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lunedì 5 marzo 2012

Società secolarizzata (2)

Gli italiani si dichiarano, e si dimostrano, credenti. Una ricerca di qualche anno fà evidenzia:
 il 45,8% crede senza nutrire dubbi, il 25,1 ha qualche dubbio, ma atei convinti e agnostici, assieme, non arrivano nemmeno al 13.
Le idee sono più confuse sull’aldilà. Soltanto il 36,3% ha la certezza che esista un’altra vita, meno dei credenti in Dio; chi pensa non ci sia nulla sono il 14,6, più di atei e agnostici; e la maggioranza relativa, con quasi il 44, è dubbioso, pensieroso, incerto.
Credenti in Dio, dubbiosi nell’aldilà, gli italiani mantengono una frequenza record alla messa: il 26,5% vi partecipa ogni domenica e più, più del 50 almeno una volta all’anno, e chi non mette mai piede in chiesa è appena il 21,8. Percentuali anomale nel mondo occidentale scristianizzato.
Eparchia di Piana degli Albanesi
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Piana degli Albanesi e' la cittadina dei Fasci dei Lavoratori, quella di Nicolò Barbato; centro molto vicino a Palermo, vive anche di turismo da fine settimana, ed  e' anche un crogiolo culturale della tradizione arbereshe di Sicilia.
L'intelligenza nel passato era concentrata nel seminario diocesano, li' trasferito dopo essere prosperato per un paio di secoli a Palermo. Oggi i maggiori cultori della tradizione e della parlata arbereshe non sono più i papas, i sacerdoti del rito cattolico-bizantino, ma un consistente gruppo di uomini di lettere e scrittori, tutti laici, tutti orgogliosi rispetto ai stanchi papas.
Patria di fronda antifascista e del movimento contadino nel secondo dopo guerra, Piana degli Albanesi per tutta la durata della prima Repubblica e' stata retta ininterrottamente da Amministrazioni della sinistra socialista e comunista.
La prossimità geografica  al capoluogo della Regione fa si' che molti degli abitanti durante la giornata lavorino o studino a Palermo e poi rientrino, prima che faccia sera, nel paese. Molti sono quindi gli studenti medi ed universitari ed i docenti che contribuiscono ad alimentare la concentrazione intellettuale della maggiore comunità etnica arbereshe di Sicilia.
  Centro, già nell'Ottocento, di anticlericalismo opposto al clericalismo dei notabili locali (con significative eccezioni che vedevano i papas schierati con i contadini)  la cittadina e' oggi, in generale, sulla sponda dell'indifferenza religiosa, temperata pero' dalla massiccia partecipazione popolare ad alcuni riti particolarmente suggestivi del calendario della Chiesa bizantina, Pasqua, Epifania etc.
La situazione religiosa, a Piana degli Albanesi e negli altri centri che compongono l'Eparchia da ventitré anni retta da Sotir Ferrara, e' piuttosto differenziata. La pratica religiosa festiva abituale e' piuttosto buona (superiore al 30%-40%)  a Contessa Entellina e Mezzojuso, soddisfacente a Palazzo Adriano e Santa Cristina Gela, molto bassa a Piana degli Albanesi.
Gli indifferenti, coloro che frequentano la chiesa solamente in occasione di matrimoni, funerali o battesimi raggiungono certamente e mediamente  il 50%. I credenti praticanti, sono valutabili sul 20% o 30% mediamente, con livelli molto più bassi a Piana degli Albanesi, le cui liturgie domenicali frequentemente sono partecipate da pochi, pochissimi fedeli.
La religiosità e' comunque in prevalenza conformista e tradizionalista, e cio' nonostante il rito bizantino e l'approccio bizantino che pero' - stranamente- e' adagiato completamente sui parametri del magistero romano. Ma su questo avremo modo di tornare in altre occasioni.
