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mercoledì 24 agosto 2011

Sicilia. La vergogna dei fondi comunitari che non si riesce a spendere in una regione priva di tutte le infrastrutture

Prima delle vacanze il governo Lombardo, stante l’indisponibilità a proseguire i lavori d’aula dichiarata dai capogruppo di maggioranza (Cracolici, Musotto, Adamo), era riuscito a varare con provvedimenti amministrativi microscopici tagli di spese per appena 85 milioni fi euro.
La Sicilia dovrebbe invece effettuare tagli di vario tipo al suo bilancio (usando l’accetta) per almeno 3,6 miliardi di uscite.
Recuperando la cifra indicata potrebbero partire mediante il co-finanziamento, immediatamente, investimenti su fondi Unione Europea per dieci miliardi. Dieci miliardi di investimenti produrrebbero la creazione di circa centomila posti di lavoro. Veri posti di lavoro, non come quelli parassitari che oggi offre la Regione Sicilia così come oggi ci appare plasmata da decenni di governi Cuffaro-Lombardo.
Taglio della spesa pubblica regionale per 3,6 miliardi ed avvio di investimenti per 10 miliardi di euro potrebbero far crescere il P.i.l. (ricchezza prodotta) della Sicilia di 15 miliardi in 24 mesi.
Questo è il vero e più importante obiettivo di un governo regionale: far aumentare il Pil dell’Isola.
Ma esso è stato trascurato e oscurato, e purtroppo per noi sarà così ancora per decenni.  
Il parassitismo ed il clientelismo sono entrati, pare, nel DNA dei siciliani.
Ci vorrebbero centomila Bossi per svegliare i siciliani, intorpiditi da decenni di terapie Cuffaro-Lombardo.
Di tutto si sono occupati, infatti, i governi presieduti da Totà Cuffaro (oggi in galera) e Raffaele Lombardo tranne che di far crescere il Pil della Sicilia.

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