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lunedì 23 aprile 2012

Sicilia. Opere pubbliche a passo di lumaca

In  Sicilia per realizzare una opera pubbliche tra lungaggini burocratiche, fallimenti di imprese, complicazioni progettuali ed infiltrazioni mafiose possono trascorrere anche vent'anni. 
Più recentemente le gare di appalto prevedono anche i tempi di esecuzione e sembrerebbe rimediato un aspetto critico. Ma non è vero sempre.
Allo stato attuale resta molto complicato il procedimento che ha inizio dall'ideazione fino progettazione e all'indispensabile finanziamento. Vediamo, o meglio, immaginiamo che l'opera che si voglia realizzare venga finanziata con fondi Fas (sono quei fondi percui il nostro sindaco si è tanto vantato senza avere mai beccato un centesimo. Qualcuno attribuisce il repentino passaggio, a tre settimane dalle elezioni, dal pd al pdl al desiderio di ottenere da Miccichè finanziamenti Fas. Nell'interesse del comune, si intende. Un sacrificio per lui misurabile solo con l'aggiunta di una "L" al suo status politico.
In quersto caso, quello dei fondi Fas, è il Cipe a deliberare il finanziamento,  e possono trascorre anche diversi anni prima di arrivare al finanziamento, sia che esso sia presieduto da Miccichè (ossia il grande sogno del nostro sindaco), sia che sia presieduto da chi che sia.
Un modo diverso di farsi finanziare le opere è quello di attingere alle risorse europee. In questo caso bisogna attendere la pubblicazione dei bandi che, spesso, vengono impugnati davanti al Tar.
Anche in questo caso abbiamo avuto casi, da noi a Contessa Entellina, in cui gli amministratori (vedi caso sempre l'attuale sindaco) pur avendo avuto assegnato i fondi li rimandano al mittente (a Bruxelles) per "paura" di non poter rispettare i termini prescritti di realizzazione: chi non crede si informi su cosa sia accaduto col "II lotto di sistemazione di Castello Calatamauro".
La realizzazione di un'opera pubblica è come una lunga corsa a ostacoli, dove ogni metro nasconde un'incognita e il più delle volte questa si traduce in un ritardo. 

I singoli casi, come quelli da insufficente preparazione degli amministratori, non fanno comunque una regola.
Vediamo le successive tappe:
=Il via con il bando per la progettazione, che viene vinto sulla base di un progetto preliminare. 
= presentazione dopo un anno o due (più o meno) del progetto definitivo. 
Tutto questo al netto dei ricorsi, certezza in periodi di vacche magre come quello attuale. 
=Rischio ricorsi presente pure (e ancor più) nella gara d'appalto per i lavori, 
=Quasi due anni scivolano via per controlli (su tutti Genio civile e vigili del fuoco) e così via, prima di iniziare i lavori. Stiamo ovviamente parlando di opere significative, non delle decine e decine di gare che si svolgono nel nostro Comune con 5/7000 euro a base d'asta.
=Spesso appare necessario adeguare il progetto in base ai costi, nel frattempo lievitati. 
=L'apertura del cantiere alza il sipario su altre incognite: il rispetto della tabella di marcia fissata, lo Stato avanzamento lavori (Sal), la spada di Damocle delle penalità a carico dell'impresa per i ritardi. 
= Ciò capita quando le imprese si rendono conto di non poter reggere il ribasso presentato in gara d'appalto e corrono il rischio di passare la mano. 
=La recente legge sugli appalti varata lo scorso anno dall'Ars, e che recepisce il Codice nazionale sugli appalti approvato nel 2006, ha cercato di correre ai ripari introducendo il criterio dell'offerta «economicamente più vantaggiosa» per i grandi appalti, mentre per gli importi al di sotto della soglia comunitaria (5 milioni di euro) esiste la possibilità di ricorrere al sistema del massimo ribasso (per cui è prevista però una fidejussione).
=Al rischio economico si aggiunge quello delle infiltrazioni mafiose, come nel caso recentemente rilevato sui media dei lavori per il passante ferroviario di Palermo che potrebbero portare al blocco dei 280 milioni di fondi Ue.
L'associazione temporanea d'imprese aggiudicataria dell'appalto ha messo in atto tutte le contromisure, ma per chiudere l'indagine di Bruxelles è necessario un atto del commissario straordinario per l'opera nominato dal governo nazionale nel 2009.

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