloro che non erano residenti a Roma si pagavano le spese del treno per raggiungere la Capitale, alloggiavano in alberghi modesti e generalmente in stanze che ospitavano altri deputati del medesimo partito e non gravavano quasi per nulla sui bilanci delle Camere, ossia dei contribuenti. La Presidenza della Repubblica aveva un organico di poche decine di funzionari, che costavano relativamente poco ed erano pure preparati.
Oggi la politica non è svolta da gente che dona passione e preparazione. In questi quasi settant’anni la politica è diventata una professione: quella dei nullafacenti.
La politica serve, nessuno più ne dubita, per trarre benefici personali. I più altruisti dei politici sono quelli che si dedicano al clientelismo più vomitevole.
Oggi anche i senatori e deputati affermati, coloro che godono nelle professioni di redditi rilevanti percepiscono tutte le indennità, compresa la pensione.
Quella dei  parlamentari è divenuta una  professione come un'altra. Si consegue stipendio, liquidazione di fine rapporto e pensione.
Da impegno idealistico e di passione dei De Gasperi, dei Nenni, dei Pertini, dei Di Vittorio alla famelicità di tanta gente inconcludente e senzamestiere.

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