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giovedì 24 gennaio 2013

Documento: Relazione della Commissione Bilancio al DPEF della Regione Sicilia

Discussione del Documento di programmazione economico-finanziaria

per gli anni 2013-2017                     22.gennaio.2013

PRESIDENTE. Si passa al punto III dell’ordine del giorno: Discussione del Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2013-2017.

Invito la II Commissione, Bilancio, a prendere posto nel relativo banco.
Ha facoltà di parlare l’onorevole Dina per svolgere la relazione.
Dopo la relazione rinviamo a domani, puntualmente, alle ore 16.00, con la discussione e la relazione dell’assessore e, successivamente, a martedì prossimo.

DINA, presidente della Commissione e relatore.
Signor Presidente, signori assessori, onorevoli colleghi, la presente relazione ha lo scopo di illustrare i contenuti del Documento di programmazione economico-finanziaria 2013-2017 presentato dal Governo, sottoponendo all’esamedell’Aula le osservazioni e le valutazioni della Commissione Bilancio.

L’esame del DPEF avviene, quest’anno, con la consapevolezza che, a causa della contestuale presentazione del Documento e dei disegni di legge concernenti il bilancio a legislazione vigente e la finanziaria, nonché dell’approvazione dell’esercizio provvisorio per i primi quattro mesi dell’anno, il ruolo di indirizzo dell’Assemblea teso ad assicurare la connessione logica e temporale tra i contenuti del DPEF, la risoluzione parlamentare e la predisposizione dei documenti contabili da parte del Governo risulta, chiaramente, fortemente depotenziato.

Pur nel contesto delineato, il Documento predisposto dal Governo presenta elementi di novità rispetto al passato che sembra opportuno sottolineare insieme ad altri che appaiono meno convincenti.

Il DPEF si articola in tre sezioni di cui, la prima, illustra l’andamento delle principali variabili macroeconomiche, con riferimento ai trend dell’economia internazionale e nazionale ed alle loro refluenze sul sistema economico regionale.

Si tratta di una analisi puntuale che mette in evidenza il difficile momento congiunturale, caratterizzato da una contrazione del PIL e da un forte calo della domanda interna.

Sulla base degli andamenti tendenziali dell’economia in Sicilia, tenuto conto delle recenti manovre di contenimento della finanza pubblica varate a livello nazionale e del loro effetto recessivo sul sistema economico regionale, il Governo ritiene di poter definire un tasso di crescita del PIL programmatico pari allo 0,1% nel 2013, all’1,1% nel 2014 ed all’1,2% nel 2015.

Ciò attraverso un’attenta revisione delle politiche di sviluppo basate sia sui fondi strutturali europei che sulle risorse nazionali scaturenti dal Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS), oggi denominato Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC).

Tenuto conto della rimodulazione del PO FESR e delle priorità individuate circa l’impiego dell’FSC, il volume di risorse pubbliche da utilizzare è quantificato, complessivamente, in 7.171 milioni di euro. Se, in occasione di precedenti documenti di programmazione, le previsioni formulate dal Governo potevano sembrare eccessivamente ottimistiche e, pertanto, di difficile realizzazione, nel Documento oggi all’esame del Parlamento, le stesse appaiono, a mio avviso, più realistiche e, dunque, nel complesso condivisibili.

Segnalo, tuttavia, che i più recenti dati forniti dalla Banca d’Italia sull’andamento del PIL nazionale rivedano al ribasso le precedenti stime, il che determinerà effetti anche sul tasso di crescita dell’economia siciliana.

La seconda parte del DPEF definisce il quadro tendenziale della finanza pubblica regionale, alla luce dei vincoli scaturenti dalla finanza pubblica nazionale ed in particolare dai provvedimenti di spending review e dal Patto di stabilità interno nonché dagli obiettivi strategici ed economico finanziari già definiti con il Piano di rientro e riqualificazione del sistema sanitario regionale 2007-

2009 e con il POR 2007-2013.

In particolare, il quadro tendenziale di finanza pubblica, costruito facendo riferimento alle principali componenti dell’entrata e della spesa a legislazione vigente, integrate dalla metodologia delle politiche invariate, mostra il persistere, nel periodo 2012-2015, della situazione di criticità già emersa negli esercizi precedenti. Ciò in relazione alla difficoltà di acquisire al bilancio regionale risorse sufficienti a garantire il livello delle spese ed a fronteggiare le maggiori esigenze finanziarie manifestatesi negli ultimi anni, soprattutto nei settori del trasporto pubblico locale, della sanità e della forestazione.

