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sabato 16 luglio 2011

Agricoltura. Primi dati del 6° censimento dell'Agricoltura

Arrivano i primi dati del 6° censimento dell’agricoltura e ad una prima sommaria analisi evidenziano un forte calo, rispetto al censimento 5°, delle aziende in quasi tutt’Italia, ad esclusione della Sicilia.
Il calo riguarda le piccole aziende, ma è contemporaneamente cresciuta nel decennio la dimensione media aziendale, passando da 5,5 ettari a 7,9 ettari (+44,4%) e quindi la superficie coltivata scende solo del 2,3%.
Oltre la metà delle aziende è concentrata in cinque regioni:
-Puglia con oltre 275 mila,
-seguita dalla Sicilia (219 mila),
-Calabria (138 mila),
-Campania (137 mila)
-e Veneto (121 mila).
In queste regioni opera il 54,6% delle aziende agricole italiane.
Le aziende agricole operanti in Italia, nel decennio, sono diminuite del 32,2%, attestandosi a 1.630.420 unità rispetto alle precedenti 2.405.453.
In crescita la conduzione femminile dell’imprenditoria agricola. Passa dal 30,4% al 33,3%.
Il dato complessivo che emerge è che l’8% delle imprese agricole gestisce il 63% dei terreni coltivabili. Si consolida così la "minoranza trainante".
Si capisce comunque che dal 2000 al 2010 sono scomparse 800 mila imprese (-32%, da 2,4 milioni di aziende a 1,6 milioni) e la dimensione media aziendale è ora di 7,9 ettari (+44%, era di 5,5 ).
Siamo inoltre di fronte a una pesante perdita della superficie agricola utilizzata pari a 300 mila ettari, a una perdita di superficie aziendale totale di un milione e mezzo di ettari, nonché in presenza di una gravissima perdita del numero delle aziende, che negli ultimi dieci anni si sono ridotte di circa un terzo.
Questi dati denunciano una radicale ristrutturazione del settore primario, ma che puntano il dito verso un vero e proprio abbandono delle zone rurali, verso una erosione di terre fertili per un mal concepito uso del suolo e, soprattutto, verso una politica incapace di investire nell’agricoltura e nella preziosa opera di presidio del territorio che le aziende agricole offrono alla collettività”.
Sul fronte dell’abbandono del territorio la situazione è particolarmente grave in regioni come la Liguria, la Valle d’Aosta e il Friuli Venezia Giulia - caratterizzate da una grande vulnerabilità idrogeologica, dove la presenza di tessuto agricolo è fondamentale - che negli ultimi dieci anni hanno visto rispettivamente una contrazione delle aziende del 46,1; del 41,2 e del 33%.
La Sicilia con le sue 219 mila aziende presenti in tutta l’Isola conferma una vocazione agricola che è da sempre radicata nel territorio nonostante una crisi che ha toccato pesantemente il settore negli ultimi anni.

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