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sabato 15 ottobre 2011

Vita governativa. Ci sarebbe da piangere, ma è meglio ridere

Tirare a campare è un’arte. Noi italiani siamo maestri.

Berlusconi ha inserito ieri nel governo quattro esemplari. Ovviamente ne ha scontentato cento. Ma il povero diavolo, il premier, che poteva fare ? Doveva pur pagare il conto a qualcuno per essere uscito incolume dal “voto di fiducia” di ieri, alla Camera.
"Mercato delle vacche !", gridano gli oppositori.
Ma che volete che siano quattro esemplari in più in un governo paralizzato ?
Costoro non dovranno fare nulla! riscuoteranno indennità, nomineranno loro amci e conoscenti "consulenti" e poche altre vicende (che, però, saranno definite dal Tg di Minzolini operazioni politiche), e null’altro.
Al resto, ad affondare la barca (l’Italia), ci pensa il sultano.
"Sobrietà ? stile di vita dignitoso ?", lo chiede l’opinione pubblica, ma è roba da bacchettoni.
Ma noi non siamo in Gran Bretagna.
Proprio ieri il primo ministro britannico, David Cameron, ha dovuto accettare le dimissioni di Liam Fox, il suo ministro della Difesa finito nella bufera per la gestione irregolare di un suo amico, Adam Werritty.
Adam Werritty, questo amico del ministro, aveva voluto seguire Fox nei suoi viaggi ufficiali all'estero ed ha utilizzato del denaro proveniente da una società legata ad interessi israeliani e da una società di consulenza nel settore strategico.
In quel paese, in Gran Bretagna, questo favoritismo (ad un amico che peraltro non ha usato denaro pubblico) è costato il posto ad un ministro.
Quella sì che è barbaria ! Che crudeltà ! gli inglesi hanno modi di concepire la vita pubblica piuttosto strana. Non somigliano per nulla a noi italiani: gente allegra e disinvolta, noi !
Immaginiamo se lo stesso criterio dovesse applicarsi dal Brennero a Pantelleria, in Italia, dove le "cricche", "gli amici del quartierino", le "P3", le "P4" sono il nervo della nazione.
Arriveremmo al punto di farci governare da Barroso direttamente, o da dover bandire all'estero una gara di appalto per trovare gente che ci governi: in Italia, infatti, non esiste gruppo dirigente, ambiente politico, che possa garantire tanta sobrietà ed onestà intellettuale.
Da noi la regola è: una mano lava l’altra.

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