Dall’analisi dei dati del quadro tendenziale si rileva, per il 2012, rispetto all’esercizio finanziario precedente, un lieve decremento del gettito delle entrate correnti secondo le stime del PIL regionale;

una contrazione delle spese correnti, nonostante la loro difficile comprimibilità; un incremento delle entrate in conto capitale, dovuto all’accertamento delle somme residuali riferite alla chiusura dei programmi operativi della programmazione comunitaria 2007–2013 e delle rimanenti erogazioni delle risorse previste dal PAR FAS Sicilia 2007–2013; una flessione infine delle spese in conto capitale; un lieve miglioramento di tutti i principali saldi tendenziali.

Nel triennio 2013–2015 si evidenzia, altresì, un peggioramento di tutti i principali saldi di finanza pubblica, a conferma dello squilibrio strutturale dei conti regionali.

Anche in questo caso, le previsioni formulate dal Governo appaiono realistiche e, pertanto, complessivamente condivisibili.

La terza parte del DPEF illustra il processo di aggiustamento strutturale dell’economia e della finanza siciliane, che il Governo intende perseguire. In particolare, il quadro programmatico degli indicatori di finanza pubblica regionale è costruito partendo dalla considerazione che l’attuale scenario macroeconomico regionale mostra segnali poco incoraggianti.

Il crollo della domanda interna e del PIL ed il conseguente effetto depressivo sulle entrate non rendono realistico il raggiungimento dell’obiettivo del riequilibrio dei conti pubblici, anche in presenza di una rigorosa politica di bilancio, finalizzata alla riduzione ed alla riqualificazione della spesa corrente.

Pertanto, il Governo ritiene necessaria la definizione di un programma di interventi concordati con lo Stato, che consenta, attraverso il supporto delle risorse nazionali, di proseguire nell’azione di risanamento della finanza pubblica regionale e di aggiustamento economico-finanziario.

Dal confronto tra i dati tendenziali e quelli programmatici si evidenzia un deciso miglioramento di questi ultimi rispetto ai primi, che deriverebbe dai seguenti interventi:

- contenimento della spesa corrente in favore di quella in conto capitale;
- riduzione dei costi di funzionamento in favore della spesa per i servizi;
- miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza nella riscossione delle entrate;
- miglioramento nella gestione dei residui;
- revisione dei meccanismi di spesa e riduzione dei costi del personale del settore pubblico allargato;
- revisione dei regimi tariffari, dei canoni e dei procedimenti di riscossione;
- razionalizzazione dei consumi intermedi, attraverso il sistema delle centrali uniche per gli acquisti della Regione, degli enti locali e della sanità;
- verifica del censimento degli immobili, finalizzato alla valorizzazione del patrimonio immobiliare regionale, anche attraverso un rafforzamento della collaborazione con la Cassa depositi e prestiti;
- riordino delle società partecipate, con l’obiettivo del rilancio della loro produttività;
- introduzione di strumenti di valorizzazione del capitale umano all’interno della pubblica amministrazione regionale.

Come ho già avuto modo di osservare in Commissione, è questa la sezione del DPEF che, a mio giudizio, è meritevole di un approfondimento. Sarebbe, anzitutto, opportuno che il Governo fornisse

i dati programmatici non soltanto in percentuale del PIL, ma anche in valori assoluti.

Le stime di miglioramento degli indicatori di finanza pubblica operate nel Documento possono, inoltre, apparire eccessivamente ottimistiche e di difficile realizzazione, non essendo, tra l’altro, quantificata la percentuale di miglioramento dei saldi riconducibile a ciascuna azione elencata. Mi sembra, a questo punto, opportuno soffermarmi su quello che ritengo il vincolo più gravoso per le finanze pubbliche regionali, ossia la necessità di rispettare i parametri stabiliti dal Patto di stabilità interno.

Come è noto, il Patto nasce dall’esigenza di assicurare la convergenza delle finanze pubbliche degli Stati membri dell’eurozona verso specifici parametri, condivisi a livello europeo in seno al Patto di stabilità e crescita e formalizzati con il Trattato di Maastricht, riassumibili nei due famosi parametri del 3% relativo al limite massimo del rapporto tra indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni e PIL e del 60% relativo al rapporto tendenziale tra lo stock del debito delle pubbliche amministrazioni ed il PIL.

Con riferimento al Patto di stabilità interno per il 2012, in osservanza a quanto disposto dalla normativa vigente, la Regione e il Ministero dell’economia e delle finanze hanno definito una intesa

in data 4 ottobre 2012, fissando il livello complessivo delle spese finali per l’anno 2012 in 6.351 milioni di euro per gli impegni (-1.410 milioni rispetto all’anno precedente) ed in 5.231 milioni di euro per i pagamenti (-1.410 milioni).

