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martedì 8 novembre 2011

L'intervista di Vita Lo Jacono

Fonte: Palermo in...tasca
“Sono nata nel 1911 e il 4 ottobre ho compiuto 100 anni”. Si presenta così donna Vita Lo Jacono, che cordiale e ospitale, ci accoglie per un’intervista nella sua casa. La stanza è elegante, arredata con gusto, c’è una libreria colma di volumi e lei siede al centro del divano con un sorriso disarmante e una vitalità sorprendente. I ricordi di donna Vita sono ricordi di bombe e di guerre, di momenti duri e difficili, ma ricordi anche di vita semplice fatta di amicizia e amore per la famiglia. In un mondo che oggi appare tanto distante dal nostro, donna Vita ha tirato su cinque figli: Antonio, Francesco, M. Graziella, Giuseppina e Michela. Antonio Castello è un noto cardiologo. Francesco Castello pneumologo. Michela Castello specialista in chirurgia vascolare. Maria Graziella e Giuseppina Castello insegnanti. Una vita, quella di donna Vita Lo Jacono, dedita alla famiglia. Ma la curiosità è tanta. Gli anni della sua vita sono le pagine di storia che ho studiato a scuola. Durante la prima guerra mondiale Vita Lo Jacono era ancora una bambina e mai potrà dimenticare le sere passate a pregare insieme alla nonna per far sì che il nonno tornasse sano e salvo dalla guerra, chiamato a combattere contro i tedeschi. Mai dimenticherà il miracolo della sua guarigione dalla Spagnola, definita in quel periodo “la malattia più terribile che il mondo abbia mai visto”. Si dice che l’epidemia abbia ucciso 20 milioni di persone in tutto il mondo. Vita Lo Jacono chiude gli occhi e si lascia andare ai ricordi: “ Studiavamo in paese, a Contessa Entellina, perché le truppe nemiche bombardavano Palermo. Ricordo meglio la seconda guerra mondiale, ero poco più che trentenne e avevamo tutti tanta paura”. Cerco di saperne di più, ma donna Vita mi risponde in modo breve e conciso. Forse, mi dico, chi ha vissuto la guerra non ne parla mai volentieri. Vita Lo Jacono preferisce ricordare altre cose che, tornando alla memoria, la fanno sorridere. Quanti anni sono passati e quanto diverso era il mondo allora. Diverso era anche il modo di vivere la vita. Non c’era ancora la televisione in casa e ci si riuniva con parenti e amici attorno ad un tavolo a ridere e a cantare. Si ballava, si giocava a carte e si stava tutti rigorosamente insieme. La famiglia Lo Jacono fu una delle prime a Palermo ad avere la televisione e tutte le sere i vicini si riunivano a casa Lo Jacono per ammirare il piccolo schermo, allora in bianco e nero. La televisione era un bene di lusso che pochi potevano permettersi, tanto che i bar o le case dei vicini diventavano luoghi prediletti per visioni di gruppo. Così come beni di lusso erano considerate le automobili. “Quando passava un’auto per la strada, tutti si affacciavano dalle finestre per ammirala e per sentire il rombo del motore” spiega Vita Lo Jacono. Ma sulla vita della nostra amica centenaria ci sarebbe da scrivere un libro e non solo un articolo. Vita Lo Jacono era una bambina tranquilla. Crescendo accanto al fratello prete, si ritrovò all’età di 16 anni, giovane catechista pronta a prendere i voti per consacrarsi suora. Scelta alla fine che decise di non fare, capendo che la sua strada non era quella religiosa. Aveva rifiutato in quel periodo più proposte di matrimonio tanto che si ritrovava all’età di 33 anni ancora senza un marito. Cosa inusuale a quei tempi, dove le donne all’età di 33 anni erano già tutte sposate e madri di figli. Ma di lì a breve Vita Lo Jacono conobbe l’uomo della sua vita, un uomo che si unì a lei in un fidanzamento brevissimo, di pochi mesi, per poi diventare il suo sposo: Gandolfo Castello. “Lui era un medico veterinario – racconta la signora Vita – un giorno gli portammo a visita il nostro cane. Da quel giorno passavo ogni giorno da lui per vedere i suoi cani e i suoi gatti, un pretesto ovviamente per vedere lui”. Mi piace ascoltare la storia di donna Vita e mi piace il modo delicato e gentile che ha nel raccontarla. E’ una donna speciale, così come la definisce il genero Luigi Cannella. Non si può non volerle bene. E’ un vulcano attivo che sprigiona allegria e tanta energia. Rimango di sasso quando le vedo accendere una sigaretta e portarla alla bocca. Penso sia uno scherzo, ha 100 anni e fuma. Non è possibile. “Perché no, ne fumo una ogni tanto, quando ne ho voglia” mi dice e io impietrita rimango a guardarla. Me ne offre una, rifiuto, io non fumo. Lei si. Voglio che mi sveli il suo segreto, ma donna Vita mi spiega che non ci sono segreti né formule magiche da imparare. Basta amare la vita. Lei la vita l’ha amata tanto e tanto ancora la ama, insieme ai suoi figli e ai suoi undici nipoti. Guai ad annoiarsi, mi dice, bisogna allenare la mente e mantenere in esercizio la memoria. Solare, energica, positiva, amante del cioccolato e dei dolci in genere. Dolce deve essere anche il vino a tavola, rigorosamente passito di Pantelleria. La nostra intervista è finita. Le vicende e gli aneddoti che ci sono stati raccontati ci hanno fatto un po’ capire come si viveva una volta. Spegniamo il microfono, chiudiamo il quaderno degli appunti e ci prepariamo ai saluti quando donna Vita si siede al pianoforte e ci diletta con la sua musica. Riesce a sorprenderci fino alla fine. Le mani scivolano sui tasti bianchi e neri del pianoforte, con il piede batte il tempo e canticchiando le sue melodie ci lascia allibiti ancora una volta. Mi guardo intorno, appesi ai muri cimeli e documenti storici, e accanto a noi una donna, una forza della natura, dotata di un animo che, siamo sicuri, non invecchierà mai
di Anna Cane
Fonte: Palermo in...tasca

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