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martedì 25 settembre 2012

Claudio Fava. Stralcio di una intervista a "Il Fatto-Quotidiano"

Proseguiremo con gli altri candidati
Fava, la Sicilia è ad un passo dal default: come pensa di salvarla?
La riorganizzerò facendo in modo che ogni centesimo speso produca sviluppo sociale. Cercherò di recuperare le risorse a cui abbiamo rinunciato nell’ottica della politica clientelare. La Sicilia ha bisogno di investire sulla ricerca scientifica, sul sapere, sulla cultura, sulla messa in sicurezza del territorio. Per fare questo non ci vogliono quaranta mila iniziative legislative ma 40 progetti specifici. Quando i progetti non sono quaranta, ma quaranta mila è evidente che si tratta del prezzo pagato alla politica clientelare.
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La mafia dei cavalieri del lavoro di Catania non c’è più. Nitto Santapaola è al 41 bis. Dov’è Cosa Nostra oggi?
Santapaola è al 41 bis, il ramo Ercolano è in parte al 41 bis e in parte nel ramo dell’autotrasporto. I cavalieri del lavoro non ci sono più, ma imprenditori che hanno “giocato” con Cosa Nostra ci sono ancora. La fanno da padroni nello smaltimento rifiuti, nel movimento terra. Il sistema di potere ha cambiato nomi e personaggi ma esiste ancora. I giornali che tacevano allora continuano a tacere oggi. Quando scopro l’endorsement di certi giornali, mi chiedo cosa sia stato loro promesso in cambio.

A cosa si riferisce?

A Mario Ciancio e l’appoggio a Crocetta: mi chiedo come sia stato ricompensato dopo la vagonata di pagine che Crocetta si è comprato sulla Sicilia. Evidentemente Ciancio vedrà in Crocetta il garante di certi interessi che possono essere mantenuti solo con un presidente vicino e non in modo diverso. Cuffaro sta scontando sette anni per favoreggiamento alla mafia. Lombardo è sotto processo per concorso esterno: è solo sfiga, o alla poltrona da governatore si accede solo in un certo modo? Tutto sta nelle scelte di vita che si fanno. Il problema è come tu vuoi costruire il tuo governo. Ma soprattutto perché e per chi vuoi governare.
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Novantamila giovani l’anno lasciano la Sicilia per cercare lavoro fuori. Come se ogni anno quest’isola perdesse di punto in bianco una città come Trapani, o due provincie Enna e Caltanissetta. A uno di questi giovani con la valigia in mano cosa direbbe?
Che se parte non posso che dargli ragione. Ma se resta rende diversa la Sicilia e concreta la nostra speranza di buongoverno.Voglio proporre una ricostruzione che un domani permetta a molti di ritornare.

Chi è Claudio Fava ?
Ho cinquantacinque anni, sono nato a Catania e ho due magnifici figli, Cristina ed Emils. Una laurea in giurisprudenza a ventitrè anni, giornalista professionista a venticinque: da allora ho scritto molto, in Italia e dall'estero per il Corriere della Sera, l'Espresso, l'Europeo, l'Unità...
Il mestiere l'ho imparato nella mia città, cronista di nera al Giornale del Sud, poi nella straordinaria e faticosa avventura dei Siciliani. Quando muore mio padre, nel 1984, assumo la direzione della rivista provando a raccogliere, assieme a tutti gli altri compagni della redazione, poco più che ragazzi come me, il testimone di una battaglia che ha saputo fare di questo giornale (ne sono certo, e ne sono orgoglioso) un laboratorio di nuova cultura della legalità e dell'impegno antimafioso.
Alla fine degli anni ottanta sono in America Latina come corrispondente dell'Espresso, poi inviato speciale per molti giornali su numerosi fronti di pace e di guerra: Somalia, Cambogia, Libano, Algeria, Salvador, Haiti, Colombia, Nicaragua, Bosnia...
Ho sempre incrociato l'attività professionale con l'impegno politico. Sono stato, assieme a Leoluca Orlando e ad altri amici, tra i fondatori della Rete, al Parlamento nazionale dal 1992 al 1994 e deputato europeo per due legislature, dal 1999 al 2009. Nel 2007 il settimanale britannico "The Economist" mi ha premiato come il miglior parlamentare europeo per l'attività svolta alla guida della Commissione d'inchiesta sulle attività illecite della Cia e sugli abusi dei governi europei nella lotta al terrorismo islamico.
Coordinatore nazionale di Sinistra Democratica, nel 2009 con Vendola e altri compagni abbiamo lanciato il progetto di Sinistra Ecologia e Libertà. Che oggi è il mio partito.
Scrivere resta il mio mestiere. Libri, romanzi, teatro, cinema. Assieme a Monica Zapelli e Marco Tullio Giordana, ho firmato la sceneggiatura de "I cento passi" che ha vinto nel 2001 il festival di Venezia, il Davide di Donatello e il Nastro d'Argento. Il mio ultimo romanzo, "Teresa", l'ho pubblicato l'anno scorso con la Feltrinelli. Ed il 19 luglio di quest'anno, al Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano, ho portato a teatro un mio testo: s'intitola "Novantadue", racconta un anno che ci rese tutti più adulti.

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