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giovedì 7 luglio 2011

Adempimenti dell'agricoltore siciliano ai primi dell'800

Calendario dello agricoltore sicilianoSi fa la terza aratura nei maggesi.
di Niccolò Palmeri
pubblicato nel 1823

APRILE
Si zappano per la seconda volta le fave e gli altri legumi autunnali.
Si prosiegue la seminagione del riso.
Si zappa la vigna per la terza volta, togliendone con le mani tutte l’erbe spuntatevi.
Si netta il tronco della vite dai teneri rampolli che spuntano sul di lei tronco (sprugari).
Si fa la seconda zappatura al sommacco adulto.
Verso gli ultimi di questo mese si sarchiano per la prima volta le patate.
Si dà la prima intraversatura al colza seminato nell’anno passato.
Si prosiegue dall’ortolano a piantare zucche, melloni, fagiuoli, ed altre erbe da orto, e si continua a trasportare a dimora le piante del tabacco, dei peperoni, del pomidoro, e delle petronciane.
Si pianta il cotone a fossette distanti tre palmi le une dalle altre, avendo cura di metter la semenza preventivamente in molle almeno per quattro ore, agitandola spesso, ed ove le piogge non siano cadute di recente, si userà la diligenza di adacquare la terra ancora.
Il giardiniere innesta il melegrano (granatu), il fico, ed il pesco, e dirada i piccoli portogalli, ove li voglia grossi e perfetti.
Si trapiantano i rami delle rose, le calendule, ed una parte di fiori di state ottenuti da seme. Si cambia la terra a quelle piante che hanno ingombrato i vasi di molte radici. Si mettono all’aria aperta le piante delle regioni calde.
Le mandre di vacche ritornano dalle marine alle montagne.
Si mettono da parte per ingrassarsi i bovacci, le vaccacce, e tutto il bestiame scartato che deve vendersi nelle fiere di maggio.
Si continua a dare lo stallone alle giumente.
Si tramuta per la seconda volta il vino.
Nei luoghi freddi si comincia a fare schiudere i filugelli.
Si visitano spesso gli alveari per garentire le arnie dalla falsa tignuola (campa); si leva loro una porzione di miele, che da noi dicesi (sagnare); si sta in guardia perchè non si perdano gli sciami novelli; e si bada a svellere tutte le piante di titimalo (gamarruni) intorno agli alveari.

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