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lunedì 30 aprile 2012

Uil. Un primo maggio amaro per la Sicilia

“I disoccupati in Sicilia sono ufficialmente 250mila. Ma secondo l’ultimo rapporto Svimez toccano quota 600mila. Ciò significa che solo 1 su 4 dei siciliani in età da lavoro ha un’occupazione. La situazione nell’Isola è drammatica e, quest’anno, per la Festa del Lavoro ci sarà sicuramente poco da festeggiare. Per il Primo Maggio diciamo “basta” alle politiche che distruggono posti di lavoro. E lanciamo anche un appello a tutti coloro che vogliono cambiare e fare fronte comune per valorizzare le risorse di questa regione su un vero progetto di sviluppo”. Lo afferma lo stesso segretario generale Claudio Barone che commenta gli ultimi dati dell’Inps: “La cassa integrazione in Sicilia è schizzata – dal 2010 al 2011 – da 22 a 26 milioni di ore e quest’anno continua a crescere con già nove milioni e mezzo solo nel primo trimestre. Le aziende in sofferenza, infatti, sono sempre di più. In queste condizioni la ricetta del ministro Fornero avrebbe effetti devastanti. Tagliando risorse agli ammortizzatori sociali i lavoratori, infatti, anziché andare in cassa integrazione saranno licenziati e le aziende, già in sofferenza, saranno obbligate a ridimensionarsi o a chiudere. L’offerta di occupazione quindi diminuirà e aumenterà l’esercito dei disperati. Altre sono le scelte per fare ripartire la crescita. Il Governo nazionale si era impegnato a usare le risorse recuperate dalla lotta all’evasione fiscale per diminuire le tasse ai lavoratori e consentire così la ripresa dei consumi. Ma ci hanno ripensato e l’economia è ancora ferma. La Uil su questo tema sceglierà iniziative di lotta sempre più dure perché convinta che, con questa pressione fiscale, non vi sia possibilità di ripresa economica. Abbiamo visto, infatti, a Termini Imerese l’enorme difficoltà per sostituire Fiat con nuove iniziative industriali credibili. Invitalia continua il suo balletto di studi e proposte ma non ha ancora concluso niente che dia garanzie reali. Anche la Regione siciliana – aggiunge Barone – sta facendo la sua parte in negativo. Si è fatta bocciare dalla Corte dei Conti la manovra finanziaria e adesso c’è il rischio che trentamila dei cosiddetti precari storici degli Enti locali e della Regione finiscano in mezzo alla strada”. Barone continua: “Nel frattempo, però, i soldi della Comunità europea non vengono spesi. Il settore edile, uno dei principali polmoni occupazionali della nostra Isola è al collasso. All’inizio di quest’anno i bandi di gara degli appalti pubblici sono calati dell’ottanta per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Con questi numeri non si va da nessuna parte. Le scorciatoie dell’assistenzialismo non sono più possibili. Bisogna fare ripartire lo sviluppo e creare nuovi posti di lavoro. Noi – conclude Barone – il Primo Maggio chiederemo ancora una volta di cambiare. Questa terra malgrado tutto ha ancora grandi opportunità e risorse. I giovani siciliani meritano qualcosa di meglio che migrazione, precariato e lavoro nero. Chiedono di potere avere un Primo Maggio che sia davvero la Festa del lavoro, del lavoro dignitoso, stabile, qualificato e diciamolo pure ben pagato. La Uil continuerà sempre più forte a sostenere queste idee e a mettere in piedi iniziative e lotte per realizzarle”.

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