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martedì 12 luglio 2011

Se un corruttore sta al vertice delle istituzioni, molti -tanti- corrotti stanno nei pressi

Se Berlusconi, in una sentenza del tribunale civile di Milano, viene definito "corruttore" nella vicenda del 'Lodo Mondadorio', è chiaro che l'Italia non può avere un premier "corruttore" senza che la gran parte del resto del paese sia onesta e corretta. Se i rappresentanti sono corruttori, è chiaro che i corrotti devono essere diffusi nelle pieghe della società.
L’Italia è l’unico Paese d’Europa nel quale vi sono ben nove livelli elettivi delle Istituzioni dentro le quali vanno a collocarsi, per un verso o per l’altro, ben centoquarantacinque mila soggetti che percepiscono indennità, premi, gettoni di presenza letteralmente inventati e senza alcun collegamento con il servizio che dovrebbero rendere ai cittadini.
Centoquarantacinquemila privilegiati, parassiti e possibili corruttori, di cui faremmo a meno, almeno in buona parte. Fra essi vi sono persone perbene, oneste e corrette. Ma è l’insieme che desta viva preoccupazione.
La corruzione è un elemento distorsivo del funzionamento delle Istituzioni e del mercato, al di là dell’aspetto materiale e di quello morale. Chi prende un appalto che non dovrebbe perché è incapace; chi acquisisce una consulenza senza avere le qualità professionali; chi viene nominato in un Consiglio d’amministrazione senza i requisiti: danneggiano le Istituzioni.

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