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sabato 16 giugno 2012

Emigrazione, impegno, prospettive di chi ha voluto vivere del proprio lavoro

L'emigrazione dei contessioti in Germania, Svizzera e Benelux ha avuto inizio negli anni sessanta.
Chi in quegli anni aveva quattordici/quindici anni ha nitido il ricordo della corriera Stassi che ogni mattina alle 5,oo/5,30 partiva carica fino all'inverosimile di gente che aveva consegnato per essere sistemate sul tetto della corriera le valigie legate col laccio.
C'era un nostro concittadino, Minicu di Gerlando, che alle dipendenze della ditta ordinava i bagagli, li saliva sul tetto e li legava.
Gli emigranti salutavano i parenti venuti alla fermata "te ponti" e partivano alla volta di Palermo; dalla stazione centrale la tappa successiva, nel gran numero delle volte, era Sackingen, cittadina tedesca al confine con la Svizzera. Lì i contessioti costituivano una grossa comunità di centinaia e centinaia di unità.
Altri andavano a Freiburg, Murg, Costanza ...
Pochi sono gli emigrati degli anni sessanta (e poi quelli degli anni settanta) che sono ritornati a Contessa.
Chi, fra i pochi, è tornato ha puntato tutto sulla costruzione di una casa comoda ed accogliente, nella prospettiva di poter godere serenamente e senza ansie gli anni del pensionamento.
Il senso di avere compiuto il proprio dovere nella vita, per se stessi, per la famiglia e per la comunità nazionale in essi è stato ed è forte.
Il destino con essi -come con altri- tuttavia si presenta sempre in maniera imprevedibile. L'avere assolto ai doveri di serio ed impegnativo lavoro lontani dalla terra nativa non sempre implica infatti la possibilita di poter godere dei frutti del proprio lavoro.
Oggi il Blog sente di dover rivolgere un caro ed affettuoso "ciao" a Pietro, emigrato contessioto a Costanza e poi rientrato, che ci ha lasciati.
Sia eterna la sua memoria.

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