Come è possibile desumere dai dati riportati nelle tabelle A.2.1 e A.2.2 dell’appendice statistica al DPEF, nei confronti del 2011 si è determinata, pertanto, una drastica riduzione del livello di spesa effettuabile, sia in termini di impegni che in termini di pagamenti, il che ha fortemente condizionato la capacità di spesa non soltanto della Regione, ma anche delle province e dei comuni siciliani.

Questo trend è destinato a permanere anche nel prossimo triennio. Infatti, alla luce del contributo aggiuntivo di 500 milioni di euro per le autonomie speciali previsto dalla legge di stabilità per il 2013, si stima che, negli anni 2013-2015, gli obiettivi di spesa siano i seguenti:
per il 2013 impegni pari a 5.748 milioni di euro e pagamenti pari a 4.628 milioni di euro;
per il 2014 impegni pari a 5.596 milioni di euro e pagamenti pari a 4.476 milioni di euro;
per il 2015 impegni pari a 5.748 milioni di euro e pagamenti pari a 4.628 milioni di euro.

Nel quadro delineato, ritengo sia importante assicurare agli enti locali un recupero di flessibilità nella spesa, attraverso il pieno utilizzo dello strumento del Patto di stabilità regionale verticale incentivato, introdotto dal decreto legge n. 95/2012, che consente a ciascuna regione, a fronte di un contributo finanziario erogato dallo Stato per abbattere il debito, di liberare spazi finanziari per ridurre gli obiettivi di patto dei comuni.

La legge di stabilità per il 2013 ha assegnato a questo fine uno specifico plafond alla nostra Regione, che il Governo intende utilizzare per consentire ai comuni di incrementare la spesa per investimenti. Nel condividere un tale obiettivo, formalizzato nel Documento, reputo utile che, anche

attraverso una revisione della normativa vigente, lo strumento possa essere esteso a favore delle province, al fine di ridurre il peso del Patto anche per tali enti.

Dal dibattito sviluppatosi in Commissione Bilancio, si sono evidenziati una serie di elementi che ritengo vadano maggiormente approfonditi da parte del Governo. Occorre, inoltre, preliminarmente evidenziare che le osservazioni ed i pareri delle Commissioni di merito sono stati tutti favorevoli al DPEF, eccezion fatta per la V Commissione che si è pronunciata sfavorevolmente in quanto non ha ritenuto che le politiche concernenti la cultura, la formazione e il lavoro fossero state sufficientemente sviluppate.

Passo, a questo punto, ad illustrare i principali spunti di riflessione che sono scaturiti dall’esame del DPEF in Commissione.

Con riferimento alla I Commissione - Affari istituzionali, sono emersi degli aspetti concernenti gli enti locali, dei quali darò conto in seguito. Il Governo ha comunque anticipato che, grazie all’adesione al patto di stabilità verticale ed alla cosiddetta social housing, gli enti locali, a partire dal 2013, avranno risorse ulteriori per circa 220 milioni di euro.

La III Commissione - Attività produttive ha espresso apprezzamento rispetto alla volontà del Governo regionale di procedere a una revisione della spesa non orizzontale, bensì qualificata, al fine

di evitare di penalizzare le famiglie e le imprese. La stessa Commissione ha valutato, inoltre, con favore la scelta di avvalersi del patto di stabilità regionale verticale incentivato nell’ottica di agevolare le spese per investimenti dei comuni.

La Commissione ha proposto, con riferimento alle attività produttive, di finanziare e rafforzare gli interventi che abbiano avuto positivi riscontri e, in particolare, il credito agevolato per le imprese artigiane offerto dalla CRIAS, raccomandando che il medesimo strumento sia utilizzato a favore delle imprese operanti nel settore del commercio. Ha rappresentato, altresì, la necessità di destinare ulteriori risorse alle misure previste dagli articoli 1 e 2 della legge regionale n. 23/2008 e al microcredito per le imprese.

La IV Commissione - Ambiente e territorio, ha osservato che il documento sia privo della  programmazione in materia di porti turistici e che la trattazione delle politiche relative all’energia e al turismo avrebbe meritato il confronto con i rappresentanti del Governo.

La V Commissione - Cultura, formazione e lavoro, ha sottolineato che nel DPEF non si rivengono soddisfacenti indicazioni in merito alle politiche del lavoro, della formazione ed a quelle culturali. A questo proposito va evidenziato che la Commissione Bilancio ha preso atto della presenza nelle tabelle allegate al Documento di programmazione economico-finanziaria, degli elementi quantitativi concernenti le predette politiche, ancorché abbia riscontrato l’assenza dei relativi aspetti descrittivi.

