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domenica 10 febbraio 2013

Il Comunismo è stato un fallimento, parola di Giorgio Napolitano

 
Il passato politico di Giorgio Napolitano inizia nel 1945 tra le fila del Partito comunista italianio eppure nel 2013 egli non ha dubbi e lo scrive nero su bianco:
«Certo, è stato impossibile sfuggire alla certificazione storica del fallimento dei sistemi economici e sociali d'impronta comunista».

In un suo intervento sul giornale del Vaticano, Osservatore Romano, il presidente si è concentrato sul rapporto tra etica e politica parlando chiaramente delle fine delle ideologie, a partire da quella comunista, ma non dimenticando che dall'altra parte si affermò anche un certo «fondamentalismo di mercato».
Sempre sulla fine del comunismo, Napolitano ha parlato del «rovesciamento di quell'utopia rivoluzionaria che conteneva in sé promesse di emancipazione sociale e di liberazione umana e che aveva finito, come, con fulminante espressione, disse Norberto Bobbi, per capovolgersi, nel convertirsi di fatto nel suo opposto».
In parallelo, ha aggiunto il Presidente, «l'ideologia conservatrice è sopravvissuta alla fine del comunismo, assumendo sempre più le sembianze di quel 'fondamentalismo di mercato', tradottosi in deregulation e in abdicazione della politica, che solo la crisi finanziaria globale scoppiata nel 2008 avrebbe messo in questione».

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