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sabato 5 novembre 2011

Berlusconi nega la povertà, ma i poveri sono fra noi

Essere poveri nel 2011 cosa significa ?
1)   negazione del diritto al lavoro,
2)    negazione del diritto alla famiglia,
3)    negazione del diritto all’abitazione,
4)    negazione alla giustizia,
5)    negazione all’educazione,
6)    negazione alla salute.
“Poveri di diritto”, è il titolo dell’undicesimo rapporto sulla povertà in Italia curato dalla Caritas e dalla Fondazione Zancan.
Si tratta di una fotografia scattata sull'intero paese erd è decisamente triste.
 L’Italia è sempre più un Paese “ricco di poveri”.  E’ in forte aumento il numero di italiani che ricorrono a forme di sussidi economici, principalmente dalla Caritas. Ai centri di ascolto della Caritas diocesane è registrato infatti una aumento dell’80,8%,
Diciamo subito che esisiste la spaccatura tra Nord e Sud.
L’aumento più elevato si registra infatti nel Sud Italia (+69,3%), mentre a Nordest il trend è più contenuto (+3,8%).
Tra le regioni più agiate c’è la Lombardia dove l’indice della povertà è inferiore rispetto alla media nazionale e addirittura viaggia in controtendenza al rapporto della crisi.
Nel 2009 la povertà coinvolgeva il 4,4 delle famiglie residenti, mentre nel 2010 solo il 4,0 % delle famiglie. In Emila Romagnanel 2010 ci sono state il 4,5% delle famiglie residenti sotto la linea di povertà relativa. L’Umbria, come la Lombardia, si posiziona in controtendenza rispetto al resto d’Italia: nel 2009 la povertà coinvolgeva il 5,3% delle famiglie residenti, nel 2010 solo il 4,9%.
In fondo alla classifica stanno Basilicata, Sicilia e Calabria.
In Sicilia l’incidenza della povertà relativa è superiore alla media nazionale: nel 2010 il 27% delle famiglie siciliane si collocava sotto la linea di povertà relativa. Rispetto al 2009 la povertà è aumentata di 2.8 punti percentuali (coinvolgeva il 24,2% delle famiglie residenti) e tutti gli indicatori di povertà e di disagio economico proposti e analizzati dal’Istat, evidenziano una situazione del tutto negativa.
Tra le difficoltà principali emerge la percentuale di famiglie che non riesce ad affrontare
-le spese impreviste (48,6%)
-e la difficoltà ad arrivare a fine mese (27,8%).
Le Caritas diocesane hanno promosso la costituzione di osservatori delle povertà e delle risorse, con lo scopo di fornire alle comunità locali la base informativa necessaria per la programmazione sociale e pastorale.
In Italia sono 158 gli osservatori diocesani delle povertà e delle risorse attivi.
In Sicilia, sono presenti 12 osservatori e sono rilevabili attività stabili di lettura dei fenomeni sociali in 14 diocesi. I dossier regionali finora prodotti sono tre: nel 2005, nel 2007 e nel 2011.
Solidarietà. In Sicilia risultano attivi 72 progetti
La Caritas ha attualmente messo in campo i progetti
-“8xmille” destinati agli interventi caritativi in ambito nazionale. Nel  2009 sono stati realizzati in totale 238 progetti con un importo complessivo di 14 milioni di euro, mentre in Sicilia sono stati finanziati 27 progetti, 20 dei quali relativi a specifici ambiti di bisogno.
Fino a maggio sono state presentate 806 iniziative attive presso 203 diocesi. 
Risultano attivi 72 progetti (nel 2009 erano 41).
Rispetto al 2009, i progetti anticrisi economica sono aumentati del 75,6%. Di contro, appaiono poco diffuse le attività di microcredito per le imprese avviate su iniziativa diretta delle diocesi siciliane. Le mense offrono un servizio per i disagiati: su 36 mense presenti, nel 2009, sono stati erogati 242.947 pasti, pari ad una media di 666 pasti al giorno.
A questo si aggiunga
-la spesa complessiva dei Comuni siciliani (pari a 70,33 euro procapite),
-la spesa destinata al disagio economico (+13%)
-e quella specifica per la povertà (-40%).
In Italia, la spesa per la povertà incide per il 30,8% sul totale della spesa sociale complessiva. In Sicilia tale incidenza è pari al 34,1% (3.3 punti percentuali in più rispetto al valore medio nazionale).

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