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domenica 19 agosto 2012

Forestali senza retribuzione, precari enti locali senza proroga contrattuale, spesa regionale congelata. Grazie Cuffaro, grazie Lombardo !

Il patto di stabilità.
Secondo gli ominicchi del governo regionale, di quello che resta dell'esecutivo di Raffaele Lombardo, in Sicilia per "colpa" del patto di stabilità in questa vigilia di campagna elettorale non ci sono soldi da erogare per
-contributi alle associazioni culturali,
-organizzare spettacoli sulle piazze dell'isola,
-tenere aperti i musei,
-garantire i trasporti pubblici,
-vivacizzare i comuni.
Cosa è questo "patto di stabilità" ?
Un insieme di vincoli stabiliti in sede di Unione Europea ed in Italia imposti con leggi da Roma che obbligano a rispettare determinati tetti di spesa. L'obiettivo è quello di salvaguardare  i bilanci delle amministrazioni pubbliche.
Come è possibile che in Danimarca, in Germania le amministrazioni pubbliche garantiscono come meglio non è possibile i servizi pubblici ed in Sicilia i politicanti -a metà anno- alzano le mano e scaricano la loro "mascalzoneria" sul patto di stabilità ?
E' ovvio. Hanno speso tutto nell'apparato clientelare, nell'apparato immenso regionale retribuito col 40% in più rispetto ai pari grado dipendenti dallo stato e dai comuni, nelle indennità parlamentari e negli stipendi di €. 6.000,oo agli usceri (scusate, non si chiamamo usceri, commessi).
Secondo il governo di Raffaele Lombardo i limiti imposti dal governo di Raffaele Lombardo sono nel 2012 più rigidi rispetto allo scorso anno.
Poveri uomini !
Tutti sappiamo, pure il fruttivendolo che sta all'angolo della strada, che di anno in anno (e per il prossimo decennio) i limiti saranno sempre più stringenti. Solo i politicanti di Raffaele Lombardo ed i cugini che (s)governano la Grecia non lo sanno e si adoperano a truccare (magari) i conti pubblici.
In effetti risulta che la spesa regionale, in pieno agosto, sia congelata, a meno che non si vogliano pagare salatissime multe, che inevitabilmente renderanno ancora più asfittica la gestione finanziaria del prossimo anno.
Come fare ad arrivare alla fine dell'anno ?
In mancanza di volontà politica di tagliare gli sprechi ed i parassitismi, a cominciare dall'assurdo compenso mensile di €. 20.000,oo corrisposto ad ominicchi ignorantissimi che scaldano le sedie di Palazzo dei Normanni, in tutti i dipartimenti regionali è in corso una sbirciatina ai conti per vedere cosa sia urgente e cosa possa essere procrastinabile.
Si tratta di una operazione che gli assessori:
-non sanno fare, perchè non hanno caratura di persone "di stato", uomini di stato;
-non sanno fare, perchè l'ignoranza è parte del loro essere politicanti da quattro soldi;
-non sanno fare, perchè non vogliono fare sotto campagna elettorale interventi che li fa apparire inidonei alle loro vaste clientele, composte da gente famelica.
La situazione è comunque veramente drammatica:
I comuni dovrebbero ricevere trasferimenti per 120 milioni, l'assessorato -di qua a dicembre- però dispone di soli 12 milioni.
Ad essere esplosa, in questi giorni, è la bomba dei lavoratori forestali: da quando sono al lavoro -dallo scorso giugno-  non hanno ancora ricevuto un centesimo. L'assessore ha chiesto ai suoi colleghi di giunta di rimettergli le disponibilità dei loro assessorati oppure -ha proposto- di fare ricorso ai fondi CIPE.
In questo panorama di disastro, frutto per intero dell'operato di due governatori sicilioti che più mascalzoni è difficile trovarli vistro che sono incappati entrambi in vicende di mafia,  non può essere dimenticata la sorte dei 20.000 precari degli enti locali.
Serve in buona sostanza, per la Sicilia, una deroga al "patto di stabilità". La deroga alla Sicilia comporta restrizioni alle altre regioni: ci stanno ?
Una missione a Roma degli assessori siciliani è prevista per la settimana entrante.
L'assurdo di tutto è che i politicanti, che fanno i politicanti con le conseguenze che ci stanno davanti, non finiscono mai in galera. Cosa peggiore, nelle urne, i siciliani scelgono poù mascalzoni che persone oneste e scrupolose.
Riflettiamo.

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