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martedì 21 febbraio 2012

Il vocabolario ed il termine "rimborso"

Un legislatore secondo gli antichi testi giuridici deve votare norme di validità erga omnes, che contengano, quindi, i caratteri di "generalità" ed "astrattezza".  Deve immaginare circostanze e condizioni, in teoria, applicabili a chiunque venga a trovarsi in situazioni analoghe a quelle delineate sul testo di legge.
Ai magistrati e alla pubblica amministrazione competerà, dopo, applicare quei principi caso per caso (per ogni singola fattispecie, si diceva una volta).
Immaginiamo (per assurdo) che si faccia una legge per incentivare la lettura di libri. Lo Stato -ad esempio- si proponga di rimborsare il costo di ciascun libro acquistato da qualsiasi cittadino;  motivo percui ciascun lettore di libri sarà diligente nel conservare le fatture e gli scontrini, utili per poter conseguire il rimborso dallo Stato.

L'esempio -molto teorico ora riferito- ci serve per far rilevare come il popolo italiano sia caduto nell'ultimo quindicennio in mano ad un legislatore cialtrone e ladro.
Il legislatore (ossia i nostri 950 scilipodi) nonostante nel 1993 il popolo italiano abbia con referendum plebiscitario votato per l'abrogazione di qualsiasi finanziamento pubblico ai partiti, si è dotato -nel medesimo anno- di una legge, successivamente ulteriormente integrata,  di rimborso delle spese elettorali.
Rimborso dovrebbe significare che i partiti siano tenuti a conservare le fatture delle spese sostenute nel corso della campagna elettorale e poi dopo avere redatto regolari prospetti consuntivi -verificabili da revisori abilitati- passono presentarsi all'incasso di quanto in precedenza sborsato.
 I rimborsi di cui alla  normativa, invece sono dei veri e propri assalti alla finanza pubblica; sono degli arricchimenti illeciti -sanciti dallo stesso legislatore disonesto che si è scritta una normativa salva-ladri apposita. Il tutto in deroga al concetto universale di "rimborso".
I rimborsi delle "spese elettorali" sono, in Italia, di molto superiori alle spese effettivamente sostenute dai partiti-legislatori.
Si tratta di un meccanismo per rubare (senza che rubando si finisca in galera), che pochi conoscono e forse non vogliono conoscere.

Elezioni 2006
Il Pdl (destra) ha incassato 206 milioni di euro a fronte di spese per 54 milioni, cioè quasi il quadruplo.
Il Pd (finta sinistra) ha incassato la cifra di 180 milioni, a fronte di spese effettive per 18 milioni, dieci volte di più.
Tralasciamo gli altri partiti che hanno goduto di vantaggi similari. La legge salva-ladri infatti è stata condivisa da partiti e partitini, da moralisti e antipatizzanti.
Rubare le casse pubbliche -con in tasca la gazzetta uffciale- è bello !

Il legislatore ladro, in un paese dell'Occidente, è forse la prima volta che lo si tolleri. ... E se gli italiani lo tollerano è segno che la malattia non è solamente a Montecitorio. 

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