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sabato 11 agosto 2012

Occidente. L'eguaglianza fra gli uomini era un traguardo.

Sono anni, quelli che stiamo vivendo, in cui la Storia, la Civiltà, rischia di fare passi indietro rispetto a certi principi che credevamo “punti fermi”, conquiste irrinunciabili.
In Occidente il soffocamento delle classi medie
In Italia, in Europa, nel mondo Occidentale, il ceto medio, le classi popolari che avevano raggiunto traguardi di sicurezza economica e di benessere (previdenza, sanità pubblica, partecipazione democratica) vedono perdere “potere di acquisto”  in materia economica, revocati diritti acquisiti (tutela previdenziale agganciata al costo della vita,  materia sanitaria, scelta della rappresentanza politica*).
Viene detto: colpa della crisi.
Non è vero !
Oggi il peso fiscale per il fabbisogno dello stato è tutto a carico delle fascie più deboli della società. I super-ricchi, i miliardari, non pagano tributi in misura appropriata; cosicchè questi diventano sempre più ricchi e le classi popolari  e medie diventano sempre più povere.
Negli anni settanta era operante, in Italia, una direzione di centro-sinistra diversamente dall’odierna situazione in cui domina il pensiero unico del ‘liberismo’; allora la scala della tassazione dell’Irpef era –come prescritto dalla Costituzione- progressiva. Si arrivava per i miliardari a dover pagare con una aliquota superiore al 70% del reddito annuo.
Oggi (2012) l’aliquota irpef massima, per i miliardari (Berlusconi, Montezemolo etc.), è analoga a quella di un funzionario pubblico (attorno al 43%).
Tutto ciò significa che l’imposizione fiscale da progressiva che era e come ancora prescrive la Costituzione (chi più ha, più paga) va diventando proporzionale. Significa che Montezemolo, Berlusconi, Benetton, De Benedetto, pagano proporzionalmente, come un operaio dell’edilizia, con lievissimi aggravi poco crescenti.

(*) la rappresntanza politica in Italia è resa impossibile dalla legge elettorale porcellum; in Grecia non è stato concesso dall'U.E. il referendum al popolo, che lo stesso primo ministro, Papandreu, esigevain materia di adesione o meno al sistema di integrazione continentale.
E ne vedremo ... ancora.
In Tunisia le donne perdono l’eguaglianza giuridica con gli uomini
Il passo indietro, con la diseguaglianza, in questo terzo millennio che viene “ammessa”, “giustificata”, la si sta vivendo pure nei paesi mediterranei del Nord Africa, sotto un profilo diverso dall’esempio che abbiamo scelto per il nostro paese.
Con la vittoria del partito islamista Annahda, il 14 gennaio 2012, seguita alla caduta in Tunisia di Ben Ali, si sta  procedendo in quel paese alla stesura della bozza costituzionale.
L'articolo 28 del nuovo testo rompe il principio di uguaglianza tra uomo e donna e stabilisce invece che lo Stato assicura la protezione dei diritti della donna, sotto il principio della complementarità all'uomo in seno alla famiglia, e in qualità di associata all'uomo nello sviluppo della Patria.
Tutto ciò significa che la rivoluzione araba dello scorso anno  che doveva cambiare la Tunisia "in meglio" nel nome della libertà e della giustizia, sta invece riscrivendo la storia futura del paese all’insegna della subordinazione della metà dell’umanità all’altra metà.
La Tunisia che in tutto il mondo arabo si presentava fino a breve tempo indietro con orgoglio, costituendo  un faro in materia di diritti delle donne, si avvia adesso verso un nuovo medio-evo.

Cosa sta succedendo in questo terzo millennio ?
Risposta: la diseguaglianza fra gli essere umani la si vuole far apparire come condizione ordinaria.
Ma così non è !

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