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lunedì 20 febbraio 2012

Società secolarizzata (1)

Parlare della Chiesa oggi sui media ma anche sulle edizioni librarie che sempre più numerose invadono gli scaffali delle librerie non fa che rievocare nella mente di tante persone concetti non proprio positivi come pedofilia, lotte di potere interne alla gerarchia, finanza di intrallazzo, elusione dell’Ici, vicinanza dei prelati con i politici più chiacchierati e più “furbastri” esistenti sulla piazza, crisi della fede ed allontanamento di fasce di popolazioni  dalla visione della società che viene proposta dalla Chiesa romana  nel terzo millennio.
E’ evidente che non tutto nella Chiesa si riduce a quella casistica di comportamenti ora elencati e che potrebbe ancora allungarsi con altre circostanze che ulteriormente ne deteriorano l’immagine.
E’ scontato tuttavia che si tratta di  comportamenti che esistono (non sono quindi inventati) e che meritano giustamente l’attenzione di tutti  -fedeli o  non- per essere –grazie alla trasparenza- rimossi dal contesto più ampio in cui continuano a prosperare tuttora.  Tutte le pecche che oggi vengono addebitate alla millenaria istituzione suscitano in verità  -ed è ovvio- maggiore curiosità nell’opinione pubblica rispetto alle  meritorie, diffuse e benefiche  iniziative di carità, educazione e formazione a favore di vaste fasce di gente e che invece non provocano  affatto l’interesse dei media e che andrebbero, almeno un poco,  valorizzate al meglio.
Essendo vastissima la pubblicistica e la disponibilità documentaria sulla Chiesa universale e su quella nazionale, vorremmo tentare di conoscere almeno per grandi linee la realtà diocesana (eparchiale) locale.
Lo faremo di tanto in tanto e senza la convinzione di poter essere esaustivi o adeguatamente attrezzati per questo tipo di conoscenza.
Eparchia di Piana degli Albanesi
1
Ogni Diocesi svolge e assume su di sé, col trascorrere del tempo,  una propria vocazione. Se Monreale fu istituita, e poi nei secoli ha saputo  perseguire la conversione dei territori dell’interno dell’isola -abitati da musulmani-, Piana degli Albanesi inequivocabilmente è stata istituita per far conoscere nell’isola i tesori liturgici e la spiritualità della Chiesa Orientale, la stessa  Chiesa che fino al XIII secolo era stata la Chiesa di tutti o quasi i siciliani. Qualcuno per rendere più concreto il concetto ha usato, nel passato, l'espressione "per fare da ponte fra Chiesa d'Occidente e d'Oriente". Compito questo verosimilmente pesante per le gracili spalle dell'Eparchia.
Piana degli Albanesi  è stata eretta negli anni trenta dello scorso secolo con la Bolla “Apostolica Sedes” del 26 ottobre 1937 da Papa Pio XI, ma fino al 1967 è sempre stata guidata da Amministratori Apostolici, manco a dirlo di rito romano; dagli Arcivescovi di Palermo Card. Lavitrano prima e Card. Ruffini dopo. Inizialmente alla nuova Diocesi  (Eparchia) vennero assegnati oltre ai territori dei Comuni di Piana dei Greci e di Santa Cristina Gela, che vennero staccati rispettivamente dalle arcidiocesi di Monreale e di Palermo, la parrocchia e i fedeli di rito greco del Comune di Mezzojuso, tolti alla giurisdizione dell’arcidiocesi di Palermo, le parrocchie e i fedeli di rito greco dei Comuni di Contessa Entellina e di Palazzo Adriano, staccati dall’arcidiocesi di Monreale, ed infine, staccata dall’Arcidiocesi di Palermo, la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio di Palermo, detta della Martorana”, divenuta Parrocchia con giurisdizione personale per tutti i greco-bizantini residenti a Palermo nel 1943.
Nel 1967 Mons. Giuseppe Perniciaro (già Vescovo ausiliario dei ricordati Amministratori Apostolici) diviene Vescovo residenziale di Piana degli Albanesi.
Una data importante per la nuova Eparchia è comunque quella  dell’8 luglio 1960, quando  Papa Giovanni XXIII  emana la Bolla “Orientalis Ecclesiae in forza della quale  anche le parrocchie di rito latino con il loro territorio, esistenti nei Comuni di origine albanese di Mezzojuso, Contessa Entellina e Palazzo Adriano, passavano sotto la giurisdizione di Piana degli Albanesi.
(Continua)

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