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venerdì 7 ottobre 2011

Le vergogne dei siciliani: Distruggono il patrimonio naturalistico perchè esistono politicanti da strapazzo sempre pronti a varare sanatorie

Tutti dicono che l'industria della Sicilia sta nel turismo.
Tutti si adoperano per sfreggiare il patrimonio naturalistico dell'isola.
Un disegno di legge su "Recupero e valorizzazione della costa della Sicilia" in realtà è «una sanatoria sull'abusivismo nelle coste siciliane, che rischia di regolarizzare definitivamente fino a 15mila costruzioni illegali entro i 150 metri di tutto il litorale siciliano», è stato preparato dalla maggioranza che sostiene il governo Lombardo, quel governo che in Sicilia è sostenuto anche da un confuso e sbandato P.D.
L'articolo 4 del disegno di legge oltrepassa il divieto assoluto di edificabilità entro i 150 metri dalla battigia, prevedendo che «gli edifici realizzati nelle suddette fasce in epoca successiva al 31 dicembre 1976, senza concessione edilizia o in difformità da questa, possano essere conservati ed ammessi a sanatoria». Al momento risultano depennati i riferimenti alle aree sottoposte a vincoli archeologici e naturalistici, che avrebbero allargato ancora di più la portata della sanatoria: «Le procedure per la regolarizzazione - si legge al secondo comma - sono ammesse purché gli immobili non ricadano in aree sottoposto a vincolo paesaggistico, naturalistico, ambientalistico e purchè il terreno sul quale l'immobile è edificato non ricada all'interno di parco, riserva, area protetta, o sottoposta a vincolo idrogeologico». Ma nell'ultimo comma dell'articolo 4 si apre un'altra "finestra" per gli irregolari: «Le procedure di regolarizzazione possono essere attivate anche per gli immobili abusivi già acquisiti al patrimonio dei comuni, sui quali il consiglio comunale competente per territorio non si sia ancora pronunciato sui criteri di pubblico interesse».

La norma potrebbe cristallizzare una situazione grave delle coste dell'isola.
L'istantanea è stata scattata l'estate ora trascorsa da Legambiente, che ha assegnato alla Sicilia il primato nella classifica nazionale degli abusi e degli illeciti sulle coste. Secondo il rapporto, infatti, su un litorale di 1.483,9 chilometri di costa, nello scorso anno, c'è stato un illecito ogni 1.200 metri.
Nel 2010 in Sicilia le forze dell'ordine e le Capitanerie di porto hanno accertato 682 reati legati al cemento sul demanio, quasi il 6% del totale nazionale, hanno denunciato o arrestato 1.041 persone e sequestrato 296 manufatti.
Secondo altri dati del Wwf  il 63% nel litorale siciliano è irrimediabilmente compromesso l'equilibrio naturale, ma «se si aggiunge il litorale occupato da nuclei edificati non continui, e da grandi infrastrutture, si arriva ad una occupazione costiera ben più alta, pari al 74%
NO AI POLITICANTI DI STRAPAZZO E ALLA SANATORIA A BENEFICIO DEGLI SPECULATORI AI DANNI DI TUTTI.
Le proteste contro il disegno di legge approvato in commissione Ambiente, ma che deve ancora passare al vagliol dell'Aula, piovono innanzitutto dalle forze sindacali.
Il no di Mariella Maggio, segretario regionale della Cgil, è lineare: «Ci batteremo contro questo provvedimento, che fa il paio con iniziative analoghe di condono del governo Berlusconi, che hanno avuto la netta opposizione della Cgil. Per il territorio siciliano, e Giampilieri in tal senso insegna, ci vuole ben altro: il recupero, la messa in sicurezza, il ripristino del paesaggio, la tutela dell'ambiente, tutte azioni in grado di dare sviluppo sostenibile e lavoro». Anche la Cisl Sicilia è contraria: «L'immagine di una Regione che premia la speculazione piuttosto che lavorare per attrarre investimenti e creare occupazione, è esattamente il contrario di ciò che serve alla Sicilia».
La Cisl chiede il ritiro del provvedimento «e, semmai, la messa a punto di progetti di bonifica del territorio e delle coste, anche con il contributo dei privati».

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