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lunedì 21 novembre 2011

Sui vitalizi non è il governo a decidere bensi (grazie all'autonomia delle camere) i 900 scilipodi

“Dare l'esempio tagliando i costi della politica, a partire dai vitalizi”. A dirlo è stato Gianfranco Fini. Il convincimento che però va maturando fra chi segue questi aspetti della 'politica' è che “tutto cambia perché tutto resti come sempre”.
I 900 scilipodi che hanno portato il paese in prossimità della voragine non intendono infatti smentire il loro attributo più caratterizzante: “900 parassiti”.
Il discorso di ridurre i costi della politica era rimasto in sospeso tra le due manovre economiche del governo Berlusconi. Non se ne era fatto nulla. E non se ne farà probabilmente nulla. Anche perchè ad autocastrarsi dovrebbero essere gli stessi scilipodi; evenienza non rientrante nell'umana natura.
Pier Ferdinando Casini, colui che predica bene e pare che razzoli male (ndr. il tesoriere del suo partito pare abbia incassato 200 mila euro di tangenti Enav in una valigetta, stile prima repubblica), ha detto: "La politica deve dare il buon esempio, basta ottusità e difese corporative. Fin da subito: tagli ai vitalizi dei parlamentari". Gianfranco Fini ha aggiunto: "Il ceto politico deve dare l'esempio. L'ufficio di presidenza della Camera ha dato mandato ai questori di predisporre una riforma che porterà l'abolizione del vitalizio per gli ex parlamentari a partire dalla prossima legislatura".
La verità è che gli ex parlamentari non resterebbero a secco. Per i futuri ex-parlamentari il collegio dei questori sta infatti studiando nuove forme di previdenza.
Le novità, peraltro, non intaccheranno i cosiddetti diritti acquisiti. Gli ex deputati (sono 1.377) e gli ex senatori (861) continueranno a percepire come sempre l'assegno mensile. E non saranno toccati gli oltre mille vitalizi di reversibilità pagati ai familiari di parlamentari scomparsi e i vitalizi dei parlamentari che completeranno questa legislatura.
I 900 scilipodi dovranno insomma continuare, vita natural durante, ad essere mantenuti dagli italiani. Mentre gli italiani si preparano a una stangata sulle pensioni (su cui a quanto pare non sussiste “diritto acquisito”), per i parlamentari vige ancora la regola del "versa uno e prendi cinque".
Un deputato che entra in Parlamento a 50 anni e non ha speranza di essere rieletto, comincerà a riscuotere il suo vitalizio a 65 anni. Se vivesse fino a 78 incasserebbe mensilmente 3.018 euro lordi per 13 anni. Il tutto per soli 5 anni di legislatura e altrettanti di contributi per un importo di 1.006 mensili. Intascherebbe il 533% di quanto versato, contro il 102% di un lavoratore dipendente che va in pensione con 35 anni di anzianità.
I deputati che hanno compiuto 5 anni di mandato ricevono un vitalizio a partire dal 65esimo anno di età. Il limite di età diminuisce però fino a 60 in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti. L'importo dell'assegno varia dal 20% al 60% dell'indennità parlamentare, a seconda degli anni di mandato.
I vitalizi costano ogni mese, tra Camera e Senato, 200 milioni di euro a fronte di soli 18 milioni circa di contributi versati.
Nel conteggio, rientrano anche i vitalizi dei parlamentari andati in 'pensione' con le vecchie regole, quando bastava un solo giorno in Parlamento per poter riscattare il diritto all'assegno. I cambiamenti intervenuti nel corso degli anni non hanno mai toccato i cosiddetti diritti acquisiti. Nel 1997 una riforma stabilì che il vitalizio non poteva essere riscosso prima dei 60 anni, ma che la regola valeva per i neoeletti dal 2001.
 Se tra 18 mesi si concludesse naturalmente la legislatura sarebbero pronti per la pensione (se non dovessero essere rieletti) tuttora in giovane età Giovanna Melandri (51 anni), Alessandra Mussolini (50), Italo Bocchino (45), Luca Volontè (47). Per loro e per altri scilipodi valgono i “diritti acquisiti” per gli umani che non sono mai stati "nominati" dai D'Alema, Berlusconi e Casini invece non sussiste alcun diritto acquisito e si parla di abolizione della pensione di anzianità (40 anni di lavoro) se non si possiedono 63 anni.
Le intenzioni di Casini e Fini non convincono, quindi.
I politici italiani sono noti ormai per saper dire una cosa e nel saperne fare un diversa.  Maurizio Gasparri (pdl) infatti assicura i suoi scilipodi che si sta solamente tentando "di sostituire una formula con un'altra". Gerardo Bianco (Pd) difende invece per sé stesso e i scilipodi suoi amici che indennità e vitalizio garantiscono a che "anche il poveraccio" faccia politica, evitando il ritorno "alla democrazia del censo", pertanto non vanno aboliti, ma semplicemente riformulati.

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