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giovedì 21 giugno 2012

Sicilia. Da noi "u postu" lo garantisce la mala politica. La competenza, cosa è ?

L’Assessore all’Economia della Regione Sicilia, Gaetano Armao, è un illustre giurista (diritto amministrativo), tuttavia la sua più grande ambizione, tenuto conto che il governo di Raffaele Lombardo si avvia al tramonto, non è quella di tornare nello studio professionale da lungo tempo trascurato, bensì di approfittare (è un buon siciliano, infatti) del momento in cui è si trova a contatto con i politicanti e farsi nominare presidente dell’Irfis, istituto del medio credito.
Pare di capire che il suo cruccio non sia tanto la Regione, con le casse vuote, col clientelismo, il favoritismo e l’inneficenza che incalzano. Il suo cruccio è cosa lo attenda, personalmente, domani. Ha il problema del suo avvenire nel mondo pubblico-reddituale. Nel mondo illusorio dove egli, come quasi tutti i siciliani, ritiene che si sia “qualcuno”. Nel mondo in cui si è riveriti perché si puo’ dare qualcosa, non di proprio bensì qualcosa che è di tutti.
Armao è in effetti un buon, un tipico, siciliano. Auguriamogli che trovi “u postu”, quel posto che invece il 50% dei siciliani non trovano; lui lo vuole trovare mentre il “ferro è ancora caldo”, mentre è in compagnia di Raffaele Lombardo. Domani nessuno gli darà “u postu”; come nessuno lo dà ai siciliani qualunque. La Confindustria Sicilia gli crea problemi perchè all'Irfis non serve un giurista ma un economista.
Figurarsi se Armao in questi giorni ha tempo per preoccuparsi dei fondi comunitari che in Sicilia restano inutilizzati perché manca il co-finanziamento regionale.
Effige esposta sui muri dell'ex masseria Vaccarizzo
(Contessa Entellina)
In mancanza dell’iniziativa di chi è preposto al bene comune, vediamo cosa i giornali suggeriscono in questi giorni al distratto governo regionale per evitare il default, che è purtroppo alle porte.
1. Stipulare un contratto di solidarietà con i 21 mila dipendenti e dirigenti che preveda la riduzione del 20 per cento dei loro compensi, con l’eliminazione totale di straordinari, premi e altre indennità supplementari allo stipendio nudo e crudo.
2. Abrogare la Lr 44/65 di modo che l’Ars costi 67 milioni (quanto il Consiglio Regionale lombardo) e non 167 milioni.
3. Sanità: tagliare 400 milioni di spesa per farmaci in più rispetto alla media nazionale. E tagliare altri 400 milioni riorganizzando e accorpando i servizi tra ospedali e presidi sanitari.
4. Abrogare la lr 9/86 con la contestuale trasformazione delle Province regionali siciliane in Consorzi di Comuni, secondo le prescrizioni dell’articolo 15 dello Statuto siciliano, con un risparmio di oltre 500 milioni di euro.
5. Eliminare tutte le auto blu e relativi autisti e manutenzione, a eccezione di un’unica auto per il presidente. Assessori e dirigenti possono circolare in taxi o con Ncc (Noleggio con conducente) o meglio ancora con gli autobus pubblici (lo fa il re di Norveggia non si capisce perché non lo può fare Raffaele Lombardo o Gaetano Armao.
6. Taglio di tutti i consulenti e utilizzo delle risorse professionali interne, licenziando tutti i dirigenti che non possiedano le professionalità per assolvere al loro compito (e pare che siano tantissimi, essendo al 95% stati nominati per meriti elettorali). Come è noto, i dirigenti possono essere licenziati senza alcuna motivazione, ovvero per la loro incompetenza (e secondo gli esperti ne resterebbero meno di una decina).
7. Trasferire la gestione dei 15 mila pensionati regionali all’Inpdap, eliminando costi di gestione di circa 10 milioni di euro.
8. Informatizzare tutti i servizi regionali in tempi brevi, in modo che le richieste di cittadini e imprese vengano soddisfatte esclusivamente per via telematica. Così il tasso di trasparenza aumenta sensibilmente e, con esso, l’efficienza e la velocità di evasione (comunque fissata in 30 giorni, pena sanzione a carico dei dirigenti responsabili).
9. Istituire, assessorato per assessorato, Presidenza compresa, i Niai (Nuclei investigativi affari interni) con lo scopo di accertare i casi di corruzione e inefficienza interna, che a dire di chi con la Regione ha a che fare sono consistenti. Tali nuclei devono essere composti da professionisti integerrimi estranei all’apparato regionale.

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