La VI Commissione ha fatto pervenire delle osservazioni concernenti il potenziamento delle  strutture dedicate alle emergenze, la ridefinizione dei setting assistenziali e l’accrescimento delle strutture pubbliche. La medesima Commissione ha inoltre rappresentato la contrarietà della stessa in ordine all’accentramento dei laboratori di diagnostica.

La Commissione per l’esame delle attività dell'Unione Europea, ha invitato il Governo a seguire con particolare attenzione le linee strategiche delineate nel documento comunitario EUROPA 2020.

Inoltre, ritiene che il Governo debba dare sostegno:
- ai processi di innovazione delle micro, piccole e medie imprese siciliane;
- alla realizzazione di strutture, laboratori aperti e grandi infrastrutture di ricerca;
- alla valorizzazione, attrazione e qualificazione del capitale umano e sostegno all’Alta Formazione, coinvolgendo anche le Università, Enti di ricerca pubblici, Aziende Ospedaliere, IRCCS, Fondazioni e istituzioni sia siciliane che straniere;
- alla ricerca e al trasferimento tecnologico, con particolare riguardo ai progetti innovativi nei settori della salute, dell’agroalimentare, dell’energia e dell’ambiente;
- alle nuove azioni di partenariato con Regioni e Paesi esteri, per contribuire a dare più visibilità all’eccellenza siciliana nei settori strategici;
- alla promozione, come da indicazione della strategia EUROPA 2020, di un'agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro .

Ritornando al DPEF, trovo opportuno segnalare, che manovre di riprogrammazione delle risorse comunitarie quali quelle che hanno portato alla definizione del Patto di azione e coesione, illustrate nelle tabelle A1.8, A1.9 e A1.10 dell’appendice statistica al Documento, comportino un maggiore coinvolgimento delle competenti commissioni del Parlamento, anche attraverso una revisione della vigente normativa regionale.

Come ho già accennato nella parte iniziale della relazione, l’esame del DPEF in Assemblea avviene quest’anno in un contesto particolare, non soltanto dopo la presentazione, da parte del Governo, dei documenti contabili per il 2013 e per il triennio 2013-2015 ma anche dopo l’approvazione  ell’esercizio provvisorio per i primi quattro mesi dell’esercizio 2013 e dopo l’utilizzo di gran parte dei fondi globali previsti dal bilancio a legislazione vigente per la proroga dei contratti del personale a tempo determinato, con un inevitabile disallineamento tra il quadro di finanza pubblica illustrato dal Documento e gli attuali saldi del bilancio.

Da una prima analisi dei documenti contabili, appare evidente che la carenza di risorse finanziarie ha indotto il Governo, nella quantificazione dei macroaggregati del bilancio, a sottostimare le  isorse da assegnare a numerosi comparti di intervento regionale, come ha confermato lo stesso Assessore per l’economia in Commissione. Mi sembra, quindi, opportuno che l’Assessore fornisca anche in Aula qualche anticipazione su come procedere ad integrare le attuali disponibilità, con particolare  riferimento ai settori degli enti locali, della forestazione, della ricerca in agricoltura, del trasporto pubblico locale, degli sportelli multifunzionali, dei contributi ad enti ed associazioni che hanno storicamente svolto un importante ruolo culturale o sociale. Ciò anche al fine di evitare che, in tali ambiti, si determinino negative ricadute sui livelli occupazionali, in un contesto come quello attuale, già caratterizzato da un grave deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro.
Sarebbe, altresì, utile conoscere i progetti del Governo in relazione ai settori della sanità, della formazione professionale e delle società partecipate, che necessitano di una profonda rivisitazione delle attuali politiche, non soltanto nell’ottica della spending review ma anche del perseguimento di condizioni più ottimali di efficienza ed efficacia di gestione.
In conclusione, nel ribadire il parere positivo della Commissione Bilancio sul Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2013-2017, colgo l’occasione per ringraziare gli onorevoli colleghi e il Governo per le osservazioni ed i suggerimenti formulati nel corso dell’esame dello stesso.
Ringrazio, inoltre, gli Uffici per il supporto tecnico fornito durante tutte le fasi dell’istruttoria del Documento in Commissione ed auspico che il dibattito successivo possa fornire elementi che possano essere trasfusi nell’ordine del giorno che alla fine del dibattito scriveremo e voteremo.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dina.

Onorevoli colleghi, la seduta è rinviata a domani, mercoledì 23 gennaio 2013, alle ore 16.00, con il seguente ordine del giorno:
I - Comunicazioni
II - Seguito della discussione del Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2013-2017
Relatore: on. Dina
La seduta è tolta alle ore 19.43

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