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sabato 13 agosto 2011

Ed è manovra economica. Ed è la seconda in attesa di una terza ...

Almeno nei numeri il pacchetto di sacrifici varato dal Consiglio dei ministri per anticipare al 2013 il pareggio di bilancio è importante. In tutto, la manovra pesa per 45,5 miliardi di euro,
() 20 miliardi per il 2012
() e 25,5 per il 2013.
Secondo il convincimento di Tremonti con le misure previste il rapporto deficit/pil nel 2012 scenderà all'1,4%, per arrivare al pareggio nel 2013.
Nel 2011 anno in cui alcuni dei provvedimenti avranno già effetti finanziari - Tremonti dice che si dovrebbe arrivare al 3,9%, «ma speriamo di fare meglio».
Il pacchetto di tagli e tasse di cui Berlusconi incolpa «la Bce e le circostanze» è delineabile così:
A) 5-6 miliardi dai tagli ai ministeri,
B) 5 miliardi tolti agli Enti locali,
C) 1 dalle tasse più elevate sulle rendite finanziarie,
D) 1 dal gettito maggiorato di giochi e accise sulle sigarette,
E)  1 dal contributo di solidarietà sui redditi più elevati e dalla lotta all’evasione,
F) 4 dall’attuazione delle riforma assistenziale e fiscale. Le due deleghe su assistenza e fisco dovevano cominciare a dare risparmi (elevatissimi, forse sovrastimati) soltanto dal 2013; invece si dovrà correre e definirle nei prossimi tre mesi perché diano risultati da gennaio. Non sarà facile. Una manovra «senza alternative».
Tremonti ha spiegato di essere consapevole che potrebbero esserci effetti depressivi sull’economia italiana, ma si cercherà di compensare.
Sul capitolo pensioni, Tremonti ha annunciato per il 2012 «allineamenti» che produrranno risparmi per 1 miliardo di euro. Sicuramente viene accelerato al 2016 l'innalzamento a 65 anni dell'età di pensionamento delle lavoratrici private, che la manovra di luglio fissava al 2020.
Nuova scure in vista anche per i ministeri, per i quali sono in arrivo tagli da 6 miliardi nel 2012 e altri 2,5 miliardi nel 2013. Riduzioni dei trasferimenti che, ha detto il ministro, potranno ridursi a 5 miliardi «se funziona la Robin Hood tax per il settore energetico».
Anche le autonomie locali, dopo aver già contribuito pesantemente già con la manovra di luglio, sono chiamate a ulteriori sacrifici: 9,5 miliardi nel biennio.
La sanità, insieme alla scuola, la ricerca e il 5 per mille non sarà stavolta toccata. Se la riduzione dei fondi Fas (destinati in maggioranza al Mezzogiorno) partirà con un anno di anticipo, per le rendite finanziarie viene introdotta l'aliquota unica al 20% con esclusione dei titoli di Stato.
Il contributo di solidarietà sui dipendenti privati sarà del 5% per sopra i 90.000 euro e del 10% della quota eccedente 150.000 euro come già previsto per i dipendenti pubblici. L'aumento della quota Irpef per gli autonomi inizialmente prevista per 2-3 anni potrebbe poi diventare permanente.
Pesante il pacchetto «lavoro»: si blindano retroattivamente gli accordi Fiat, e viene concesso ai contratti aziendali di modificare molte regole, comprese quelle sui licenziamenti.
I dipendenti pubblici vedono a rischio la tredicesima, mentre il Tfr sarà pagato con due anni di ritardo.
Sui costi della politica arriva un taglio dei componenti dei vari consigli: Berlusconi prevede 54mila poltrone in meno. Il giro di vite sul numero delle Province, dei Comuni e dei consiglieri regionali scatterà dalle prossime elezioni.
C’è anche un pacchetto di liberalizzazioni delle professioni e dei servizi pubblici locali, con la loro privatizzazione, lo spostamento alla domenica delle festività infrasettimanali non religiose, e un giro di vite sugli evasori fiscali.
Infine, c’è il rincaro delle sigarette.

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