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giovedì 21 febbraio 2013

Berlusconi ha un conflitto di interessi, è per legge ineleggibile e tuttavia una finta-sinistra per 20 anni ha chiuso gli occhi

Berlusconi è nel bene e nel male uno dei protagonisti degli ultimi 20 anni del nostro paese. Per legge non avrebbe dovuto e potuto esserlo, eppure una alleanza di finta-sinistra, prevalentemente di provenienza comunista, lo ha consentito. Lo ha fatto perché i D’Alema, i Veltroni, gli Occhetto, etc. etc. avevano bisogno di venire legittimati, di entrare nella vita civile del paese, dopo essere stati per decenni tagliati fuori dai giochi dei paesi occidentali essendo stati dei comunisti.
Ma vediamo perché gli ex-comunisti hanno preferito fingere di ignorare una legge della Repubblica, pur di vedersi legittimati dal loro (sulla carta) avversario.
In questi giorni a ricordare agli italiani la resa della finta-sinistra è Paolo Flores d'Arcais. 
Sostiene la legge 461 del 1957 all’articolo 10 comma 1, infatti, che non sono eleggibili “coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica”.In sede di discussione fu precisato che per “notevole entità economica” si intendeva qualunque concessione che eccedesse in valore quella di una tabaccheria. Anche a un immaginifico (s)mentitore professionale come il Cavaliere putiniano di Arcore risulterà difficile contestare che Canale 5, Rete 4, Italia 1 valgano un po’ di più, nel loro complesso, di un “tabacchi”. Berlusconi mediante le società di cui è maggiore azionista è infatti Concessionario delle tv ora ricordate, eppure … … quella legge è stata da 20 anni ignorata.
L’applicazione della legge 461/1957 è affidata in entrambi i rami del Parlamento alla rispettiva “Giunta per le elezioni”, che delibera a maggioranza. Anziché applicarla, la legge l’ha violata nel 1994 la maggioranza Berlusconi-Bossi-Fini-Casini, ed era un’indecenza prevedibile. Ma l’ha poi violata per due legislature anche la maggioranza dei Prodi, D’Alema, Bertinotti e altri Veltroni, immemore della protesta già avanzata da un comitato promosso da Vittorio Cimiotta (“Giustizia e Libertà”) e formato da Alessandro Galante Garrone, Paolo Sylos Labini, Ettore Gallo, Vito Laterza, Alessandro Pizzorusso, Aldo Visalberghi, Antonio Giolitti.
Ogni cosa ha il suo prezzo: D’Alema, Veltroni etc. etc. hanno pagato per il loro passato di inagibilità in una democrazia occidentale regalandoci il ventennio berlusconiano.

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