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martedì 18 settembre 2012

Sicilia. I candidati governatori parlano come se la regione fosse una regione normale

I candidati a "governatore" della Regione Sicilia superano il numero di 10 unita'. Alcuni non si sono mai occupati di politica, altri hanno nella loro vita sempre mangiato "pane e politica". Finora nessuno di essi ha affrontato il problema vero che, ove eletti, si troveranno sul tavolo di lavoro di Palazzo d'Orleans: la disastrosa situazione finanziaria della Regione. Da aprile scorso le aziende che prestano lavori, servizi e forniture non vengono pagate. Attualmente si pagano solamente stipendi. Dal prossimo anno, essendo piu' stringenti i vincoli di finanza pubblica, verosimilmente le aziende saranno pagate a gennaio e poi per dodici mesi dovrebbero lavorare a "gratis". E' chiaro che serve una soluzione e pero' non c'e' Micciche', Crocetta o altro che spieghi cosa abbia in mente per salvare dal fallimento la Sicilia. Non e' un buon segno. Chi non ha il coraggio della "verita'" non puo' essere un buon "governatore". E' chiaro che la soluzione e' tutta dell'obbligo di dover tagliare gli appsrati clientelari. Questo va detto ! La Grecia è precipitata perché ha fatto un’azione clientelare per vent’anni, assumendo dipendenti pubblici e aumentando i loro compensi. Ora è stata costretta a tagliare del 20 per cento le spese statali e a ridurre i salari dei propri dipendenti pubblici di oltre il 22 per cento e licenziarne 30 mila. Sembrava che stesse succedendo la rivoluzione, ma poi tutti si sono messi il cuore in pace sapendo che non c’è via d’uscita, se non rimettere i conti in ordine. La Regione, volere o volare, sarà costretta a imitare la Grecia. Perché è tecnicamente in dissesto, cioè in fallimento. Candidati omertosi, sono segno di governatori incapaci.

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