 L'originaria vocazione ecumenica dell'Eparchia da qualche decennio appare appannata per non dire conclusa. Appaiono lontani, quasi leggendari, gli intensi rapporti ed incontri con la Chiesa Ortodossa di Grecia. Inesistenti sono pure  i rapporti con le comunità protestanti, presenti in ciascuno dei paesi che insistono sul territorio dell'Eparchia.
La presenza del rito greco-bizantino poco influisce rispetto ad altri paesi di Sicilia sul tipo di religiosità popolare, simboleggiata soprattutto dalla pietà mariana diffusa un po' ovunque nei paesi che afferiscono all'Eparchia. Molto conosciuti e diffusi sono comunque dai fedeli gli inni millenari in lingua greca alla Madre di Dio, dalla Paraklisis alla Akathistos.
Il vescovo di Piana partecipa a pieno titolo alla Conferenza Episcopale Siciliana e ne e' stato per lungo tempo il responsabile dell'Ecumenismo; eppure molti episodi recenti e meno recenti hanno evidenziato che l'Ecumenismo non passa per  Piana degli Albanesi;  dalle visite di Bartolomeo I in Sicilia, ed a Palermo, agli innumerevoli incontri e convegni sul tema dell'Ecumenismo svoltisi nell'isola.
 I dati percentuali sulla religiosita' sul territorio eparchiale non sono supportati da nessuna analitica indagine socio-religiosa, che non ci risulta sia mai stata condotta. Tuttavia le ridotte dimensioni dell'Eparchia autorizzano le valutazioni e le stime rappresentate piu' sopra.
Se il quadro sulla religiosità  risulta più o meno non dissimile dalle altre realtà diocesane siciliane, tranne nel tentativo -qui  a Piana degli Albanesi piuttosto carente o meglio assente- di coinvolgere i laici della vita della Chiesa, sembrerebbe necessario  ed opportuno il rilancio liturgico e quello ecumenico soprattutto, accanto all'impegno sociale dei credenti, in quanto credenti e portatori di una loro visione e cultura.
Il Sinodo di qualche anno fa' di Grottaferrata, dove si sono ritrovate le tre realta' bizantine d'Italia (Lungro, Piana degli Albanesi, Abazia di Grottaferrata), ha sortito un lungo e ben elaborato documento (con sovrabbondanti inopportuni influssi romani) che non risulta sia mai stato portato alla discussione e alla riflessione pubblica, condizione necessaria alla comprensione e poi all'attuazione che coinvolga i laici credenti.
Le nuove generazioni hanno con la Chiesa un rapporto che passa esclusivamente dall'attitudine di ciascun sacerdote. Prescindendo dal carisma personale del singolo sacerdote non esiste una consolidata  linea culturale intesa a far scoprire e a far trarre beneficio dalle peculiarità del patrimonio culturale liturgico  orientale-bizantino.
L'Ecumenismo dovrebbe essere l'ideale di tutti i cattolici, e specialmente di quelli che praticano il rito greco-bizantino. Così non appare che sia;  ne ci si può rammaricare se poi accadano episodi come quelli accaduti a Contessa Entellina nell'estate del 2009, quando un prete dalla scarsa conoscenza dei concetti basilari del cristianesimo chiuse il portone della "sua chiesa" -per 15 giorni- in faccia non a degli atei, non a dei buddisti, non a dei protestanti, non a dei non praticanti, ma a dei cattolici  il cui torto era di appartenere ad una parrocchia diversa dalla sua.
Non erano suoi clienti, non appartevevano alla sua "putia", verrebbe da dire. Tutto ciò accadde senza che l'Autorità eparchiale  intervenisse ad interrompere l'offensiva anticristiana di quel prete che si era smarrito nei labirinti del suo piccolo, piccolissimo, orizzonte.
Se l'orizzonte di carita' cristiana si ferma alla propria parrocchia, cosa potra' mai essere in simili contesti l'Ecumenismo verso i cristiani non cattolici ? Quanta credibilità potrà suscitare  ?

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