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lunedì 26 settembre 2011

150°. Il ritardo del processo di sviluppo del meridione è da attribuire all'Unità Nazionale o all'inettitudine delle classi dirigenti ?

Secondo alcuni odierni appassionati meridionali, che non tollerano le sparate della Lega Nord contro le regioni del sud, sparate che comunque vengono modulate a secondo della “ragion di stato” del momento (cfr. dichiarazioni del ministro Maroni riguardo al ministro Saverio Romano, accusato di reati di mafia), l’Unità d’Italia avrebbe favorito solamente il Settentrione a scapito dell’ex regno delle Due Sicilie.
In quel fantomatico territorio che oggi Bossi denomina Padania, la sottoalimentazione e la povertà ai primi dell’Ottocento sarebbe stata diffusa notevolmente e avrebbe prodotto persino la pellagra, dicono costoro.
Prima del 1861, e rievocando Francesco Saverio Nitti asseriscono che l’area napoletana era molto industrializzata e vi era qui più grande ricchezza che in quasi tutte le regioni del Nord. Il poverissimo Friuli sarebbe vissuto di stenti con un’emigrazione forte verso le regioni del Sud.
L’agricoltura al Sud, sempre a leggere quanto scrivono gli odierni appassionati meridionali, sarebbe stata florida, anche se a noi, a noi di Contessa Entellina, risulta che il latifondo produceva miseria, prepotenza e mafia ai danni delle masse affamate.
La cultura nel periodo pre-unitario sarebbe stata vasta e diffusa in tutto il Sud, scarsa e a macchia di leopardo nel Nord. Non sappiamo dove vengono attinte queste notizie se l’analfabetismo da noi, in Sicilia, era la regola fino ai primi del Novecento.
Ma continuiamo con l’esaltazione meridionalista, che fa il paio con l’esaltazione leghista: la prima cattedra di economia politica sarebbe stata istituita nel Sud, ove è nata la prima ferrovia d’Italia, il primo telegrafo elettrico, i primi ponti sospesi in ferro e l’illuminazione cittadina a gas.
La Sicilia, l’economia dell’isola, era dominio quasi esclusivo delle famiglie inglesi (Nelson, Woodhouse, Whitaker) le quali, è l'accusa dei meridionali revanscisti, promossero l’invasione garibaldina da buoni massoni, esercitando forti pressioni e finanziando la spedizione attraverso l’altro grande massone quale era Camillo Benso conte di Cavour.
Perché, secondo questi accaniti meridionali, in 150 anni la situazione si è ribaltata a danno del Sud?
Perché i poteri forti, che albergano nel Nord, hanno attratto la maggior parte delle risorse dello Stato con le quali hanno creato infrastrutture di varia natura (opere pubbliche, industrie e strutture diverse) e finanziato attività economiche a carico della collettività (Fiat per tutti).
E' una analisi, dal punto di vista nostro, eccessivamente unilaterale. Se è vero che il Sud è stato ritenuto terra di conquista, terra da annettere, è pure vero che la gente del Sud, le classe dirigenti meridionali si sono prestate a fare da "ascari" per lunghi, lunghissimi decenni, a beneficio dell'economia del Nord. Non solo; l'autonomia della Regione Sicilia non è forse servita per alimentare il clientelismo e lo sperpero del denaro pubblico a favore della mafia piuttosto che per seguire da vicino la realizzazione delle grandi infrastrutture civili e gli investimenti produttivi che da noi sono carenti ?
Perchè attribuire la responsabilità del ritardo meridionale al fenomeno unitario piuttosto che all'inettitudine delle classi politiche meridionali ?

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