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mercoledì 14 marzo 2012

Siamo tutti schedati e controllati, tranne ladri e delinquenti che prosperano sempre più

Mario Monti ha il merito di averci salvato dalla deriva a cui ci stava portanto lo show-man (con tutte le sue crficche di ladri e mascalzoni) che da 20 anni circa si era impadronito del paese per sisdtemare lo cose private sue e dei congregati.
Il prezzo di questo salvataggio, consistente nel non farci diventare in Europa una seconda realtà alla greca è alto, altissimo.
E non ci riferiamo solamentye all'alto livello di disoccupazione, che in Sicilia specie fra i giovani supera il 50%, ma anche al nostro lento scivolamento verso lo stato di sudditi, da cittadini che ritenevamo di essere.
La pubblica amministrazione al fine di combattere  la lotta all’evasione o le illiceità nei settori della previdenza e dell’assistenza sociale, attinge ai dati personali dei cittadini in un modo ormai sconsiderato.
I cittadini generalmente dispongono, al contrario dei sudditi, del diritto alla libertà e alla riservatezza. Da noi,in Italia,  per legge la Pubblica Amministrazione è in condizione “di ricevere alcune informazioni indipendentemente da ogni indagine, sia pure solo preliminare, nei confronti degli interessati”. La Pubblica Amministrazione può in pratica aprire dossier su chiunque e queste circostanze vengono ritenuti “strappi forti allo Stato di diritto e al concetto di cittadino che ne è alla radice”. A sostenerlo non è il nostro "critico" Blog, bensì  il presidente del Garante per la protezione dei dati personali, Francesco Pizzetti, nel corso della sua relazione alla presentazione del volume “Sette anni di protezione dati in Italia”.
“È proprio dei sudditi essere considerati dei potenziali mariuoli - ha proseguito il Garante - è proprio dello Stato non democratico pensare che i propri cittadini siano tutti possibili violatori delle leggi. In uno Stato democratico il cittadino ha il diritto di essere rispettato fino a che non violi le leggi, non di essere un sospettato a priori. Per questo è importante che si consideri questa una fase di emergenza dalla quale uscire al più presto. Se così non fosse - ha constato Pizzetti - anche lo spread fra democrazia italiana e democrazie occidentali sarebbe destinato a crescere”.

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