StatCounter

giovedì 13 settembre 2012

Statuto dei Lavoratori. Le stranezze della Storia, fa sempre giustizia

Nemesi storica. A leggere su Wikipedia l'espressione "nemesi storica" è utilizzata quando una serie di eventi storici, considerati negativi, si conclude con inattesi risultati compensatori.
Giacomo Brodolini
Lo Statuto dei Lavoratori venne alla luce nel 1970, quando il governo del paese era retto dal "primo centro-sinistra". Il maggiore promotore di questa legge che intendeva tutelare la dignità dei lavoratoti all'interno dei posti di lavoro fu un ministro socialista, Giacomo Brodolini, antifascista formatosi alla scuola di Emilio Lussu. Brodolini non riusci a vedere alla luce il testo della legge perchè morì alcuni mesi prima che il testo fosse pubblicato sulla Gazzetta, ma la sua opera fu proseguita da un'altra grande figura del socialismo italiano, Gino Giugni, che riusci a portare a termine i lavori preparatori attenendosi sempre -come ebbe a dichiarare in seguito- alle indicazioni di fondo volute da Brodolini.
Il Psi di allora, assolutamente non craxisiano, pretese e impose negli accordi di governo ad una Dc riluttante l'approvazione in Parlamento dello Statuto. La Democrazia Cristiana condivise la proposta dell'alleato di governo e lo Statuto divenne la legge 300 del 1970.
Ognuno penserà quella legge non può essere solo opera dei socialisti, ci avranno messo mano pure i comunisti (allora fortissimi in Parlamento), ci avranno messo mano le aree estreme della Sinistra.
No, i comunisti e gli estremisti di allora sabotarono e votarono contro quella legge. Era una legge "riformista" e loro, i comunisti e compagni sinistri, erano rivoluzionari; non potevano votare una legge portata avanti dai social-riformisti.
Ovviamente contro lo Statuto votarono le forze della destra di allora: liberali, missini e destra democristiana.
 
Oggi

Gino Giugni
La legge voluta dai socialisti, soprattutto il famigerato art. 18, è stata modificata, annacquata con la riforma Fornero, pochi mesi fà. A votare per renderla meno innovativa hanno votato, come è ovvio i liberisti di oggi. E chi sono i liberisti di oggi ?
Il Pd, ossia il partito erede del vecchio PCI. Ieri la legge 300 era odiata dai comunisti perchè "riformista", oggi gli eredi del PCI l'hanno modificata perchè troppo "rivoluzionaria", troppo spostata sugli interessi dei lavoratori.
Che volete ! i tempi cambiano!  oggi gli eredi del PCI sono "liberisti", il lavoro per loro è una merce, un prodotto del mercato e pertanto deve seguirne le regole. Per i "liberisti" odierni, al PD occorre aggiungere il PDL e l'UDC, i promotori di quella legge, i "socialisti" erano rivoluzionari e non tenevano conto del mercato, erano sbilanciati sui lavoratori.
Esaminata l'evoluzione "opportunista" degli eredi pci, esaminiamo ancora cosa sta succedendo a Sinistra.
 
Le frange disordinate dell'odierna Sinistra, che sono cresciute nel brodo culturale secondo cui la socialdemocrazia, il riformismo, è un tradimento del mondo del lavoro; costoro oggi che fanno ?
Raccolgono le firme perchè la legge 300, lo Statuto dei Lavoratori, venga sottoposta a referendum perchè torni integra nel testo voluto dai "riformisti-socialisti" Giacomo Brodolini e Gino Giugni. Vogliono eliminare la Fornero.
Tutte le  frange che oggi sono a Sinistra del PD (il partito liberista) oggi sono, si dichiarano, riformiste, Sel in testa. Dal 1970 ci sono voluti -nella nostra Italia-  42 anni per scoprire che la Sinistra è e deve essere "riformista", socialdemocratica.

2 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. Proprio oggi sul Corriere della Sera, Mario Monti, capofila dei liberisti (PDL, UDC, PD) muove un ennesimo attacco allo STATUTO DEI LAVORATORI, nell'intento di demolire ben oltre l'art. 18.
    A lui ha prontamente replicato tempestivamente chi "liberista" non lo è mai stata, perchè cresciuta a ben altra scuola politica, quella di un grande socialista, Riccardo Lombardi.
    La stranezza è che chi invece è cresciuto alla scuola della "rivoluzione" oggi fa il liberista alla D'Alema, alla Veltroni ed altre centinaia.
    Gli estremismi giovanili si frasformano sempre nel loro contrario.

    RispondiElimina